Testo di Azzurra Barbuto
È già tardi. Le nostre città sono già nelle mani di sacche di immigrati clandestini e di immigrati di seconda e terza generazione, che odiano il Paese che li ha accolti e il suo popolo. Quello che sta accadendo non è che un antipasto di quello che ci aspetta. E lo predico da anni. Quello che sta avvenendo era fin troppo facilmente prevedibile. E non si tratta di essere profeti, sarebbe bastato guardare chi ci ha anticipati, Francia, Germania, Gran Bretagna. Sulla base di quale presunzione in Italia sarebbe andata diversamente? Immigrazione clandestina di massa, sregolata e fondata sul principio dell’accoglienza senza discernimento, ossia del parassitismo di chi entra in Italia e vi si insedia, e cultura progressista, fondata sull’eccesso di tolleranza e sul disprezzo della legalità, hanno determinato: ribellione degli immigrati e pretesa di vivere al di sopra della legge, delegittimazione delle forze di polizia, quindi percezione della debolezza dello Stato, senso di impunità, violenza dilagante e crescente. Il terrore? È già arrivato. L’egiziano che ha accoltellato per strada i passanti, quantunque si dica che fosse malato di mente (giustificazione tanto cara ai progressisti occidentali quando il delinquente è straniero) ha agito per motivi religiosi. C’è ancora speranza di salvezza? Sì, ma solo se lo Stato agisce con forza, durezza, decisione, senza temere accuse di razzismo che servono solo ad inibire qualsiasi iniziativa tesa al ripristino dell’ordine. Bisogna far capire a questa gente chi comanda e che o si rispetta la legge o si viene mandati via a pedate. Italia, reagisci.
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