venerdì 13 maggio 2011

Maghi neri s.p.a.

La prima volta che sentii la parola “Hybris” (1), molti anni fa, fu leggendo i libri di Guido Ceronetti. Non ne capii subito il significato perché sui dizionari che avevo a disposizione non veniva riportata. Poi con internet mi fu chiaro il concetto.
L’idea nasce nell’antica Grecia, ma se ne trova traccia perfino nel Genesi. Infatti, c’è una similitudine tra la tentazione di mangiare la mela ed essere simili a Dio e il canto delle sirene che insegnano agli uomini la conoscenza e li portano alla rovina. Sia Apollo che le altre divinità dell’Olimpo, sia il Geova degli eserciti sono gelosi delle loro prerogative, vendicativi e spietati. E non perdonano alle loro creature di alzare troppo la testa.
Avviene però che gli uomini a un certo punto si credano simili agli Dei e agiscano sfrontatamente, senza più quella umiltà che li caratterizza fisicamente, avendo humus, umile e umiltà la stessa radice etimologica ed essendo humus, cioè terra, la materia di cui secondo la Bibbia l’uomo è costituito.
Verrebbe da pensare al proverbio: “Quando la m…ateria monta a scanno, o che puzza o che fa danno”.
 
Nel caso della Storia dell’uomo è stato proprio così. Sono stati più i disastri che abbiamo combinato, novelli Prometeo, che non le opere di pace e bene che siamo riusciti a realizzare. C’è chi vede in tale constatazione una rinuncia, una specie di disfattismo vigliacco, poiché è meglio sfidare gli Dei (o le leggi della natura) piuttosto che continuare ad essere un gregge belante supinamente prostrato da forze di ordine superiore, siano esse naturali o dotate di intelligenza come si presume siano le entità spirituali.
Da quando abbiamo scoperto il fuoco c’è un lungo filo rosso di tentativi ed errori – maggiori i secondi dei primi – che ci porta dritti dritti al CERN di Ginevra e alla ricerca sull’antimateria, ovvero su quella che viene chiamata la particella di Dio. Anche nel linguaggio ormai siamo smaccatamente di fronte alla Hybris più autentica, alla sfida più brutale nei confronti di quel mistero cosmico che per secoli abbiamo chiamato Dio.
Di ciò che fanno al CERN non sappiamo nulla. O meglio, sappiamo ciò che gli scienziati, bontà loro, vogliono lasciar trapelare o che scrittori come Dan Brown si permettono di immaginare, per esempio nel romanzo “Angeli e demoni”.
La stessa coltre di mistero circonda le armi segrete dei militari, che dietro la scusa della sicurezza dello Stato si sono sbizzarriti a costruire le più fantasiose armi di distruzione. L’equivoco sta andando avanti da secoli, ancora da prima che Leonardo inventasse il carro armato e altri scherzi pirotecnici.
E’ l’idea di fondo che funge da base malsana alla situazione in cui ci troviamo ora; l’idea tribale che il clan confinante sia da combattere e annientare, per accaparrarsi le risorse alimentari fornite dalla savana.
Immaginate gruppi di ominidi che si scannano tra loro, a forza di pietre e bastoni. Ecco, questa è la situazione attuale. E’ cambiata di poco nei particolari, ma la struttura è intatta.
Si vocifera che gli eserciti meglio finanziati, appartenenti alle nazioni ricche, siano in possesso di armi climatiche capaci di scatenare tempeste, uragani, siccità, diluvi di pioggia e perfino terremoti. La qual cosa mi ha fatto accendere una lampadina mentre leggevo le pagine de “La Stregoneria”, di Abbiati, Agnoletto e Lazzati (Mondadori, 1984), che riporta i processi alle streghe nel Sedicesimo secolo, accusate degli stessi misfatti. Se pensiamo che gli eventi odierni hanno la loro ragion d’essere nei secoli passati, dobbiamo riconoscere che gli stregoni, gli alchimisti e tutti coloro che hanno osato sfidare l’ordine costituito dell’epoca non abbiano mai smesso di esistere, nonostante tutti i roghi con cui abbiamo cercato di annientarli. Oggi non vanno più in giro con lunghe e lugubri palandrane, ma indossano linde divise ricolme di decorazioni. Non portano avanti i loro esperimenti in antri bui e polverosi, ma in laboratori asettici e tirati a lucido.
