La psicopolizia in azione a Torino

Testo di Paolo Sensini

Il capo della Digos di Torino, Carlo Ambra, è convinto di aver fatto uno scoop davvero sensazionale: l'altra notte ha ordinato decine di perquisizioni in città nei confronti di una "pericolosissima" rete di militanti di "estrema destra" trovando materiale - a suo dire - piuttosto interessante. E sapete quali sono le cose che ha rinvenuto in alcune abitazioni perquisite e che, come specifica il funzionario in una video-intervista rilasciata a "la Repubblica", destano la sua più viva preoccupazione? Beh, una serie di libri e, udite udite, addirittura due busti in marmo e bronzo raffiguranti nientemeno che Mussolini e Hitler. E in più qualche elmetto e simbolo del fascio littorio.

Bene, se questo fosse il criterio di legalità vigente, cioè possedere busti, libri, anelli, pistole scacciacani, stendardi e bandiere di qualsiasi tipo in casa propria, allora milioni di persone dovrebbero essere perquisite e, nel caso, mandate a processo per un simile non-reato. Ci rendiamo conto a quali livelli la faziosità e manipolazione politica sono arrivati organismi di pubblica sicurezza che, invece di tutelare i cittadini da vere emergenze di criminalità e degrado del territorio urbano, si occupano di simili balordaggini tanto per compiacere e dare qualcosa in pasto a forze politiche travestite da organi d'informazione come "la Repubblica" di De Benedetti? Se l'Italia è ridotta nello stato in cui sappiamo, e tutti giorni s'aggiunge un nuovo tassello allo sfacelo generale, è anche grazie a questo rapporto incestuoso tra istituzioni pubbliche e gogna mediatica.