venerdì 6 settembre 2019

Se non la smettono di farci invadere, si dovrà ricorrere ad altri mezzi espressivi


Testo di Libero Subania (6 settembre)

L'ex giudice Bruno Tinti, già editorialista del "Fatto Quotidiano" e avvocato d'immigrati clandestini per conto di varie "Coop d'accoglienza", spiega in maniera chiara come funziona la tratta di carne umana una volta trasportati in Italia: "Nel mio studio legale è arrivato un uomo: Mohammed, musulmano, del Bangladesh. Mi ha chiesto di fare ricorso contro il provvedimento della commissione che aveva rifiutato di accordargli lo status di rifugiato politico". Un bengalese, mentre i suoi correligionari in fuga dalla Birmania chiedevano asilo proprio in Bangladesh. "A Lampedusa gli danno il C3 – prosegue Tinti –. Me lo mostra: è il suo primo preziosissimo documento identificativo, contiene il suo nome e cognome, il luogo e la data di nascita. Sono tutti sbagliati, lui non parla italiano e il poliziotto ha capito quello che ha capito, almeno così mi dice. Però il C3 contiene una cosa importantissima: il numero CUI (Codice univoco identificativo) che lo accompagnerà da lì in avanti. E qui, nella questura di Lampedusa, Mohammed chiede asilo politico".

Poi finisce in un centro di accoglienza e viene valutato da una commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato. Responso: domanda rigettata, visto che si tratta di un migrante economico e non fugge da alcuna guerra. Ma scatta subito il ricorso. "Sarà sicuramente respinto – confessava Tinti – ma intanto passerà un annetto; poi noi faremo ricorso in Cassazione (sempre pagato dai contribuenti) e guadagneremo un altro anno. Poi Mohammed riceverà un provvedimento di espulsione che non sarà mai eseguito dalla forza pubblica, resterà – ovviamente – in Italia, diventerà clandestino, non percepirà più i 2,5 euro al giorno (35 con vitto e alloggio), la cooperativa non lo ospiterà più ma lui si arrangerà in qualche modo".


Ecco qui spiegato da un addetto ai lavori il modus operandi della truffa "umanitaria" che prosegue da anni. Ma adesso la UE, PD, sindacati e Vaticano vogliono riprendere la tratta in grande stile, non con dei piccoli barchini che hanno dovuto supplire l'enorme mole di lavoro svolto in precedenza da Marina militare e ONG. Ora che si è formata per la quinta volta in 7 anni un governo PD ricorrendo ai soliti intrighi di Palazzo, potranno finalmente riprendere la tratta dal punto in cui l'avevano lasciata... Solo che adesso la gente ha conosciuto l'alternativa, sa che l'immigrazione non è inevitabile, come millantavano: può essere fermata o, almeno, ridotta al minimo. Quasi azzerata. Se invece vorranno riprendere tutto come prima, e il primo atto del nuovo governo giallo-fucsia va proprio in tale direzione, sappiano che il bicchiere è ormai più che colmo. E allora si dovrà ricorrere ad altri mezzi espressivi...

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