mercoledì 9 novembre 2022

Foto che gli utenti dei social non vorrebbero mai vedere!


Gatti in vendita nei mercati di Antananarivo li avevo visti anch’io, anni fa. Poiché, dal punto di vista antropologico, i malgasci sono giunti sulla grande isola australe dal Borneo e da Sumatra, in tempi storici e costeggiando le terre emerse di Indonesia, India e poi giù verso sud, lungo la costa orientale dell’Africa, non c’è da stupirsi se si sono portati dietro le loro abitudini alimentari. Oltretutto, anche in certe zone dell’Africa si mangiano i gatti e questo è un comportamento nato indipendentemente dagli usi e costumi dei malgasci. Tina, la mia ex moglie indigena, mi ha spiegato che su una dozzina di etnie locali, almeno due non mangiano i gatti, i Masikoro e un’altra che non ricordo. 



Le sei foto qui pubblicate, scattate da Francesco Spizzirri, vengono dal mercato di Androvanghy, cioè in pieno centro ad Antananarivo, la capitale, territorio abitato dall’etnia Merina, che, più delle altre, è di origine estremo-orientale. Lo si vede dalle caratteristiche somatiche dei volti. I Merina sono l’etnia dominante, esprimono i presidenti a quasi tutte le elezioni e hanno in mano molte leve del potere, insieme alla minoranza musulmana dei Karana, che però si dedicano di più alle attività economiche, specie l’importazione del riso. Il commercio di vestiario e oggettistica, ovviamente, è in mano alla minoranza cinese e, come nel resto dell’Africa, tutte le merci o quasi vengono dalla Cina. Di recente, anche le maestranze, quando si tratta di fare lavori pubblici, come le strade, per esempio. 




Che i gatti vengano venduti nel mercato insieme ai polli significa una sola cosa: non sono considerati diversi dagli altri animali da carne. Cuccioli di cane anche vengono venduti, ma non nei mercati, bensì per la strada, e non per alimentazione, ma come cani da guardia. Anche qualora un cliente volesse comprare un gatto per tenerlo come animale da compagnia, non gli risparmierebbe la catena al collo, ovvero un semplice spago che non gli darebbe la possibilità di muoversi più di tanto. Tenere i gatti legati è considerato normale e la spiegazione è che altrimenti potrebbero venir catturati dai vicini e finire in padella. Per noi, un gatto che non possa fare i suoi giri, diurni e soprattutto notturni, è inconcepibile, ma noi siamo un popolo più evoluto rispetto ai malgasci, e agli africani in genere, e lo dico sapendo che questa mia affermazione potrebbe dar fastidio ai cattocomunisti, sciocchi come solo un cattocomunista può essere. 




La razza ariana è decisamente superiore alle altre e, proprio per questo, gli ebrei, che paradossalmente sono ariani pure loro, hanno deciso di sterminarla. “Il livello di civiltà di un popolo si vede da come tratta gli animali” non lo disse un ariano, ma un esponente di un’etnia “coloured”, Gandhi, a meno che non si vogliano considerare ariani anche gli indiani. 




Come vengono macellati i gatti non lo so e non lo voglio sapere. Se poi vengono arrostiti o cucinati in altro modo, non mi è dato di sapere, giacché Tina, che pure appartiene a un’etnia che teoricamente i gatti li mangia, non ne ha mai mangiato uno. Giù nel sud, mangiano tartarughe marine e terrestri, ricci Tenrec, e soprattutto pesci, ma non mi è mai capitato di vedere cani o gatti in vendita nei mercati. 




Sicuramente, avrete avuto anche voi l’idea di comprare i gatti per evitar loro di essere macellati, ma se in sé questa è una nobile intenzione, cozza con gli effetti pratici che ne derivano. Ovvero, che si finanziano i loro aguzzini e si incrementa il commercio di gatti, proprio il contrario di ciò che noi tutti vorremmo. Resta l’ipotesi di rubarli (o rapirli) ma a nessuno si può augurare di passare del tempo in una prigione malgascia, che non è molto diversa da quella degli altri paesi africani: grandi stanzoni sovraffollati, privi di letti, con secchi per la raccolta delle feci e delle urine, che vengono svuotati dai detenuti stessi, mancanza di igiene e di cibo, che deve essere portato ai detenuti dai loro parenti. Quello che passa...il convento si compone unicamente di riso e fagioli. Di fronte a questa prospettiva, non resta molto altro da fare, se non lasciare i gatti, come anche il pollame, al loro destino, maledicendo la razza umana, con la sua mostruosa insensibilità e crudeltà. Lasciate ogni speranza voi che vi ostinate a viaggiare in giro per il mondo. 

2 commenti:

  1. Bel pezzo, Roberto! Lo condivido assolutamente, pur se fa star male.
    Anche se Gandhi dicono avesse il grembiulino.
    Povere creature in mano a bifolchi sottosviluppati (non che da noi stiano meglio).
    Ecco che cosa ci portano le orde di selvaggi che arrivano in Italia ed in Europa; qualcuno sostiene che il piano Kalergi serva anche per introdurre il cannibalismo in Occidente.
    Molto probabile.
    Carlo

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    1. Su Facebook questo articolo non ha avuto molto successo perché le gattare ivi presenti in gran numero lo hanno saltato a piè pari, per non star male. Lo avrei fatto anch'io, se non ne fossi stato l'autore.

      Non credo che gli occidentali riesumino il cannibalismo, dopo secoli che lo abbiamo eliminato.

      Non credo nemmeno che i padroni del mondo riescano ad introdurre l'entomofagia.

      Ci stanno provando con ogni mezzo, ma non ce la faranno.

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