domenica 27 novembre 2022

Le Tegenarie non si fanno la ceretta


Degli animali, una volta conosciuti i dati biologici principali, m’interessano gli aspetti antropologici. Ovvero, i rapporti che storicamente abbiamo avuto con le varie specie di nostri compagni di viaggio in questa avventura che è la vita sul pianeta Terra. Per esempio, una volta saputo che abbiamo a che fare con una Tegenaria parietina, appartenente alla famiglia degli Agelenidi, una delle due specie di Tegenarie che vivono dentro casa (l’altra è la domestica), non c’è molto altro da dire, se non forse qualcosa sulle sue abitudini e sui suoi parenti. Circa le abitudini, la femmina passa tutta la vita, di anche sette anni, rintanata nel suo buco, aspettando le prede, mentre il maschio, quando è la stagione della riproduzione, va in giro di notte a...donne, abitudine tipica anche di certi nostri giovinastri. Ecco perché il maschio spesso passa sopra il letto dove state dormendo (o siete svegli guardando il soffitto) e ve lo vedete proprio in perpendicolo camminare beatamente, nero, grosso e con le zampe pelose. Niente ceretta per i maschi. E allora, le vostre reazioni a una tale vista, ve le lascio immaginare. Io, le mie, le ho esplicitate in questo video. Volete sapere qualcosa sulle sue abitudini alimentari? Beh, è presto detto! I ragni, quasi 50.000 specie, sono tutti carnivori, tranne, pare, una specie. E diciamo qualcosa dei suoi parenti. O meglio, si dovrebbe dire dei suoi coinquilini, giacché ci sono ben sette famiglie di ragni che vivono nelle abitazioni umane, oltre agli Agelenidi. Le elenco qui, così faccio la figura dello scienziato, mentre sono solo un naturalista, e pure dilettante. Folcidi, Terididi, Sicaridi, Scitodidi, Ecobidi, Zoropsidi e, infine, Segestridi. Queste sono le famiglie e ciascuna di esse ha diverse specie. Degli Agelenidi, abbiamo detto, ce ne sono due. Voi direte: “Dove sta tutta questa gente?”. Beh, se vivete in un appartamento di città e non avete una stalla, un fienile e magari neanche una cantina e una soffitta, il campo si restringe e ne avrete molti di meno, come ospiti poco graditi. Di tutti loro, l’unico realmente pericoloso per l’uomo appartiene alla famiglia dei Sicaridi (da sicario) ed è il famoso Ragno Violino, ma dovreste essere proprio sfigati per beccarvi il suo morso. Per ogni evenienza, non sapendo distinguere gli uni dagli altri (sempre di otto zampe sono muniti) evitate di toccarli con le mani. Non è necessario ucciderli, basta sbatterli fuori di casa, ché tanto poi tornano dentro, se non chiudete pertugi e fessure. 




Io, quello che avevo da dire sulle caratteristiche biologiche, non essendo uno specialista, e non trovandoli particolarmente simpatici, l’ho detto. Rimane solo da capire, almeno per me, da dove nasce il detto popolare “Ragno porta guadagno”. Si tratta di pensiero magico e a me sta anche bene, perché la gente, trovandosene uno in casa, dopo aver detto la fatidica frase, lo prende delicatamente e lo butta fuori dalla finestra, forse dando ascolto al principio scaramantico di Peppino De Filippo “Non è vero, ma ci credo”. Chissà mai che non arrivino proprio dei soldi?! E allora, meglio non ucciderlo! Tale detto, al di là della rima ragno-guadagno, deve essere molto antico, di quando sussisteva ancora l’animismo, ogni cosa aveva un’anima e si potevano intuire presagi dagli eventi della vita, compreso l’incontro con un ragno, eventualità tutt’altro che rara nelle povere e sudicie case di una volta. Poi, è arrivato il cristianesimo che ha spazzato via tutto. Un reset storico. D’altra parte, anche in letteratura abbiamo un Grillo Parlante che rappresenta la coscienza di Pinocchio e quindi un ragno che fa arrivare soldi in casa ci può anche stare! Devo, in finale, ancora una volta ringraziare l’amico Francesco Spizzirri, senza il cui intervento a posteriori, nell’elaborazione delle foto, non si vedrebbero tutti quei particolari, compresi i peli delle zampe. E da questo si evince che si tratta di un maschio. Il ragno, non Francesco, il cui sesso è assodato.

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