Perfino l’accusa superstiziosa che le streghe fossero capaci di rendere sterile il bestiame ha la sua corrispondenza moderna nelle radiazioni elettromagnetiche emesse e fatte circolare in gran quantità nell’atmosfera e che, fra gli altri effetti, comprendono anche quello di influire sul sistema riproduttivo di uomini e animali.
E’ vero che in Occidente i bianchi non si riproducono più come una volta a causa dell’aumentato benessere e del fatto che nelle famiglie non c’è più bisogno di braccia per l’agricoltura, ma è un fatto altrettanto sicuro che in Africa e negli altri paesi del Terzo Mondo, dove la fertilità umana funziona a pieno regime, vi è anche meno elettrosmog. Forse c’è una relazione.
Dunque, come la setta degli Illuminati ha fatto credere di essersi estinta, per poter continuare ad agire indisturbata, così anche alchimisti, streghe e stregoni hanno pensato bene di eclissarsi per un po’, visti i tempi che correvano, ma di continuare a osare l’inosabile, con o senza aiutini infernali. Se oggi gli scienziati militari, pagati per scoprire nuovi modi per nuocere all’umanità, hanno preso il posto dei maghi malvagi che si dilettavano a far danni, possiamo concludere che si stanno prendendo una bella rivincita, dopo la strage che le nostre polizie hanno fatto tra le loro fila.
Ma, riguardo agli inquirenti dell’epoca, come al giorno d’oggi ci sono gli scettici e i creduloni, così anche fra gli inquisitori vi era chi non credeva che le streghe possedessero i poteri di cui il sentire comune le accusava. Vi fu anche qualche inquisitore che cercò di salvarle dai supplizi e dal rogo.
Ulrich Molitor, per esempio, prete e giureconsulto tedesco morto nel 1501, così ebbe a esprimersi: “Se queste maledette donne conoscessero come operare quei malefici e potessero compierli, non sarebbe necessario per i principi assoldare in tempo di guerra mercenari per invadere i territori nemici, devastare i campi, ardere le case e le città. Sarebbe sufficiente chiamare una di codeste lamie, fornirla di un salvacondotto ed indurla a scatenare sul territorio dei nemici grandine e fulmini e tempeste, in modo da gettare quelle terre nel caos e nella rovina. Vediamo invece che esse non risultano in grado di fare tali cose”.
Prendiamo l’accusa di saper scatenare tempeste, per la quale molte poverette sono state torturate e uccise, a cui l’inquisitore Molitor non credeva. Nel loro caso le si accusava di essere in combutta con il diavolo, poiché si riteneva che nessun essere umano avesse, di per sé, il potere di cambiare il clima. Si faceva ricorso a spiegazioni soprannaturali e le streghe rivestivano il ruolo di semplici collaborazioniste, cioè strumenti del Demonio.
Al giorno d’oggi non c’è bisogno di tirare in ballo entità spirituali malvagie, perché la tecnologia ha fatto tali passi da gigante da essere autosufficiente in fatto di risultati mirabolanti. A meno che non si voglia immaginare che gli scienziati abbiano fatto un patto scellerato vendendo l’anima al diavolo per poter ottenere una certa sapienza ultraterrena. Forse molti alchimisti lo avrebbero anche fatto, un patto di questo genere, se solo fossimo certi dell’esistenza del Diavolo e non si tratti solo di un’atavica superstizione.
Una variante moderna del patto con il principe delle tenebre, prevede che gli scienziati militari abbiano instaurato una sorta di collaborazione con gli extraterrestri: il potere sulla Terra dato a esseri provenienti da altri mondi in cambio di tecnologia aliena con cui trovarsi sempre su un gradino più in alto rispetto ai nemici. E c’è chi si è spinto anche nei particolari dicendo che gli americani hanno stretto alleanza con i rettiliani, gli israeliani con gli insettoidi, i russi con i grigi e gli arabi con un’altra razza ancora.
