Delle 1.107 foto scattate dalla fototrappola ho ricavato queste sei, anche se non le ho viste tutte e mille cento e sette. Tuttavia, avendole visionate in modo stocastico, penso di essermi fatto ugualmente il quadro della situazione. Non è andata come previsto. Volevo impostare la macchina sulla modalità “video”, ma anche stavolta è finita in modalità “foto”. E non so spiegarmi perché. Oltretutto, come la volta precedente, si è impostato il timer e quindi la foto veniva scattata ogni TOT minuti e non in base alla fotocellula e al movimento da essa rilevato. Ho usato un cavalletto più basso, da cui si vede l’interno della mangiatoia, ma i primi piani della cinciallegra sono sfocati, perché la distanza era troppo breve. Non è colpa mia, devo solo stare qualche centimetro più indietro. Credo comunque che non metterò più lì la fototrappola, non finché non avrò imparato ad impostarla nel modo giusto. Nonostante tutto, c’è una nota positiva. Ho scoperto che quella mangiatoia, posizionata a ridosso del davanzale esterno della camera al primo piano, attira quattro specie diverse: le cinciallegre, le cinciarelle, i passeri e il pettirosso. Nell’altra mangiatoia, ubicata sotto il portico, al piano terra, il pettirosso si fa vedere raramente, forse a causa della chiassosa invadenza dei passeri. Mi piace dar da mangiare agli uccelli, non solo in inverno, ma anche in estate, benché i naturalisti accademici arriccino il naso, dato che d’estate il cibo non manca in natura e gli uccelli, impegnati come sono nella riproduzione, dovrebbero dare la caccia alle larve degli insetti per soddisfare l’appetito dei pulli e quindi, nutrendoli, li sottraggo al loro...”dovere” di difendere le sacre colture agricole dei benemeriti contadini (che danno da mangiare a noi consumatori). S’è capita l’ironia?
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