Mancavo dalle manifestazioni di Paolo Mocavero da qualche anno. Bisogna considerare che ho venduto la macchina nel 2006 e solo dall’undici marzo ne ho un’altra. Spostarsi con i mezzi pubblici ha – dobbiamo riconoscerlo – i suoi inconvenienti: spesso bisogna rinunciare. Devo anche dire che ho visto Paolo molto….peggiorato. In senso buono, naturalmente. Si era sempre favoleggiato che lui e i suoi collaboratori potessero, indisturbati, attaccare manifesti in giro per Padova grazie ad alcuni appoggi presso esponenti della locale questura, ma poi, dopo la perquisizione in casa sua e vedendo i rapporti tesi tra lui e il comandante dei carabinieri in servizio davanti alla fiera di Longarone, non sono più tanto sicuro che Paolo abbia delle protezioni presso le F.F.O.O.
La cosa è indifferente, in fondo. Ciò che appare evidente è la protezione che gli sbirri elargiscono ai cacciatori, tanto che non solo il comandante della piazza ci ha fatto spostare di qualche metro, facendo valere la sua autorità, e diversi carabinieri biascicavano maledizioni al nostro indirizzo, ma ce n’è stato uno che, strappato di mano il fucile ad acqua che un manifestante di Milano aveva usato per spruzzare tre cacciatori, l’ha buttato a terra e fatto a pezzi sotto i piedi. Il fucile, non il manifestante.
Gesto infantile e per certi versi ridicolo, se non fosse che dimostra per l’ennesima volta l’arroganza del potere che è forte con i deboli e debole con i forti. Dovevate vedere il tipo! Non aveva la divisa, ma era senza distintivi che lo identificassero come appartenente alle forze dell’ordine. Un vero gradasso. Risaltavano i guanti neri, indossati come per un incontro di karate, e l’anda da bullo con cui deambulava. Dopo la gloriosa impresa si è avvicinato alle transenne dove eravamo stati confinati e non ha lesinato pesanti “complimenti” per il nostro operato. Ma di questo non ci si deve stupire: nelle caserme, nelle prigioni e negli uffici della polizia è la norma insultare e mettere le mani addosso agli arrestati, se non addirittura anche ridurli in fin di vita, in base all’insano pregiudizio che loro, gli sbirri, sono tacitamente autorizzati dalla società a….vendicarsi dei devianti, soprattutto drogati (vedi Stefano Cucchi), ma anche i dissenzienti figurano ai primi posti nella graduatoria dei diversi da punire. D’altra parte, siamo onesti: anche noi non scherzavamo in fatto di insulti!
A Longarone ci è andata anche bene, a parte i quattro attivisti portati via, di cui ignoro il trattamento loro riservato in caserma. Nel caso del fucile ad acqua fatto a pezzi, il poliziotto in borghese avrebbe voluto riservare lo stesso trattamento a noi, ma lì non poteva; eravamo all’aperto e sotto gli occhi di molti privati cittadini. E pure di qualche macchina fotografica, che avrebbe potuto comprometterlo. Brillava, invece, l’assenza della stampa. Ma anche di questo non ci si deve stupire, poiché sia le F.F.O.O. che i mass-media sono in mano ai potentati economici che vogliono far sopravvivere la caccia e contro cui – novelli Don Chisciotte – ci battiamo. Ognuno fa la sua parte: gli sbirri mantengono lo “status quo” con la forza, i giornalisti con le parole. In mezzo, come sempre, per primi a soccombere gli animali massacrati e subito dopo la democrazia massacrata pure lei, nel momento in cui gli italiani, in gran maggioranza contrari alla caccia, non riescono a farsi valere e rimangono ancora in balìa di una minoranza di “minus habens”. E dovrebbe essere chiaro per tutti, ormai, che il sistema di governo cosiddetto democratico è una presa in giro, dato che in realtà comandano poteri occulti massonici di cui i politici sono i visibili burattini e i cacciatori gli utili idioti che li fanno arricchire.
Noi, i cattivi che urlano insulti e turbano i bambini; loro, i buoni e onesti cittadini che pagano le tasse e rispettano la natura e le leggi. Così come li vuole il sistema: rispettosi e obbedienti. Ingranaggi di un potere che va al di là degli animali massacrati e i cui misfatti vengono tenuti nascosti agli occhi di un’opinione pubblica sempre più addormentata, mansuefatta e ingannata. Misfatti come i bombardamenti di popolazioni civili contro cui i benpensanti si scagliano a parole, salvo poi ritrarsi di fronte all’idea di chiudere le fabbriche della morte che hanno sede in Val Trompia e che danno lavoro agli onesti operai di cui sopra. E così il cerchio si chiude: basta pagare le tasse e non infrangere le leggi per avere la licenza di sparare e fabbricare mine antiuomo e altre armi.
Noi, i pazzi, in gabbia e i cacciatori liberi di circolare armati. E’ proprio vero che i matti autentici sono fuori dai manicomi.
Bravo Robi quando si parla dei nostri animali ed anche dei "nemici" siamo tutti d'accordo. Auguri e spero che il tuo blog abbia successo, ciao, Renzo
RispondiEliminaGrazie Renzo! Sono volati molti insulti, da parte nostra (non mia) verso i cacciatori. Eravamo come due cani che si fronteggiano muso contro muso attraverso un recinto. I poliziotti e i carabinieri erano il nostro recinto, ma quattro dei nostri hanno cercato il contatto con i cacciatori, che entravano e uscivano dall'ingresso della fiera. Per questo sono stati - esageratamente - portati via.
RispondiEliminaMi rimane ancora qualche dubbio sull'efficacia degli insulti, dato che il proverbio dice: "Si prendono più mosche con una goccia di miele, che con un barile di aceto". Ma forse tale detto non può essere applicato al caso specifico, poiché con i cacciatori si può parlare solo un linguaggio che loro capiscono, al loro livello intellettuale.
Purtroppo.
Sono molto felice che sia riuscito ad aprire un blog tutto Tuo dove esporre finalmente e liberamente le Tue idee, senza scendere a compromessi. E adesso dacci dentro Rob.
RispondiEliminaTi ringrazio per l'incoraggiamento, Enrico. Le "mie" idee, in verità, le ho sempre esposte a voce o per iscritto, ovunque mi sia stata data la possibilità di farlo. Ora ho uno spazio che posso gestire da solo ed è come avere un conto corrente bancario: entro ed esco come mi pare. Vedremo cosa succederà. Il mio latente narcisismo aumenterà, immagino, di pari passo con l'aumentare del numero dei miei lettori.
RispondiEliminaDici che devo darci dentro? Va bene, ti accontento subito e passo a pubblicare il mio secondo articolo, un po' più lungo.
Ciao