giovedì 28 marzo 2013

Lotta ai nocivi

“Quando la merda monta a scanno, o che fa puzza o che fa danno”, afferma un detto popolare. Nel caso dell’escremento umano di nome Anna Maria Betti, assessore alla Provincia di Siena, si sentono entrambi gli effetti. La puzza di antropocentrismo si spande nell’etere virtuale d’Italia e altrove, rendendo sempre più irrespirabile l’aria di questo Pianeta. Il danno agli equilibri ecologici - che la poverina dice di voler salvaguardare – agli animali selvatici, alla giustizia e alla bellezza della natura si può immaginare facilmente.
Il sistema purtroppo è ben collaudato. Come la mafia dà indicazioni di voto ai suoi ricattati elettori, per mettere le pedine giuste al posto giusto, così la mafia legalizzata, lo Stato, mette le persone giuste nei posti chiave della società, con gli stessi precisi meccanismi.
La beffa è che con i soldi del denaro pubblico lo Stato mafioso indice campagne pubblicitarie per far credere che i candidati proposti si occuperanno delle necessità della gente, tralasciando il fatto che in realtà si occuperanno delle necessità di qualche ben organizzata e potente minoranza.

Nel caso della merda umana Anna Maria Betti si tratta degli interessi dei cacciatori, che in Toscana sono molto numerosi, ma in provincia di Udine si tratta dei cementieri e dei costruttori di strade. Me lo diceva un mio collega che di queste cose se ne intende. Mi ha detto fra l’altro che se per ipotesi dietro ci fosse la lobby dei vivaisti, noi ora saremmo pieni di aiuole e di cespugli fioriti, dappertutto, al posto di inutili raccordi e bretelle autostradali che, causa diminuzione del petrolio, non serviranno a nessuno.
Sul perché in Toscana, ma anche in Veneto, Lombardia e altrove, a ricoprire le cariche di assessori all’ambiente vengano sempre messi loschi personaggi amici dei cacciatori è presto detto. Bisogna difendere gli interessi economici delle industrie armiere, le poche che in Italia ancora tirano, nonostante la crisi. Per la verità, Beretta, Benelli e Company, hanno sempre tirato, crisi o non crisi.
Naturalmente, queste motivazioni sono inconfessabili e in campagna elettorale vengono taciute, così come non ci viene detto che se non compriamo gli F 35, quei bidoni volanti che avranno guasti in volo, spero, gli Stati Uniti ci sanzioneranno con qualche disastrosa alluvione o qualche terremoto mirato, più di quelli che già ora c’infliggono con la loro tecnologia geoingegneristica.
Nel caso della Betti, appartenente al peggior partito politico che l’Italia abbia avuto, il PD, c’è anche il fattore culturale. Ella viene da una cultura rurale, che ha negli allevatori e nei frequentatori di sagra i suoi migliori esponenti. Se pensate allo stereotipo del contadino che guarda il cielo e capisce che tempo farà, che chiama per nome le sue mucche e che piange quando viene il macellaio a portarsele via, toglietevelo dalla testa!
Non è più così, se mai lo è stato. Oggi, alla crassa ignoranza di fondo dei coltivatori della terra (non era colpa loro dovendo lavorare nei campi), si aggiunge l’idea del denaro sopra tutto, sopra quei valori che noi riconosciamo come tali, il rispetto per ogni essere vivente, ma che in quegli strati di popolazione non hanno mai attecchito, grazie anche alle omissioni del clero opportunista che ha tradito il messaggio di pace evangelico per adattarsi al volere dei peggiori.
Un livellamento verso il basso, a scopo di sopravvivenza, se no il curato veniva cacciato
dalla parrocchia, e che ha fatto sì che nascesse tranquillamente la figura del prete cacciatore, come in Friuli nasceva la figura del prete uccellatore (vedi Don Placereani). L’impulso ad uccidere e a servirsi della natura in tutte le sue forme non è prerogativa della Toscana, ma si ritrova in Sardegna, dove si voleva reintrodurre la tradizionale caccia ai tordi con i lacci di nylon, oppure in Lombardia, dove si voleva fare la stessa cosa con gli archetti per catturare pettirossi. Ne ho avuto prova di recente durante una manifestazione a Montirone, in provincia di Brescia. Sui muri erano attaccati manifesti che stupidamente prospettavano una specie di dittatura degli animali, come neanche George Orwell avrebbe potuto immaginare. Nel manifesto si vede una coppia di umani dormire in stalla e i cosiddetti animali da cortile dormire nella loro camera da letto. Ditemi se non è demagogia questa!?!
E l’hanno chiamato “movimento politico culturale”. Culturale, capite?
Anna Maria Betti è frutto di questa manipolatoria mentalità, di questo inganno inserito in altri inganni più vistosi. Sulle popolazioni rurali, quelle che leggono Famiglia Cristiana e i quotidiani perbenisti del posto, fa presa. Votano il loro candidato, dopo febbrili passa parola e poi lo invitano a cene a base di selvaggina. Anzi, quello lo fanno anche prima, come metodo per accattivarselo. A quel punto, anche se non era del tutto permeato dalla becera mentalità rurale, è preso in trappola e i sapori di una volta, salumi e formaggi con contorno di colesterolo, saranno per sempre l’esca e la mercede di tanta complice sollecitudine.


