domenica 3 marzo 2013

Ipocrisia galoppante

Da molto tempo affermo che il cane rappresenta l’ambasciatore tra noi e gli animali, ma a giudicare dalle notizie di questi giorni, di un presunto scandalo di carne equina rinvenuta dove non avrebbe dovuto esserci, sembra che il ruolo di ambasciatore tra l’uomo e gli altri animali spetti, in piccola parte, anche al cavallo.
Fino ad oggi il discrimine tra paesi civili e incivili - nordici e sudici - si poteva far passare tra il Regno Unito, in cui non esistono macellerie equine, e i paesi mediterranei in cui si pratica la tauromachia (Spagna) e si spara a tutto ciò che si muove (Italia), ma a far scoppiare questo presunto scandalo è stata la Repubblica Ceca, i cui ispettori alimentari hanno scoperto per primi tracce di carne equina nelle polpette in vendita nei centri commerciali dell’Ikea.
Di primo acchito, sembrerebbe un dispettuccio da niente da parte del paese dell’Europa dell’est nei confronti di quello scandinavo e, da profano, non riesco a capire cosa ci sia di tanto grave nella presenza di carne di cavallo in polpette che dovrebbero essere fatte solo con quella di manzo e maiale. Sentite anche voi puzza d'ipocrisia?


Si tratta di una quisquilia di tipo legale e mi riesce difficile credere che di punto in bianco sia sorta tutta questa premura nei confronti dei cavalli. Se si fosse trattato del ministero della salute inglese lo avrei capito, ma……la Repubblica Ceca!
Noi, per non essere da meno, abbiamo fatto intervenire i NAS, che hanno scoperto anche loro qualche scheletro nell’armadio, qua e là, ma ho l’impressione che sia solo la classica punta dell’iceberg.
Di tanto in tanto i mass-media ci forniscono queste notizie rassicuranti, con gli “angeli custodi” dalla riga rossa sui pantaloni che controllano il nostro cibo, con particolare riferimento a quegli zozzoni dei cinesi. Possiamo quindi continuare ad ingozzarci di carne.
Gli scandinavi mangiano tanto pesce, burro e formaggi. I Cechi vanno avanti a forza di birra e wurstel. E dunque, dov’è lo scandalo? Forse perché gli svedesi sono così perfettini e legalisti che non tollerano di essere fatti passare per imbroglioni? Hanno paura d’essere paragonati agli italiani, per caso?

Per quel che ne so, da noi, nel nostro meridione, succede continuamente: mattatoi abusivi, animali macellati in tutta fretta e messi sul mercato senza i visti dei veterinari, “mucche a terra” trascinate giù dai camion e uccise lontano dagli occhi di qualsivoglia ispettore sanitario o con l’avallo di veterinari compiacenti.

Tutto questo è la norma. E vogliamo parlare dei cavalli comprati in Ungheria, caricati sui camion e portati a morire in Puglia? Vogliamo parlare di quelli comprati in Argentina, caricati nelle stive delle navi e fatti scendere a Genova? Qualcuno si preoccupa di loro?
Ora salta fuori lo scandalo della carne equina mescolata alle polpette di manzo e maiale! Tuttavia, a fugare ogni dubbio circa la mancanza di consapevolezza da parte dei consumatori – che è quello che ci vuole per le industrie della carne – è arrivata la nota del ministro italiano della salute, Renato Balduzzi, che ha tranquillizzato i consumatori circa la salubrità dei prodotti in vendita.
Intervento scontato, della serie: “E’ tutto sotto controllo”, ma ancora devo riuscire a capire cosa c’è che non va nella carne di cavallo. La si mangia da sempre e ora, improvvisamente, non va più bene. Se qualcuno pensa che ai cavalli, quando sono in vita, vengono somministrati antibiotici e altre sostanze illegali, sappia che alle mucche viene fatta la stessa cosa. Se l’allarme è dovuto al fatto che i cavalli “macinati” provengano dagli ippodromi, allora si tratta di un’implicita conferma che nelle corse di cavalli si fa uso di sostanze dopanti, che in tal modo finirebbero nell’alimentazione umana. Questo potrebbe essere il quid di tutta la faccenda: non una presa di coscienza sull’immoralità di mangiare carne di un animale che per milioni di anglosassoni è paragonabile al cane, ma la probabilità che insieme alla carne equina si assuma il doping che viene somministrato ai cavalli da corsa per farli vincere. E’ quindi un ragionamento di tipo opportunistico e non di tipo etico.

Del resto, anche nella zoofila Gran Bretagna, quando i levrieri usati nelle corse dei cani non sono più utilizzabili, vengono uccisi senza tanti complimenti ed è già successo diverse volte che siano state trovate fosse comuni contenenti decine di Greyhound.
Resta il fatto, a monte di tutto ciò, che uccidere cavalli, mucche, maiali o qualsiasi altro animale è un abuso e un crimine che purtroppo resta impunito e che ci degrada come esseri senzienti e dotati di coscienza.

Ci svilisce e ci abbassa al livello delle peggiori belve ottuse, che almeno hanno la scusante di dover uccidere per sopravvivere. Noi lo facciamo per puro diletto, perché ci piace la carne, la caccia e la guerra. State pur certi che la prossima volta che incontro un cattolico che mi parla della superiorità dell’uomo sulle bestie, gli sputo in faccia!
Rimane forse ancora un po’ di speranza che se la prossima volta dovesse scoppiare uno “scandalo” simile, le percentuali di coloro che si lamenteranno della presenza di carne equina siano un po’ superiori rispetto a quelle del caso attuale, perché ciò significherebbe che c’è stata una maturazione morale da parte dei consumatori. Ma esiste, poi, questa fantomatica maturazione? Non posso negare che esista, ma dal mio punto di vista il progresso morale dell’umanità è di una lentezza snervante. E i mutamenti, poi, sono sempre troppo blandi.
Vanno alla velocità della tartaruga, mentre io vorrei che andassero almeno a quella del cavallo.


1 commento:

  1. E' come sospettavo: la preoccupazione principale è dovuta alla possibile presenza di doping nelle carni equine:

    http://www.corriere.it/animali/13_marzo_04/scandalo-carne-cavallo-divieto-macellazione-brambilla_7e799526-84c0-11e2-aa8d-3398754b6ac0.shtml

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