Ipotesi di questo genere lasciano il tempo che trovano e fanno più male che bene allo sforzo collettivo di scoprire la verità. Anzi, il potere costituito che manovra gli eventi del mondo, ha tutto l’interesse a calcare la mano sul fenomeno naturale e tutto sommato innocuo di quanti danno libero sfogo alla fantasia. I mass-media e i loro padroni lo rimarcano ancora di più per gettare discredito sui ricercatori sinceri che vorrebbero mantenere la testa sulle spalle e cercare di salvaguardare il proprio discernimento.
E’ tutta qui la causa di tanta confusione: il mistero e il segreto che sono gli stessi militari e civili dotati di potere sulle folle a mantenere e incrementare. Se non ci sbattessero sul muso il loro maledetto segreto militare, non avremmo bisogno di fare voli pindarici alla ricerca di spiegazioni. Già il fatto che a noi comuni mortali non vogliano dare spiegazioni sul loro operato, è una dimostrazione che ci considerano immaturi, incapaci di affrontare la realtà e, in definitiva, appartenenti a una casta inferiore alla loro. L’élite in possesso di tecnologie segrete mantiene saldo il suo potere su di noi anche e soprattutto attraverso i mass-media di cui è proprietaria.
Il terremoto che Bendandi aveva previsto per l’undici maggio 2011 non ha colpito Roma, ma la Spagna (2) ed essendosi verificato il giorno undici del mese, va ad aggiungersi alla già ricca carrellata di altri disastri occorsi lo stesso giorno infausto: se non c’è lo zampino di qualche entità perfida e burlona, poco ci manca.
Nei due giorni precedenti al momento topico i telegiornali si sono occupati della cosa, badando di farla apparire come una leggenda metropolitana e mandando in onda solo le interviste di coloro che dicevano trattarsi di superstizione. E’ un buon modo per ridicolizzare le ricerche di quanti conoscono l’esistenza di macchine da guerra capaci di scatenare terremoti. Come quella chiamata PAMIR (3).
Il terremoto del Giappone dell’undici marzo scorso potrebbe essere di natura artificiale. L’epicentro è stato a 10 chilometri sotto terra, esattamente come tutti gli ultimi terremoti che si sono verificati negli ultimi anni. Pare che anche quello di Christchurch in Nuova Zelanda, abbia avuto un’origine artificiale e il perché sia stata scelta quella località presenta una spiegazione di tipo spiccatamente esoterico: a giudicare dal nome, Chiesa di Cristo, o è uno scherzo del destino o veramente gli stregoni che credevamo estinti si stanno prendendo una macabra rivincita.
Devo dire, onestamente, che finché i maghi neri se la prendono con i giapponesi (che ammazzano le balene) o con i neozelandesi (che poverini non mi hanno fatto niente di male), la faccenda non mi tange più di tanto. Un sano egoismo è necessario per sopravvivere in questa spietata società.
Ma la faccenda si fa vieppiù inquietante se un giornale “mainstream” come il Gazzettino mi fornisce l’informazione che il Friuli potrebbe essere il prossimo obiettivo. I geologi si sono riuniti a Udine (4) e hanno concluso che dopo 35 anni dall’ultimo disastroso terremoto, la sfortunata terra friulana è….matura per un’altra bella scossa e, mentre la montagna è stata ricostruita secondo tecniche antisismiche, la pianura farebbe una brutta fine.
Cacchio, io abito in pianura! Se la cricca massonica vuole metterci paura, ci riesce benissimo!
Nessuno ha badato a quella notizia, tranne il sottoscritto, ma la cosa non mi stupisce perché se l’élite mondialista che si è messa in testa di ridurre la popolazione mondiale riesce a spargere veleni sopra la testa della gente, in pieno giorno, senza che questa si lamenti, i miei conterranei sono così mansuefatti e ottusamente rassegnati da non lasciarsi inquietare da un convegno di sismologi. Né, tanto meno, da immaginare che i maghi neri, bontà loro, ci facciano sapere in anticipo su quale territorio scateneranno la loro prossima vendetta. Ditemi, di grazia, signori maghi, cosa vi abbiamo fatto di male noi friulani?
 

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