Quanto avranno pagato Anna Maria Betti, i cacciatori senesi, per poter andare a caccia tutto l’anno? Se la caccia in tana alle volpi comincia il primo aprile e va avanti fino alla fine di luglio, tolto agosto e la prima metà di settembre, in provincia di Siena cacciano dodici mesi all’anno, se escludiamo anche marzo. E’ curioso però - sia detto per inciso - la Toscana è stata la patria del Rinascimento, come Grecia e Italia sono state la culla della civiltà occidentale. Ora, Grecia, Italia e Toscana sono ricadute nella più totale barbarie, se consideriamo anche come sono trattati i vecchi, i manifestanti, gli arrestati, e altre categorie di non garantiti. Dev’essere il Pendolo della Storia, i corsi e ricorsi storici.
Oltretutto, l’assassina Anna Maria Betti è recidiva, essendo il terzo anno che autorizza l’uccisione delle volpi in fase di maternità. Nel Colosseo i romani facevano sbranare i prigionieri dai leoni, con pubblico pagante. A Siena - che non dimentichiamolo è la città dove mandano a sfracellarsi i cavalli contro i muri – fanno sbranare i cuccioli di volpe dai cani, con poche merde umane come spettatori, anch’esse paganti balzelli e licenze.
Sadici e drogati di violenza. Vecchi quasi rimbambiti che invece di starsene in osteria a giocare a carte, dove farebbero meno danni alla società, vengono sguinzagliati nelle campagne per stanare le volpi e ucciderle. Li si motiva facendo loro credere d’essere necessari agli equilibri della natura, che ovviamente non sanno neanche cosa siano, e li si inganna con l’idea d’essere paladini dell’ambiente e tutori della fauna. Loro sono ben contenti di farsi ingannare, perché ciò gli permette di espletare un bisogno fisiologico insito nei loro cervelli malati: provare quelle scariche di adrenalina che solo un cacciatore o un pescatore provano quando vedono morire le loro innocenti prede.
Com’è tipico di chi è in torto e sa di esserlo, la Betti reagisce con la classica arroganza dei cacciatori e, tramite il giornalista di Repubblica, dice: “chi ha a cuore la salute degli animali per favore non venga a dare lezioni alla Provincia di Siena".
Capito? Non disturbate il manovratore, c’era scritto sui tram una volta. Non parlate al conducente. Lasciate che a Siena uccidano i competitori di lepri e fagiani pronta caccia. Lasciate che in Val di Susa costruiscano l’alta velocità. Lasciate che in Friuli costruiscano la terza corsia dell’autostrada. La mafia del tondino e del cemento, unitamente a quella delle industrie armiere, ringraziano.
Mafiosi al potere. Eletti con l’inganno e votati da gentaglia poco diversa da loro, mangiatori di salami e grigliate miste. Gli stessi che vediamo in giro per le strade con il collo di pelliccia di cane sul giubbotto. Ignoranti che non sanno neanche d’essere al mondo, ma che mangiano e consumano e divorano come cavallette aliene venute dallo spazio. Virus letali che ammorbano aria, acque e suoli.

