domenica 9 febbraio 2025

E la simmetria bilaterale?


Storia & Dintorni: Tutti sanno com’è fatto un Ciclope: è gigantesco, irsuto e ha un solo grande occhio in mezzo alla fronte. Lo dice il nome stesso, perché Ciclope viene dal greco κύκλος (𝘬𝘺𝘬𝘭𝘰𝘴), ‘cerchio’ e ὤψ (𝘰𝘱𝘴), ‘occhio’. Occhio rotondo, quindi. Ma quello che non tutti sanno è che di Ciclopi nella mitologia greca ne esistono non uno, non due, ma ben tre tipi! E benché il loro aspetto sia sempre lo stesso, la loro natura varia da autore ad autore.

𝗜 𝗖𝗜𝗖𝗟𝗢𝗣𝗜 𝗣𝗥𝗜𝗠𝗢𝗥𝗗𝗜𝗔𝗟𝗜

Esiodo nella 𝘛𝘦𝘰𝘨𝘰𝘯𝘪𝘢 traccia la genealogia di tutte le divinità e di tutti gli eroi. Tra i millemila nomi che affastella ci sono anche quelli di Bronte, Sterope e Arge, i tre Ciclopi figli del dio celeste Urano e della madre terra Gaia. In quanto tali, sono fratelli dei Titani e degli Ecatonchiri, i giganti con cento braccia e cinquanta teste, nonché fratellastri di Tifone e di Ponto. Esiodo descrive i Ciclopi come fabbri sopraffini, creatori di potenti armi magiche. Per tale motivo furono coinvolti da Crono, il più potente dei Titani, nella rivolta contro Urano; ma una volta detronizzato il padre, Crono temette di non poter controllare la forza dei Ciclopi e quindi li rinchiuse nel Tartaro, la parte più profonda degli Inferi. La guardia della prigione infernale fu affidata alla mostruosa Campe, metà donna e metà drago. Nel loro carcere i Ciclopi rimasero finché non arrivò Zeus, il figlio di Crono. Al futuro signore dell’Olimpo era stato predetto che avrebbe avuto la meglio sul genitore solo con l’aiuto dei Ciclopi; per questo eliminò Campe e liberò gli zii. In cambio loro fornirono al nipote la sua arma caratteristica, i fulmini. Non a caso i nomi dei tre riflettono questo legame: Bronte vuol dire ‘tuono’, Sterope ‘lampo’ e Arge ‘bagliore’. Sempre Esiodo nel 𝘊𝘢𝘵𝘢𝘭𝘰𝘨𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘥𝘰𝘯𝘯𝘦 sostiene che i Ciclopi furono uccisi da Apollo per vendicare la morte del proprio figlio Asclepio, a sua volta abbattuto da Zeus con i fulmini forgiati dai tre fabbri monocoli. Tuttavia altrove si legge che fu Zeus stesso a uccidere i Ciclopi, nel timore che forgiassero i fulmini anche per i suoi nemici, oppure che Apollo, sempre per vendetta, non uccise i Ciclopi stessi ma i loro figli. Una tradizione risalente a Callimaco vuole invece che i Ciclopi fossero gli assistenti di Efesto, dio della metallurgia, e che dimorassero nella sua fucina, collocata ora sull’isola di Lipari, ora sotto il vulcano Etna.


𝗜 𝗖𝗜𝗖𝗟𝗢𝗣𝗜 𝗗𝗜 𝗢𝗠𝗘𝗥𝗢

I Ciclopi più famosi restano comunque quelli presentati da Omero nell’ 𝘖𝘥𝘪𝘴𝘴𝘦𝘢. In questo caso si tratta di una popolazione di giganti tanti grandi quanto primitivi e ignari delle più banali norme della civiltà. Tanto per cominciare, sono antropofagi, una caratteristica che i Greci confinavano al mondo barbarico; in secondo luogo, non sanno cosa sia l’ospitalità, al punto da divorare i loro ospiti; ignorano le leggi, l’arte della navigazione e persino l’agricoltura, vivendo esclusivamente di pastorizia. Per Omero i Ciclopi erano figli di Poseidone, ma ne cita per nome solo uno, Polifemo, protagonista del celebre episodio con Odisseo. Non specifica nemmeno dove si trovi la loro isola; l’identificazione con la Sicilia, e per la precisione con la regione dell’Etna, si deve a Euripide.

𝗜 𝗖𝗜𝗖𝗟𝗢𝗣𝗜 𝗠𝗨𝗥𝗔𝗧𝗢𝗥𝗜

Una terza tipologia di Ciclopi mitologici è costituita dagli Enchirogastori o Gasterochiri, i leggendari costruttori delle mura di Micene, Tirinto e Argo (che non a caso sono note tuttora come “mura ciclopiche”). Probabilmente queste creature furono inventate per spiegare l’esistenza di queste mura, che oggi sappiamo essere prodotto della civiltà micenea, fiorita nell’Ellade nell’età del bronzo, ma che agli occhi dei Greci dovevano apparire prodigio di qualche essere sovrannaturale. In età romana Plinio cita questa terza schiatta di Ciclopi come i possibili inventori dell’arte muratoria.


Me: Citazione: "i tre Ciclopi figli del dio celeste Urano e della madre terra Gaia". Quindi, dobbiamo presumere che, oltre alle manipolazioni genetiche atte a creare l'Homo sapiens, operate dai genetisti Anunnaki, ci sono state altre "divinità" capaci di produrre esseri viventi, in questo caso giganti con un occhio solo. A questo riguardo, perché un occhio solo se in Natura esiste la simmetria bilaterale, che prevede DUE occhi e non uno? Gli ibridi ottenuti dall'accoppiamento tra un Elohim e un terrestre arrivavano a 2,40, massimo 2,70 metri d'altezza. Ma quanto era alto Polifemo?

3 commenti:

  1. << A questo riguardo, perché un occhio solo se in Natura esiste la simmetria bilaterale, che prevede DUE occhi e non uno? >>

    Secondo una teoria, che condivido, il mito dei ciclopi con un occhio solo deriverebbe dai teschi degli elefanti, nei quali il foro centrale della proboscide è stato scambiato per una orbita oculare.

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    1. Me lo spiegò mio padre quand'ero bambino, insieme alla nascita delle fate, che in realtà erano assioli e alla nascita delle sirene, che in realtà erano femmine di dugonghi.

      Oggi, a distanza di tanti anni, mi chiedo se i nostri antenati che trovarono teschi di mammut, che scambiarono gli assioli con le fate e i dugonghi con le sirene erano davvero così stupidi.

      Siccome so che i nostri antenati non erano stupidi per niente, penso che quelle spiegazioni fossero simili a quelle che anni dopo avrebbero fornito i debunkers del CICAP.

      Non regge!

      Non funziona!

      Le spiegazioni sono altre: ma quali?

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    2. Se mi passi una battuta, ti direi che gli uomini hanno dimostrato di poter essere stupidi anche oggi.
      Quindi potevano ben esserlo anche a quei tempi. ;-)

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