mercoledì 18 ottobre 2017

Le istituzioni perseguono chi segnala infrazioni e non chi le commette




Fonte: Il Populista


Vietato denunciare il degrado: nello specifico è vietato fotografare presunti profughi che bivaccano e rovistano nella spazzatura, contribuendo a determinare il degrado di cui sopra. Sembra una direttiva proveniente da un altro pianeta, da un’altra dimensione, da un altro sistema solare, invece accade nell’Italia del 2017, precisamente a Pesaro dove il prefetto Luigi Pizzi ha emanato una circolare per impedire ai residenti di scattare foto agli ospiti dei centri d’accoglienza. L’intento dichiarato è scongiurare “possibili scontri verbali e fisici tra residenti e migranti dei centri di accoglienza”, dunque il solerte rappresentante del Governo più che reprimere le situazioni inaccettabili denunciate dai cittadini, quindi lavorare per riportare ordine e decoro, intende perseguire i cittadini stessi. Disponendo “servizi di vigilanza e controllo del territorio, per prevenire e reprimere con rigore qualunque condotta del tipo sopra segnalato” e così chi seguiterà a fotografare le “risorse” in azione e addirittura osare chiedere loro le generalità sarà sottoposto a un procedimento per esercizio abusivo di pubbliche funzioni


Succede in Italia, a Pesaro, in particolare nelle frazioni Borgo Santa Maria e Pozzo Alto, dove la sostanziale illegalità di Stato è certificata dai numeri: lì vivono 3.000 persone costrette a fare i conti con un centinaio di richiedenti asilo, dieci volte tanto rispetto alla proporzione di 3 migranti ogni 1.000 cittadini italiani stabilita sulla carta dal Ministero dell’Interno, da cui dipende tra l’altro il prefetto. I residenti sarebbero colpevoli di aver diffuso le immagini del comportamento incivile dei "migranti" via social, con l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni evidentemente sorde a legittime rimostranze. Il prefetto in questione ha pure ricevuto una delegazione dei cittadini delle frazioni, con il risultato di emanare la circolare definita da più parti surreale. 

In pratica d’ora in poi, secondo le disposizioni prefettizie, diventerà illegale e passibile di multa denunciare il degrado, i bivacchi, i giardini scambiati per orinatoi e le sozzerie commesse da presunti profughi, magari ubriachi e molesti, che trasformano le città in latrine a cielo aperto. E sarà vietato diffondere le immagini in questione sui social, anche se utile a sollevare il caso e dunque sollecitare interventi risolutivi da parte di autorità latitanti. A rischio anche la libertà di espressione, se diventa proibito scattare foto in luogo pubblico e diffonderle con uno scopo di denuncia civica. 

Pare inoltre un caso di razzismo al contrario, visto che tale disposizione nasce come provvedimento ad hoc per tutelare gli immigrati richiedenti asilo. Insomma la vicenda di Pesaro insegna che nell’Italia alla rovescia le istituzioni perseguono chi segnala infrazioni e non chi le commette. Matteo Salvini, leader della Lega, su Facebook: “Roba da matti. Per il prefetto di Pesaro il problema non sono i clandestini, ma i cittadini italiani. Vergogna!”.




Giovanni Totaro: Cose da pazzi! Ma come si permette questo prefetto di profferire tali ordini? Ma lo sa o non lo sa dove si trova? Questo è territorio italiano, ci vivono gli italiani e comandano gli italiani. Questo signore prima di parlare, desse uno sguardo alla costituzione.

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