venerdì 27 aprile 2018

La duplice visione della realtà


Tre analogie mi sono scattate in mente stamattina: i pitbull, gli ebrei e i partigiani. Di questi ultimi due gruppi si è parlato spesso pochi giorni fa, in occasione del 25 aprile, mentre dei pitbull che azzannano bambini se ne parla purtroppo tutto l’anno. Cominciamo dai cani.

(1) Non solo i pitbull, ma anche i corsi, i rottweiler e il dogo argentino ogni tanto fanno parlare di sé quando aggrediscono e mandano all’ospedale (e a volte uccidono) bambini, siano essi della famiglia di appartenenza o incontrati casualmente. Lo fanno perché ai loro occhi non si tratta di cuccioli d’uomo, ma di altri cani, che per essi è lecito assalire. Non avendo cognizione della propria forza e dei propri denti, provocano danni irreversibili ai bambini, portando i giudici, spesso ma non sempre, ad emettere sentenze di condanna nei loro confronti. Pochi giorni fa è stato un pitbull a vegliare le due gemelline che si erano perse nel bosco nei pressi di Tarcento, quasi un archetipo fiabesco e i mass-media non hanno mancato di tessere le lodi del bravo cane protettore, una femmina. Indi per cui, con questo episodio, se paragonato a quelli che hanno per protagonisti la stessa razza di cane e altri bambini, si può accettare la spiegazione che se un cane attacca un bambino è perché non è stato bene addestrato dalla famiglia, ovvero la colpa non è solo del cane, ma principalmente degli uomini. E’ la stessa razza, sono gli stessi bambini piccoli, ma i comportamenti sono differenti e le valutazioni pure.



(2) Degli ebrei, noi, in genere, se vogliamo essere obiettivi, ammiriamo l’intelligenza e la capacità imprenditoriale, specie nel mondo della finanza. Ma non solo, gli ebrei eccellono da sempre nella scienza, nell’arte e nello spettacolo. Non si contano i Premi Nobel a loro attribuiti, né gli Oscar vinti per la bravura nella recitazione o per la regia. Sul perché gli ebrei abbiano una marcia in più si possono avere mille opinioni. La mia è che hanno geni alieni nel loro corpo in misura superiore agli altri Homo sapiens. Sono anch’essi della razza Homo, ma discendono dalla seconda manipolazione genetica compiuta dagli Elohim nei laboratori chiamati “Gan-Eden” circa 6.000 anni fa, mentre gli altri Sapiens sono più antichi e la loro “creazione” risale a circa 250.000 anni or sono. Con il trascorrere del tempo e con i matrimoni misti, vietati al devoto ebreo, il patrimonio genetico alieno si è diluito, ma ciò non toglie che nei punti chiave delle società occidentali ci siano loro, il più delle volte a dettar legge al resto dell’umanità. E poi c’è l’esercito israeliano. Che a partire dal 1948 sta attuando il genocidio dei palestinesi, il cui unico torto è stato quello di trovarsi a vivere nel posto sbagliato. L’esproprio delle terre degli arabi palestinesi ha reso odiosi quegli stessi ebrei di cui ammiriamo le doti intellettuali. E’ la stessa etnia, sono sempre ebrei, ma mezzo mondo li ama e l’altro mezzo li odia, un po’ come succede con i pitbull e gli altri cani da combattimento. O li si odia o li si ama.


(3) C’è uno spartiacque, stabilito convenzionalmente. E’ il 25 aprile del '45, data ufficiale della fine delle ostilità. C’è un prima e un dopo. Prima c’era una guerra civile, se non altro a partire dall’otto settembre del 1943, e i partigiani avevano un ruolo ben definito; dopo ci sono state vendette e atrocità. Se un arbitro fischia la fine della partita, i giocatori delle due squadre avverse si stringono le mani e si scambiano le magliette, avviandosi ciascuno verso i propri spogliatoi. Ma i partigiani, quel metaforico fischio di fine partita, non l’hanno sentito, o meglio non l’hanno voluto sentire, dal momento che la gente nelle città scendeva per strada per festeggiare e gli ex fascisti si toglievano le loro vecchie divise. Evidentemente, andando avanti ad ammazzare ex fasciti, o presunti tali, fino al 1949, vuol dire che la divisa, quei malcapitati, non se l’erano tolta del tutto, ma gli era rimasta appiccicata addosso indelebilmente. Durante le guerre agiscono le leggi di guerra, durante la pace, agiscono le leggi della pace, ovvero del diritto giuridico. 

C’è un prima e un dopo e i partigiani, o sedicenti tali, non avevano alcun diritto di continuare la loro guerra (che a quel punto si può definire personale) dopo il 25 aprile del ‘45. Ogni atto violento da essi compiuto era stonato, fuori posto, anacronistico e, sul piano giuridico, illegale. Andando ad ammazzare donne, preti, possidenti terrieri ed ex gerarchi, hanno infangato quel poco di nobiltà che c’era nella Resistenza prima che finisse la guerra. Hanno inficiato il ricordo dei nobili atti di ribellione verso la duplice tirannia dei tedeschi in fuga e dei repubblichini che avevano un senso dell’onore diverso da quello dei partigiani, e che consideravano il tradimento nei confronti dell’ex alleato una macchia da cancellare. Anche per i partigiani c’è un prima e un dopo. Ci sono i partigiani che hanno fatto la Storia e quelli che ne hanno fatta un’altra, a disdoro di tutta la Resistenza. 

Ma questo, forse, può essere funzionale al metodo del “Divide et impera”, una tecnica in uso da secoli e probabilmente voluta dai padroni occulti del mondo. Il che ci riporta, complottisticamente parlando, al punto numero (2). I padroni del mondo sono loro: gli ebrei, con il loro superiore patrimonio genetico alieno. Quasi quasi preferirei che ad essere padroni del mondo fossero i pitbull.

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