sabato 2 novembre 2013

Gli italiani si fanno riconoscere ovunque

 

Dopo averla liberata da una trappola, il soccorritore di questa capinera toglie con la saliva la resina di prugno che le è rimasta incollata a penne e zampe affinché possa volare via sana e salva. Drammatico articolo di quasi trenta pagine sul National Geographic di questo mese, di Jonathan Franzen, sulla strage degli uccelli canori che migrano verso il Mediterraneo. Parliamo di centinaia di milioni di uccelli, già in calo per la perdita di habitat, vittime della caccia illegale e indiscriminata. "I più famigerati sono i cacciatori e i bracconieri italiani che in Albania hanno introdotto l'etica della strage senza freni. Nella settimana che ho trascorso in quel paese non ho visto una sola area protetta in cui non ci fossero cacciatori italiani, benché la stagione di caccia si fosse conclusa anche nelle aree non protette. Gli italiani usavano invariabilmente apparecchi di alta qualità per riprodurre il canto degli uccelli (illegali sia in Europa che in Albania) e sparavano quanto volevano a tutto ciò che volava".

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