domenica 26 aprile 2015

Uccisi pericolosi terroristi



Che Dio protegga lo Yemen, che finora ha versato davvero troppo sangue nel silenzio complice dei media. Poche ore prima il Re Salaman aveva richiamato la Guardia nazionale per operazioni di terra. Dopo 3200 bombe sganciate sullo Yemen, l'Arabia Saudita ha annunciato la fine dell'operazione "Tempesta Decisiva" che, a detta di Ryhad, avrebbe raggiunto i suoi obiettivi. (Forse, in realtà, troppi i danni collaterali e poco chiari gli obiettivi).


Come riporta Bloomberg, il Ministero della Difesa saudita ha detto che la coalizione di nazioni musulmane per lo più sunnite ha "eliminato con successo la minaccia alla sicurezza dell'Arabia Saudita e nei paesi limitrofi, "distruggendo le armi pesanti e i missili balistici detenuti dai ribelli sciiti Houthi". Questo arriva un giorno dopo che gli inviati del Golfo avevano detto alle Nazioni Unite che i raid sullo Yemen non sarebbero finiti presto. L'Arabia Saudita spera di riavviare il processo politico yemenita per superare la crisi e ha avviato una seconda fase della campagna, "Operation Restoring Hope", che sembra significare l'invio di truppe di terra della Guardia Nazionale saudita. Poco prima dell'annuncio della fine della campagna aerea, infatti, il Re Salaman ha ordinato alla Guardia Nazionale di unirsi all’operazione che è in corso in Yemen. La Guardia nazionale, considerata la forza militare meglio addestrata ed equipaggiata del Regno era già schierata lungo il confine meridionale dell'Arabia Saudita con lo Yemen, ma l'ordine di Salaman potrebbe aprire la strada per un'incursione di terra.


Il sospetto è che la guerra non sia finita. Non è infatti stato dichiarato un cessate il fuoco, e nonostante l'annuncio della fine dei raid aerei, questa notte RT ha segnalato bombardamenti su Sana'a e Aden e combattimenti in corso a Taez, Huta, capoluogo della provincia di Lahj, e a Daleh.
Il portavoce saudita ha sottolineato che la Coalizione continuerà a monitorare i confini dello Yemen e ad applicare un blocco navale per fermare l'eventuale riarmo degli Houthi. I raid, ha aggiunto il portavoce, riprenderanno se gli Houthi e le forze fedeli all'ex presidente yemenita Saleh, che hanno lavorato con gli Houthi, riprenderanno ad avanzare sul terreno. La Coalizione si è impegnata, infine, a continuare a "combattere il terrorismo" nel Paese. Non è chiaro se questo significava prendere di mira le posizioni di al-Qaeda nel paese, o forse quelle degli Houthi che lo scorso anno sono stati designati gruppo terroristico da Riyadh e Abu Dhabi. 
 

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