mercoledì 10 luglio 2019

Caro Fedriga, ti scrivo


Testo di Marco Pomar

Lettera aperta al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. 
Egregio signor Fedriga, le scrivo dopo averla vista per la prima volta, confesso questa mia enorme lacuna, alla trasmissione In Onda, su La 7. Forse avrei preferito restare nella mia bolla di ignoranza. Lei in una trentina di minuti ha sommato una quantità così esagerata di, me lo consenta, baggianate, tali da fare impallidire il suo segretario di partito, il ministro della guerra in carica. Mi sono fatto l’idea che nel variegato mondo dei razzisti leghisti grillisti, si potrebbe idealmente dividere tutti in due macro categorie: i furbi in malafede e gli stolti. Onestamente lei non mi è apparso furbissimo, almeno in questa circostanza.


Ha ribadito il suo proposito già sbandierato di costruire un muro di 232 chilometri che separi la sua regione dalla Slovenia, per impedire l’immigrazione clandestina, ha dichiarato più volte che chi viene qui via mare non lo fa per eccessivo bisogno ma per “esigenze economiche”, che non ho capito cosa minchia significhi, e poi, dulcis in fondo, ha fatto una dichiarazione passata sotto silenzio, ma che al sottoscritto ha fatto accapponare la pelle. Lei ritiene, con sicumera, che chi salva vite umane in mare non può assolutamente farlo per motivazioni umanitarie, ma certamente è d’accordo con gli scafisti. 


Gentile presidente, una volta di più lei conferma la validità del detto secondo cui “il sazio non può capire l’affamato”, e, nella fattispecie, il marcio non può comprendere il filantropo. Ecco, adesso le darò una notizia che potrebbe sconvolgerla: il mondo, e perfino questo nostro disastrato Paese, è pieno di gente che passa la propria vita a fare del bene agli altri, a provare a migliorare il pianeta, a farci dimenticare che esiste gente brutta come lei, ma che forse non è proprio maggioranza nel mondo. E se anche lo fosse, ci sarebbe un motivo in più per dare il proprio contributo nell’aiutare chi ha bisogno. 


Non è “cattolicesimo da asilo infantile”, come lei ha affermato in trasmissione, subito dopo avere detto che non intendeva discutere le parole del papa. Si tratta piuttosto di una visione della vita non orientata al gretto provincialismo, alla paura del diverso da lei, quello che invece passa la vita a combattere gli scafisti e i razzisti, che usa buon senso e umanità, e non utilizza i disgraziati per scopi elettorali. Mi dispiace, presidente, essere duro in questo modo con lei, ma oggi mi viene così, dal cuore. Penso che questo governo, chi lo sostiene e chi lo rappresenta, siano il male assoluto, e provo a gridarlo come posso. Oggi è toccato a lei, domani scoprirò qualche altra comparsa di questa compagnia di pericolosi inaffidabili.

Si stia bene, anche senza muro.

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