Pochi giorni fa, il ministro La Russa ha firmato un ordine d’acquisto di 131 nuovi aerei da guerra, per una spesa complessiva di 13 miliardi di euro [1]. Lo ha fatto senza chiedere la mia autorizzazione, quel mefistofelico mariuolo! Di questi tempi, con le famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, è meglio che non si sappia troppo in giro, ma io ho i miei informatori e sono venuto a saperlo lo stesso.
Spesso mi sono divertito a fare calcoli su quanti pozzi d’acqua si potrebbero costruire in Africa, quanti ospedali e quante scuole si potrebbero realizzare nei paesi del Terzo Mondo, con i soldi spesi anche per un solo Tornado [2], ma con il passare del tempo non ho più la forza di ricorrere a questi paragoni, perché mi sento obsoleto, stantio e retorico. O, come direbbero a Napoli, mi sento “sgarrupato”. Come posso continuare a parlare di aiuti all’umanità sofferente se qui si è perso ogni barlume di buon senso e siamo governati da una classe politica amorale?
Una casta di politicanti marionette che favorisce le industrie belliche e, contemporaneamente, tradisce senza remore gl’insegnamenti di Cristo, che pure hanno avuto un bel mucchio d’anni per sedimentare nelle coscienze.
Non ho più nemmeno la forza di protestare per tanto scempio, per questo stillicidio di follia distribuita a piene mani e che si dirama nella società in tutte le direzioni, così in alto come in basso, facendo escursioni perniciose dal basso popolo agli alti vertici del governo. Trasversalmente.
Durante la prima guerra del Golfo del 1991, l’allora ministro Gianni De Michelis [3] in un’intervista disse che la guerra, da tutti vituperata, rappresentava tuttavia un “volano” dell’economia. Usò proprio questa parola ed evidentemente come i preti predicano bene e razzolano male, così i politicanti dalla lingua biforcuta parlano di pace e nello stesso momento acquistano 131 aerei da guerra, predicano la pace a voce alta e pensano alla guerra nel loro intimo, sperando che gli elettori non se n’accorgano. La dichiarazione di De Michelis fu solo un intermezzo, una pausa, perché per un momento smise di parlare con lingua biforcuta e disse la pura verità: la guerra fa girare l’economia.
Già, perché ci sono anche illustri esperti che lo dicono fuori dai denti, senza quelli che qualcuno chiama falsi moralismi. E’ curioso! Se siamo contro la caccia ci chiamano sentimentalisti; se ci pronunciamo contro la guerra ci definiscono moralisti e se andiamo a manifestare davanti a una base militare ci chiamano pacifinti.
L’ipocrisia e il falso dualismo, come c’insegna il caso di De Michelis hanno radici antiche; sono anzi il pilastro della gestione di governo, già dai tempi di Machiavelli, e forse per questo si dice comunemente che la politica è una cosa sporca: bisogna essere viscidi! Evidentemente, anche ai tempi di quel ministro socialista amante della vita notturna, c’erano esperti che la pensavano allo stesso modo. C’erano luminari come Maurizio Dallocchio, ordinario di finanza all’università Bocconi di Milano che sulla rivista “Oggi” del 7 settembre scorso ebbe a dire che “in una fase di stagnazione o recessione come quella attuale, un aumento delle spese militari a sostegno della propria industria ha un effetto di stimolo verso l’economia interna” (pag. 88). E il premio Nobel per l’Economia Paul Krugman ammette che “la crescita degli stanziamenti per la difesa dopo l’11 settembre è scandalosa”, ma aggiunge che “oggi il cuore dei problemi di bilancio del governo non è la spesa militare” (ibidem).
Più viscidi di così si muore! Se le tasse dei cittadini vanno per la guerra non vanno per la pace. Mi sembra ovvio e la conclusione schizofrenica di Krugman è del tutto insostenibile, anzi è solo un goffo tentativo per assolvere il governo americano dalle sue responsabilità. Del resto, dopo il conferimento del premio Nobel per la pace a Obama, abbiamo imparato a diffidare di quanti vengono insigniti di tale onorificenza e, come guide morali, semplicemente li respingiamo.
