Importiamo macellai nordafricani

Testo di Anonimo

Decapitare una persona che non è immobilizzata e non con una scure o una mannaia, ma con un coltello di 25/30 cm., per quanto affilato possa essere, è un atto violento non semplice da portare a termine da soli se non si ha un minimo di addestramento specifico. Si può sgozzare con un coltello, ma per la decapitazione occorre oltre ad una forza non indifferente, per tenere ferma la vittima con un braccio ed operare la decapitazione con l’altro, ancheconoscere un minimo di anatomia, per inserire la lama esattamente tra due vertebre cervicali, per recidere il midollo spinale. Un assassinio per decapitazione con questo metodo è inoltre molto sanguinario, perché recidendo le arterie giugulari il sangue, almeno per qualche secondo sin che il cuore batte, zampilla, inondandolo di sangue e rendendo viscida la mano omicida che regge l’arma.

Questa lunga premessa per affermare che i decapitatori che stanno uccidendo in Francia, devono aver avuto un addestramento specifico. Se fossi la Lamorgese, infine, mi preoccuperei di rintracciare al più presto tutti gli altri che erano sulla barca con i quali l’assassino musulmano di Nizza ha effettuato la navigazione da Sfax a Lampedusa, perché nelle immagini, che loro stessi hanno girato e postato, appare evidente il loro affiatamento, familiarità e l’omogeneità dell’età del gruppo tra i 20 e 30 anni. È quindi lecito supporre che quel gruppo sia una intera cellula di terroristi islamici sbarcato in Europa. 

Da notare, il coltello di ceramica retto dall’assassino che sembra essere, se non lo stesso, molto simile per lunghezza e tipologia (di ceramica) a quello usato negli omicidi di Nizza.