Da molto tempo
affermo che il cane rappresenta l’ambasciatore tra noi e gli animali, ma a
giudicare dalle notizie di questi giorni, di un presunto scandalo di carne
equina rinvenuta dove non avrebbe dovuto esserci, sembra che il ruolo di
ambasciatore tra l’uomo e gli altri animali spetti, in piccola parte, anche al
cavallo.
Fino ad oggi il
discrimine tra paesi civili e incivili - nordici e sudici - si poteva far passare tra il Regno
Unito, in cui non esistono macellerie equine, e i paesi mediterranei in cui si
pratica la tauromachia (Spagna) e si spara a tutto ciò che si muove (Italia),
ma a far scoppiare questo presunto scandalo è stata la Repubblica Ceca,
i cui ispettori alimentari hanno scoperto per primi tracce di carne equina
nelle polpette in vendita nei centri commerciali dell’Ikea.
Di primo acchito,
sembrerebbe un dispettuccio da niente da parte del paese dell’Europa dell’est
nei confronti di quello scandinavo e, da profano, non riesco a capire cosa ci
sia di tanto grave nella presenza di carne di cavallo in polpette che
dovrebbero essere fatte solo con quella di manzo e maiale. Sentite anche voi puzza d'ipocrisia?
Si tratta di una
quisquilia di tipo legale e mi riesce difficile credere che di punto in bianco
sia sorta tutta questa premura nei confronti dei cavalli. Se si fosse trattato del
ministero della salute inglese lo avrei capito, ma……la Repubblica Ceca!
Noi, per non essere
da meno, abbiamo fatto intervenire i NAS, che hanno scoperto anche loro qualche
scheletro nell’armadio, qua e là, ma ho l’impressione che sia solo la
classica punta dell’iceberg.
Di tanto in tanto i
mass-media ci forniscono queste notizie rassicuranti, con gli “angeli custodi”
dalla riga rossa sui pantaloni che controllano il nostro cibo, con particolare
riferimento a quegli zozzoni dei cinesi. Possiamo quindi continuare ad
ingozzarci di carne.
Gli scandinavi
mangiano tanto pesce, burro e formaggi. I Cechi vanno avanti a forza di birra e
wurstel. E dunque, dov’è lo scandalo? Forse perché gli svedesi sono così
perfettini e legalisti che non tollerano di essere fatti passare per
imbroglioni? Hanno paura d’essere paragonati agli italiani, per caso?
Per quel che ne so,
da noi, nel nostro meridione, succede continuamente: mattatoi abusivi, animali
macellati in tutta fretta e messi sul mercato senza i visti dei veterinari,
“mucche a terra” trascinate giù dai camion e uccise lontano dagli occhi di
qualsivoglia ispettore sanitario o con l’avallo di veterinari compiacenti.
Tutto questo è la
norma. E vogliamo parlare dei cavalli comprati in Ungheria, caricati sui camion
e portati a morire in Puglia? Vogliamo parlare di quelli comprati in Argentina,
caricati nelle stive delle navi e fatti scendere a Genova? Qualcuno si
preoccupa di loro?
Ora salta fuori lo
scandalo della carne equina mescolata alle polpette di manzo e maiale! Tuttavia,
a fugare ogni dubbio circa la mancanza di consapevolezza da parte dei
consumatori – che è quello che ci vuole per le industrie della carne – è
arrivata la nota del ministro italiano della salute, Renato Balduzzi, che ha
tranquillizzato i consumatori circa la salubrità dei prodotti in vendita.
Intervento scontato,
della serie: “E’ tutto sotto controllo”, ma ancora devo riuscire a capire cosa
c’è che non va nella carne di cavallo. La si mangia da sempre e ora,
improvvisamente, non va più bene. Se qualcuno pensa che ai cavalli, quando sono
in vita, vengono somministrati antibiotici e altre sostanze illegali, sappia
che alle mucche viene fatta la stessa cosa. Se l’allarme è dovuto al fatto che
i cavalli “macinati” provengano dagli ippodromi, allora si tratta di
un’implicita conferma che nelle corse di cavalli si fa uso di sostanze dopanti,
che in tal modo finirebbero nell’alimentazione umana. Questo potrebbe essere il
quid di tutta la faccenda: non
una presa di coscienza sull’immoralità di mangiare carne di un animale
che per milioni di anglosassoni è paragonabile al cane, ma la probabilità che
insieme alla carne equina si assuma il doping che viene somministrato ai cavalli da corsa per
farli vincere. E’ quindi un ragionamento di tipo opportunistico e non di tipo
etico.
Del resto, anche
nella zoofila Gran Bretagna, quando i levrieri usati nelle corse dei cani non
sono più utilizzabili, vengono uccisi senza tanti complimenti ed è già successo
diverse volte che siano state trovate fosse comuni contenenti decine di Greyhound.
Resta il fatto, a
monte di tutto ciò, che uccidere cavalli, mucche, maiali o qualsiasi altro
animale è un abuso e un crimine che purtroppo resta impunito e che ci degrada
come esseri senzienti e dotati di coscienza.
Ci svilisce e ci
abbassa al livello delle peggiori belve ottuse, che almeno hanno la scusante di
dover uccidere per sopravvivere. Noi lo facciamo per puro diletto, perché ci
piace la carne, la caccia e la guerra. State pur certi che la prossima volta
che incontro un cattolico che mi parla della superiorità dell’uomo sulle
bestie, gli sputo in faccia!
Rimane forse ancora
un po’ di speranza che se la prossima volta dovesse scoppiare uno “scandalo”
simile, le percentuali di coloro che si lamenteranno della presenza di carne
equina siano un po’ superiori rispetto a quelle del caso attuale, perché ciò
significherebbe che c’è stata una maturazione morale da parte dei consumatori.
Ma esiste, poi, questa fantomatica maturazione? Non posso negare che esista, ma
dal mio punto di vista il progresso morale dell’umanità è di una lentezza
snervante. E i mutamenti, poi, sono sempre troppo blandi.
Vanno alla velocità
della tartaruga, mentre io vorrei che andassero almeno a quella del cavallo.
E' come sospettavo: la preoccupazione principale è dovuta alla possibile presenza di doping nelle carni equine:
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/animali/13_marzo_04/scandalo-carne-cavallo-divieto-macellazione-brambilla_7e799526-84c0-11e2-aa8d-3398754b6ac0.shtml