Bene o male, piano piano, stiamo cominciando ad aprire gli occhi, accorgendoci che le regole etiche elargite dalle istituzioni sono come la farina del diavolo: vanno in crusca. Un occhio allenato vede la secolare ipocrisia della Chiesa, ma vede lo stesso tentativo di presa in giro da parte di enti ed istituti laici. Se stiamo cominciando a rendercene conto è anche grazie a scrittori come Robert Pirsig [4] per il quale “le istituzioni quali le scuole, le chiese, i governi e le organizzazioni politiche di ogni sorta tendono a orientare il pensiero verso fini diversi dalla verità, a utilizzarlo per la perpetuazione delle proprie funzioni e per il controllo degli individui al servizio di tali funzioni”.
Se si pensa che l’autore di questa frase, pronunciata quando ancora nessuno parlava di teoria del complotto, ha avuto problemi mentali (come Hermann Hesse) e tuttavia è stato capace di dire una semplice verità, non possiamo non farci venire in mente quella frase di Gesù che disse: “Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. Dio è Verità e il motociclista pazzo Robert Pirsig ha visto Dio. L’ha vista giusta.
Anche se, personalmente, a paragonare il costo di un solo carro armato con la potenziale realizzazione di scuole od ospedali in Africa mi sento come se parlassi in un deserto, cosa che m’infonde un profondo senso di frustrazione, vi è la possibilità che l’attuale situazione cambi drasticamente e repentinamente, in virtù di quel famoso fenomeno che va sotto il nome di massa critica. Cioè, potrebbe verificarsi un ribaltamento dei valori e verità e giustizia potrebbero far capolino nella società, almeno per un momento. Non saranno i pacifisti, o pacifinti che dir si voglia, a farle emergere, giacché né quelli autentici come io mi reputo, né quelli manovrati che vanno in gregge, su comando, alle manifestazioni del Partito Democratico, riusciranno ad imporre valori etici nella società, ma sarà l’anonima folla arrabbiata a farlo per noi. Visceralmente. La massa critica dell’insofferenza e del malcontento potrebbe essere raggiunta se il popolo continuerà ad essere vessato e schiavizzato. Noi che abbiamo tempo e voglia di tenerci informati sul web ce ne accorgiamo e riusciamo anche a darci uno straccio di spiegazione, ma la gente che lavora in fabbrica o che si dedica interamente alla prosaica conduzione giornaliera delle proprie vite, nel momento in cui dovesse toccare l’acme della rabbia, potrebbe innescare un processo di rivolta irrefrenabile.
Marta Vincenzi, sindaco di Genova, è stata contestata e un consigliere comunale della Lega Nord si è preso pure un pugno simbolicamente sporco di fango [5] ma questi sono pesci piccoli. Potrebbero diventare sempre più numerosi coloro che vorrebbero fare la stessa cosa a Silvio Berlusconi e a tutti i ministri della Repubblica. Più oltre non vanno perché non sospettano, per il momento, l’esistenza di un ulteriore livello di comando. Il segnale comunque c’è. L’andazzo è quello. Michele Lecchini che si è preso un pugno, pur stando dentro la sua auto blu, è un caso paradigmatico. E anche se per ora la gente non si arma di falci e forconi e non sembra voler dare l’assalto al Palazzo d’Inverno, crescerà sicuramente il numero di quelli che non andranno più a votare.
Tutti i V.I.P. televisivi pronunciatisi in questi giorni, da Mario Tozzi a Luciana Littizzetto [6] nella puntata di ieri di “Che tempo che fa”, puntano il dito contro l’abusivismo e l’allegra gestione del territorio tipicamente italiana, basata sul menefreghismo e la mancanza di previdenza e lungimiranza, ma così facendo tendono a colpevolizzare la popolazione, spalmando la responsabilità su 60 milioni d’italiani e incriminando un colpevole astratto e non punibile: l’incuria. Poco ci manca che non accusino direttamente il Fato. Nessuno degli intervistati a vario titolo ha fatto cenno alle scie chimiche. Nessuno che si ponga domande su causa ed effetto di quei fumi bianchi rilasciati in atmosfera. Tutti credono nella menzogna delle scie di condensa.
