Fonte: Pagina Enzo Pennetta
Non sono i simboli, i segni esteriori o l'antisemitismo a caratterizzare il nazismo, è una visione del mondo che emerge attraverso delle soluzioni date alle questioni della vita e della società, torniamo a parlare dell'eutanasia e guardiamo al rifiorire del concetto di campo di concentramento. La modernità, la visione del mondo che ha iniziato ad imporsi dalla metà del XIX secolo, ha come punto di arrivo quello che abbiamo imparato a indicare come l'ideologia nazista, è la nostra modernità che sta inevitabilmente volgendosi verso il suo punto di attrazione.
Non sono nazista, ma il nazismo attinge ad un sostrato mitico che, benché esso sia stato parodiato, è totalmente divelto dall'idea moderna.
RispondiEliminaComunismo e nazismo, invece, furono similari nella loro sottomissione alla volontà nudamente meccanica.
Tali dittature, dietro la cortina demagogica, si resero espressione alacre dell'industrializzazione della realtà.
L'anima della modernità è un totalitarismo impersonale la cui nuova "confessione di fede" è assai peggiore del nazismo stesso, benché determinati caratteri aberranti da esso siano stati prefigurati.
Oggi assistiamo all'avvento del Totalitarismo 2.0 consistente nella commistione, totalmente insana e giustificata come preminente motivo sanitario, del peggio repressivo attuato nelle precedenti dittature rosse e nere del secolo scorso.
Tutto ciò si sta attuando nella più completa e irrimediabile assuefazione delle masse.
Se le due caratteristiche salienti del nazismo sono l'eliminazione degli improduttivi e la prigionia dei nemici nei campi di concentramento, l'unico addentellato biologico che mi viene in mente è connesso con l'evoluzione della nostra specie, basata sulla sopravvivenza del più forte e, di conseguenza, sull'estinzione del più debole.
EliminaI campi di prigionia, invece, rientrano nell'atavica mentalità tribale che ci porta a combattere la tribù nemica, sopprimendone i membri o almeno tenendoli sotto controllo.