Fonte: La Stampa
Più che un corteo è stata una lunga
passeggiata, al tempo stesso polemica e festosa: una passeggiata
molto partecipata, che ha raccolto davanti a Palazzo civico circa 500
persone decise a scandire a suon di megafoni la loro posizione sui
vaccini. «Questa manifestazione non è contro i vaccini, e
nemmeno contro le famiglie che decidono di far vaccinare i loro
figli, ma per la libertà di scelta», è stato l’incipit di una
nutrita serie di interventi che dal Comune si sono dipanati lungo
tutto il percorso fino a piazza Vittorio, eletta a location dei
comizi finali. Insomma: più che No-vax, Free-Vax.
Anche se poi, leggendo certi striscioni, qualche dubbio veniva: «Il
nazismo è tornato (?) - campeggiava la scritta su uno dei più
lunghi -. Apri gli occhi, informati, e ricorda che l’unico vero
bene comune è la libertà». Più misurati altri: «Allontaniamo il
buio che ci vogliono imporre, accendiamo la luce della libera
scelta», «Libertà di scelta per la mamma e il papà», «La
libertà è un diritto, la vaccinazione è una scelta, «Giù le mani
dai nostri bambini».
LE VOCI
Sono arrivati da Torino, dal Piemonte
e, in minore misura, dal resto d’Italia: slogan, striscioni,
musica, palloncini colorati e decine di bambini. Bambini in braccio,
bambini per mano, bambini liberi di correre lungo il percorso,
bambini in bicicletta: bambini ovunque, di tutte le età. Se
qualcuno è stato parzialmente vaccinato, non l’abbiamo incontrato.
Il massimo della disponibilità è stata quella di Riccardo: «Mio
figlio, che ha cinque anni, è stato vaccinato contro il tetano». E
poi? «Poi basta. All’epoca chiesi che gli venissero somministrai i
vaccini singoli, anche a mie spese, ma non me lo permisero. Se
possono fare male i singoli vaccini, come la mettiamo con quelli
combinati: ad esempio l’esavalente?». È amareggiato: «Cerco
risposte e ricevo solo aut aut. Con la scuola si vedrà». Concetto
ribadito da altri genitori. Come un altro Riccardo, il papà di
Giulia: «Ha due anni e mezzo. No, non è mai stata vaccinata.
Chiederò informazioni all’Asl, prima voglio capire». «L’obbligo
vaccinale per la frequenza scolastica? Valuteremo, intanto
guadagniamo tempo», gli fa eco Davide.
Il tempo di prendere nota e si
avvicina un signore di una certa età: «Scusi, sa dirmi dove sono
gli organizzatori del corteo? Vorrei portare un contributo». Gli
chiedi se è un pediatra, ed ecco la risposta: «No, sono un
odontoiatra in pensione ma le assicuro che sui vaccini ne so più di
molti medici».
Quando il furgone che apre la
manifestazione si mette in moto tutti lo seguono, uniti dal bagaglio
delle loro certezze. «Gli attuali vaccini sono sperimentati da
poco tempo, mancano studi a lungo termine - si infervora Christian -.
E le attività umane sono governate dal profitto».
I RACCONTI
Sono i protagonisti di una protesta
tanto pacifica quanto coriacea, sostanzialmente ignorata dai torinesi
a passeggio ma che promette di dare filo da torcere alle Asl e alle
scuole. Ogni tappa del percorso verso piazza Vittorio è scandita da
soste: ciascuna coincide con i racconti dolorosi di papà e di mamme
che collegano la somministrazione dei vaccini ai danni subìti dai
loro figlioli. Un’angoscia vera, che merita rispetto, non
suffragata da prove certe e inconfutabili. Se è per questo, replica
con veemenza il popolo Free-Vax, mancano prove inconfutabili anche
del fatto che gli antidoti non facciano male. Il clou arriva in
piazza Vittorio, con i comizi conclusivi e l’annuncio di una
raccolta-firme contro il decreto Lorenzin.
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