C’è stato uno scienziato che volle esagerare dicendo che il battito d’ali d’una farfalla in Messico provoca un cataclisma dall’altra parte del mondo [7]. E’ la teoria del caos [8]. Se veramente basta poco per creare scompiglio nei delicati equilibri ecologici del Pianeta, quanto più una sistematica distribuzione di sostanze chimiche nell’aria, indipendentemente dalla loro composizione, dovrebbe avere effetti non certo benefici da qualche parte!
Se nessuno in tivù pone in relazione l’intenso traffico aereo clandestino con le abbondanti precipitazioni di questi ultimi giorni, nonostante si sappia che l’inseminazione artificiale delle nubi sia tecnologia consolidata, nonché pratica decennale, può voler significare solo che l’élite mondialista tiene ben nascosta alla consapevolezza della gente la sua arma più efficace. Le spese militari sono solo la parte visibile dello spreco di risorse, nello stesso modo in cui l’attività politica dei governi che ci viene mostrata quotidianamente dai telegiornali è solo la cortina fumogena dietro cui si dipanano le vere manovre gestionali delle società umane. Impoverirci con le crisi economiche pilotate e sottrarre fondi al nostro benessere per dirottarli su macchinari di distruzione e morte non è niente in confronto al vero danno che ci stanno infliggendo: la menzogna.
Tenere il popolo nell’ignoranza è sempre stato il metodo principe adottato dal Principe e la regola è più attuale che mai. Sono così sicuri di farcela e, prima o poi, di riuscire anche a ridurre la popolazione mondiale, che si permettono pure di prenderci in giro istituendo ministeri dell’ambiente, ARPE varie e commissioni per lo studio dei fenomeni geologici. Ci prendono in giro tutti, i piccoli enti locali, che sono i più a rischio cazzotti, e le grandi istituzioni internazionali, tutti impegnati a mostrare il loro aspetto presentabile, nel mentre ci accarezzano con la mano destra e ci pugnalano con la sinistra. L’ultimo sfregio in ordine di tempo è quello che si è celebrato ieri, la giornata mondiale contro lo sfruttamento dell’ambiente durante le guerre [9]. In questo modo, istituendo addirittura una ricorrenza periodica, sembra quasi che l’ONU dia per scontato che le guerre non avranno mai fine, benché ella stessa sia nata su questo presupposto. Per forza che non avranno mai fine: le organizzano loro!
La Russa può ben acquistare 131 aerei da guerra, ma prima o poi arriverà qualche Black Bloc che glieli brucia, anche se bruciare un F 35 è più difficile che bruciare una camionetta. Purtroppo temo che anche questa, più che la dimostrazione del malcontento popolare, sarebbe un’azione pilotata dagli Illuminati, che del caos hanno fatto una religione, e siccome la follia umana non è prerogativa della cricca massonica ma alberga anche nei loro antagonisti, i Black Bloc gli danno volentieri una mano. In ogni caso, la distruzione di camionette e aerei da guerra, fatta da rivoltosi incappucciati o da professionisti in tuta mimetica, oltre ad essere uno spreco dei nostri soldi, rientra nella logica consumistica della frenetica obsolescenza pianificata. I capitalisti armieri si fregano le mani!
Comunque vadano le cose, siamo fregati. Anche se innalziamo forche e ghigliottine e resettiamo la classe politica, facciamo un favore agli Illuminati. Anzi, è proprio quello che vogliono da noi. E’ proprio ciò che si aspettano. Si serviranno della popolazione incollerita per sbarazzarsi dei loro lacché, ormai diventati inutili e ingombranti. Instaureranno il NWO e daranno inizio alle danze.
Danze macabre.
Orsù, cominciate a dire le vostre ultime preghiere.
Noi atei, anche se non servirà a nulla, faremo altri scongiuri.
Note:
[4] Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta
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