sabato 11 aprile 2015

Potrebbero scoprire chi sono i mandanti


Fonte: Sponda Sud

L’Isis ha commesso «crimini di indicibile crudeltà», tuttavia la Corte penale internazionale (Cpi) non è competente ad aprire un’inchiesta, visto che né Siria, né Iraq sono stati membri. Inoltre, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu non ha mai fatto alcuna richiesta in tal senso. Lo ha ribadito il procuratore capo della Corte dell’Aja, Fatou Bensouda. 


«In questa fase – sottolinea Bensouda – non c’è la base giurisdizionale perché la Corte possa aprire un’indagine preliminare». Di recente l’Onu ha pubblicato un documento che contiene una lista, per difetto, dei crimini commessi dall’ISIS.  Il rapporto è stato stilato dopo che il governo di Bagdad ha chiesto alle Nazioni Unite di indagare sul comportamento dei seguaci del Califfo. Fra il dicembre 2014 e il febbraio 2015, gli inviati del Palazzo di vetro hanno condotto una “indagine rigorosa”. Il capo della squadra, Suki Nagra, ha firmato il rapporto e ha chiesto che il Consiglio di Sicurezza di New York lo prenda in considerazione per deferire il Califfato al Tribunale Internazionale dell’Aia. Sembra questa l’unica strada da seguire vista l’incompetenza della Corte Penale Internazionale.

Il documento contiene un elenco impressionante delle atrocità commesse in questi mesi di guerra Iraq: attacchi sistematici contro membri di diverse comunità etniche e religiose – tra cui i cristiani, yazidi, sciiti, curdi –, intenzionalmente presi di mira e sottoposti a gravi violazioni in quella che sembra essere “una deliberata politica volta a distruggere, sopprimere o espellere queste comunità in modo permanente dalle aree sotto il loro controllo”. Le Nazioni Unite sottolineano, inoltre, il carattere sistematico e diffuso di tali violazioni.

L’Onu ha denunciato anche l’uso di armi chimiche come il gas al cloro e la cattura di donne e bambini trattati come “bottini di guerra”, sottoposti a violenze. A Mosul l’Isis ha imposto una rigida forma di sharia (legge islamica) che prevede lapidazioni e amputazioni e dalle testimonianze è emerso che “13 ragazzi sono stati condannati a morte per aver guardato una partita di calcio”. Dal rapporto è arrivata anche la conferma che i miliziani hanno stuprato bambine comprese fra i sei e i nove anni di età. Alcuni testimoni le hanno viste portate in locali da cui poi le hanno sentite gridare per ore. Testimoni che hanno visto e sentito i miliziani scherzare sulle loro performance sessuali nello stuprare ragazzine appena più grandi. E ci sono le testimonianze dirette di donne che sono riuscite a fuggire.

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