A Siena hanno preso di mira le volpi. In Veneto le nutrie. Altrove colombi e cinghiali. Ai
contadini che si lamentano per i danni subiti io andrei a bruciargli i raccolti, così, come una lezione zen, tanto per rimettere le cose a posto e fargli abbassare la cresta. Quando riescono a coinvolgere i loro sodali o a eleggere merde umane come Gentilini a Treviso, ci provano in tutti i modi: trappole, esche avvelenate o fucili, a seconda dei finanziamenti e delle risorse umane sul territorio, cioè in base alla disponibilità di guardiacaccia e altri sparatori entusiasti.
A Vigonza, in provincia di Padova, hanno messo gabbie-trappola. Una volta catturate, le nutrie vengono uccise. In base al principio che la nutria non è autoctona, rumeni e albanesi – per non parlare dei senegalesi – dovrebbero essere fatti fuori o, se si vuole essere umanitari, riportati nei loro paesi. Invece, la gente si lamenta sia delle nutrie, che rovinano gli argini dei canali, che di albanesi e rumeni, che fanno rapine nelle ville isolate, ma stranamente solo le nutrie vengono ammazzate. Se fossero coerenti dovrebbero cominciare dagli stranieri, che sono molto più nocivi, ma per fortuna degli stessi, la mentalità predominante è specista più che razzista.

I 100 % Animalisti di Padova, una delle associazioni più attive sul territorio italiano, ha già fatto qualche incursione serale o notturna alla ricerca di tali trappole, ma, avendo scelto una modalità morbida in funzione propagandistica, hanno preferito limitarsi a chiudere lo sportellino delle trappole, rendendole temporaneamente inoffensive. Lo hanno fatto per non incorrere nei rigori della legge specista al momento in vigore, ma immagino che quegli attivisti avrebbero preferito schiacciarle sotto i piedi. Se mi capitasse di trovarne una io farei così, ma riconosco che fare pubblicità all’iniziativa, senza commettere palesi violazioni di legge, sia la strategia migliore, benché effimera, perché tende a sensibilizzare l’opinione pubblica.
Quando trovo le cassette di plastica nere con le esche per i ratti, le tolgo di mezzo e le distruggo, mettendo i pezzi nel sacco della raccolta della plastica, ma io non faccio pubblicità alla cosa e mi limito a danneggiare la ditta che ha in appalto la derattizzazione.
Finché non mi scopriranno!

Tornando alle povere volpi di Siena, a nulla servirà l’appello di Margherita Hack e di altri
V.I.P. che in queste ore stanno chiedendo alla signora Betti un ripensamento (ne ha parlato anche il TG5 serale del 26 marzo). L’assassina è tetragona, non può venire meno agli impegni presi con i suoi elettori e degli appelli buonisti non sa che farsene, anche se si tratta, come in questo caso, di vere mail bombing. Anch’io, come migliaia di altre persone, ho mandato una lettera, ma l’ho mandata con ricevuta di ritorno, così devono protocollarla e perdere quei due minuti di tempo non dico a leggerla ma almeno a riportarla nel registro di posta in entrata. La mia è una lettera dura, al limite dell’insulto, perché con gli assassini di animali, i pedofili, e i trafficanti d’organi l’unico linguaggio è quello che possono capire. Altro non capiscono, essendo privi d’anima e coscienza.
Non avendo nulla che li qualifichi come esseri superiori, semiangelici, né quella famosa scintilla divina, né lo spirito immortale, né altre fanfaluche spiritualistiche tanto di moda oggi, non ho nemmeno la soddisfazione di sapere che dopo morta la Betti brucerà all’inferno. E’ solo materia organica in sembianze umane, un protoplasma inconsistente, messo a comandare un baraccone dispendioso che fra poco non esisterà più, come tutte le altre province. A lei, lo stipendio d’assessore alla morte degli animali, lo garantiranno comunque, perché sopra di lei ci sono altre merde umane che comandano e che la terranno cara, sotto la loro tutela.
L’unica speranza è che la sua dipartita giunga presto, insieme a tutti i suoi complici, mandanti ed esecutori. Non c’è giustizia su questa Terra e vincono sempre i malfattori e gli empi, i virus più nocivi dell’universo.

 


2 commenti:

  1. Hanno deciso di rimandare l'apertura della caccia alla volpe al primo maggio, causa proteste:


    http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/03/28/news/siena_la_provincia_blocca_la_caccia_alle_volpi_nelle_tane-55518673/


    Fra un mese torneremo all'attacco.

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  2. la betti è una persona squallida e insensibile oltre che di sconfinata ignoranza

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