Testo di Patrizia Giorgetti
L'usanza di Halloween è legata alla famosa leggenda
dell'irlandese Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, che una
sera al pub incontrò il diavolo. A causa del suo stato d'ebbrezza,
la sua anima era quasi nelle mani del demonio, ma astutamente Jack
gli chiese di trasformarsi in una moneta promettendogli la sua anima
in cambio di un'ultima bevuta. Mise poi rapidamente il diavolo nel
suo borsello, accanto ad una croce d'argento, cosicché egli non
potesse ritrasformarsi. Per farsi liberare il diavolo gli promise che
non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo
lasciò andare. Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò
nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da
un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il
diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul
tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un
compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto
risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita
commise così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal
paradiso e presentatosi all'inferno, venne scacciato dal diavolo che
gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come anima
tormentata. All'osservazione che era freddo e buio, il diavolo gli
tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all'interno di una rapa
che aveva con sé.
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