Cronache marziane

Testo di Ilyan Zolliani

Adesso vanno di moda queste immagini, molto simili tra loro, con le presunte "cronache covidiane" ospedaliere dei soggetti raffigurati, allo scopo di "sensibilizzare" l'opinione pubblica sulla gravità del vairus. Ora, senza voler mai mancare di rispetto verso chiunque sia (stato) ricoverato per qualsiasi motivo, devo dire che a me 'ste trovate parapropagandistiche non convincono mai granché:

1) I soggetti raffigurati hanno gira gira sempre lo stesso sguardo da persone sane la cui espressione facciale è in modalità "Sentitevi in colpa! Guardate come mi avete ridotto, perché sì la colpa è di chi non rispetta le regole, e voi sicuramente non le rispettate brutti nagazionisti!".

2) Le "storie" riportate nelle didascalie possono essere brevi o estese, ma non sembrano farina del loro sacco, bensì di una narrazione dall'imbastitura e toni drammatici riconfezionata (come una favoletta) per moralizzale il lettore. Spesso questi post compaiono solo una volta nelle loro pagine di Facebook, strano... perché non parlarne più volte e più diffusamente!?

3) Chi sta veramente male non ha certo forza e voglia di fare selfie e report vari per i social su Internet! Non certo in questa maniera serializzata! Un'esperienza forte di solito non viene raccontata subito né con facilità.

4) Non mostrano mai cartelle cliniche o documentazione che possa suffragare l'onestà della loro presunta testimonianza! Non che debbano fornire pubblicamente il loro numero di telefono né altro di particolarmente privato, ma almeno qualche elemento o dettaglio che comprovi e confermi l'autenticità "istituzionale" di quanto proferito.

5) Anche se può in un certo senso sembrare un gesto socialmente nobile e utile in realtà con queste discutibili narrazioni confermano una cosa: deve esistere solo il Covid 19, tutte le altre patologie sono scomparse, oppure dei malati di esse non bisogna avere nessuna compassione. Nelle loro narrazioni spesso vien messo per inciso che la salute è la cosa più importante e che se non si passa da certe esperienze non si può capire, ma questa è un’offesa all'intelletto e alla sensibilità di chiunque legga, perché i soggetti delle foto non sono gli unici ad aver sofferto per la salute. 

Anche chi legge può aver avuto problemi suoi o di persone a lui care, quindi perché questa campagna di moralizzazionesospinta? Hanno finito cogli infermieri, coi segni delle maschere sul viso eora cominciamo coi pazienti allettati? Perché non lo hanno fatto prima? Tutti adesso scappano fuori? Come i personaggi dello spettacolo: prima nessuno, mo' uno dietro l'altro, fake o non fake che sia ma, come sappiamo, "L'importante è che se ne parli". Tutto questo perché c'è internet, zona franca atemporale e anarchica, regno del tutto e del niente, dove ogni cosa è vera e falsa nello stesso momento. Chi ha capacità di discernimento e intelletto per restar sveglio in questo mare magnum d'impulsi elettronici l'usi senza riserve oggi più che mai. Può essere la salvezza dal peggio che verrà.