I segnali ci sono tutti: gli USA si preparano per una guerra diretta contro l’Iran utilizzando Israele come agente provocatore, mentre all’Arabia Saudita è stato affidato il “lavoro sporco” di finanziare ed addestrare gruppi di ribelli anti-iraniani da infiltrare in Iran dallla frontiera asiatica. Ci sono già stati i primi episodi di attacchi dalla frontiera con il Pakistan, subito respinti dalla guardia di frontiera iraniana. Il piano USA-Israele è quello di attuare contro l’Iran in modo analogo con quanto fatto contro l’Iraq nel 2013 dall’Amministrazione Bush. Creare la provocazione, lanciare accuse infondate e muovere guerra, possibilmente con una coalizione internazionale che comprenda anche Regno Unito e Francia e altri paesi della NATO. L’obiettivo è distruggere il potenziale militare industriale dell’Iran ed ottenere il cambio di regime.
Israele ha ottenuto quello che voleva, la rimozione dell’accordo sul nucleare e nelle prossime settimane farà esercitare opportune pressioni sugli alleati europei per seguire Washington sulla stessa strada. Il pacchetto di misure da far approvare per sanzionare l’Iran è già pronto e si eserciterà il ricatto sugli alleati europei che tergiverseranno ad associarsi all’alleanza anti-Teheran. Il segretario USA per l’Europa, Kurt Volker, ha già fatto il suo primo viaggio in Europa per iniziare a fare pressione sugli alleati europei. Sanzioni contro la Russia e contro l’Iran.
Con questa misura dell’uscita dal patto nucleare, che segue di pochi mesi quella del riconoscimento di Gerusalemme capitale, Trump si è assicurato, alla grande, l’appoggio della potente lobby sionista interna agli USA e quello della comunità cristiana evangelista ultra sionista che ha una fortissima influenza a Washington (gli evangelici sono molti milioni di persone negli USA).
Si conferma quindi quello che era stato anticipato da vari analisti e che noi stessi avevamo scritto su questo sito: Trump è il “burattino” di Israele le cui mosse sono ispirate e guidate dalla potente lobby e dal suo genero, Jared Kushner, che è il trade union tra Tel Aviv e Whashington, non potrebbe essere più evidente.
Tuttavia l’Amministrazione USA non ha tenuto abbastanza conto dei forti legami di cooperazione militare, economica ed industriale che legano l’Iran con la Russia e con la Cina. Un motivo questo che spinge la Russia in primis a schierarsi a fianco dell’Iran per non compromettere la posizione del suo principale alleato strategico nello scacchiere mediorientale. Putin è ben cosciente di questo e, al di là della condanna formale del gesto dell’Amministrazione USA che calpesta ogni regola del diritto internazionale, la Russia ha perfettamente capito che le regole del diritto internazionale per la triade USA-Israele-Arabia Saudita non valgono niente e che Washington e Tel Aviv ascoltano soltanto il linguaggio della forza. Quello che Israele sta facendo contro la Siria e quanto l’Arabia Saudita altrettanto fa con lo Yemen, dimostrano quanto sopra.
La Russia sta predisponendo le sue contromosse militari per fronteggiare l’aggressività dell’Amministrazione Trump ed in primis si appresta a dotare la Siria di un sistema antiaereo di primo livello, mediante l’installazione degli S-300 che deve prevenire gli attacchi di Israele sul territorio siriano ma questo non esclude un coinvolgimento diretto di Mosca nella difesa dell’Iran da possibili attacchi diretti della flotta USA nel Golfo Persico. Facile pensare che i russi stiano studiando, anche nel caso dell’Iran, di fornire sistemi antiaerei ed appoggio navale per fronteggiare la minaccia USA. Da considerare che l’aviazione russa già attualmente si appoggia su alcune basi aeree in Iran per le sue missioni dei bombardieri strategici che operano sulla Siria, dove la base aerea risulta insufficiente per alloggiare sulle piste gli aerei strategici (TU-22 M3). Vedi: La Russia posiziona in Iran i suoi bombardieri strategici.
Trump ha avuto tanta fretta di uscire rapidamente dall’accordo come se avesse intenzione di iniziare una guerra con Teheran il prima possibile. Chi gli sta dando tutta questa fretta? Facile rispondere: Benjamin Netanyahu. Il leader israeliano è impaziente di colpire, come primo obiettivo, le forze iraniane in Siria con l’appoggio degli USA, prima che queste possano installare rampe di missili puntate contro Israele.
Questo spiega il deciso passo avanti verso la guerra con l’Iran fatto da Donald Trump.
Naturalmente le conseguenze non sono da poco. Innanzi tutto viene delegittimata l’attività della AIEA, l’ente per il controllo nucleare, che aveva certificato la conformità dell’Iran all’accordo. Gli Istituti internazionali non valgono niente se non convalidano le tesi USA, vale per qualsiasi organismo internazionale, inclusi quelli per il controllo delle armi chimiche. Quello che stabiliscono Washington e Londra vale come verità assoluta e non servono verifiche internazionali. L’affidabilità degli USA sugli accordi internazionali è praticamente nulla, come si evince dalle ultime uscite degli USA dagli accordi sottoscritti a Parigi sul clima in precedenza e dall’ultimo sul nucleare con l’Iran. Un fattore questo che sarà attentamente calcolato da qualsiasi altro paese che abbia necessità di stringere accordi con Washington.
Quello che Washington non tollera è la non subalternità di quei paesi che rifiutano di sottomettersi al dominio degli USA, che sia il caso dell’Iran, come quello della Siria, della Corea del Nord, di Cuba, del Venezuela, del Nicaragua, della Bolivia, ecc.. L’Impero USA in declino vuole riaffermare il suo dominio e ritorna ad essere aggressivo con coloro che non si assoggettano. I paesi del mondo sono tutti avvisati e la Russia e la Cina non fanno eccezione, prima o poi dovranno affrontare il nemico, l’Impero USA divenuto sempre più aggressivo.
Chissà se il presidente Vladimir Putin vorrà fare suo il vecchio detto: ” Ama i tuoi nemici perché essi tirano fuori il meglio di te”(Friedrich Nietzsche).
Qualche idea di cosa ci facesse ieri Bibi Netanhyau alla parata a Mosca di fianco a Putin?
RispondiEliminaCredo che Netanyahu cerchi di separare la Russia dall'Iran.
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