sabato 12 novembre 2022

Piccoli carri armati crescono


Francesco, il mio fotografo di fiducia, il porcellino di terra è piaciuto così tanto che, avendogli mandato anche la foto di un onisciforme malgascio, da me fotografato nel 2008 nel sud arido del Madagascar, ha elaborato anche quella foto rimandandomela ingrandita e pulita dalle varie imperfezioni. Il problema è che io non ho la più pallida idea di che specie si tratti, non l’avevo quella volta e non l’ho neanche oggi. L’App di Google Lens, per il riconoscimento delle specie, continua a darmi come risposta il millepiedi gigante africano (Archispirostreptus gigas), che è pur sempre un diplopode, ma non c’entra con il “mio” onisciforme. L’unica cosa di cui sono sicuro è, dato l’ambiente arido in cui vive, non è un onisco vero e proprio, che respira con le branchie, in quanto crostaceo, ma un millepiedi, che invece respira con le trachee, attingendo ossigeno direttamente dall’aria, avendo quindi maggiore libertà di movimento potendo vivere anche in luoghi estremamente asciutti. 



Rispetto ai nostri onischi, quello in foto è grande il doppio, ma non credo sia quel mostro che mi capitò di vedere due anni prima a Ranomafana e che ora so chiamarsi Globotherium brolemann. Quello era lungo quattro o cinque centimetri, alto due o tre e i bambini ci giocano come fossero biglie, quando sono appallottolati. Il colore è l’unica rassomiglianza tra i due. Si possono contare dieci segmenti, più quello cefalico e quello all’estremità posteriore, ma non si può fare a meno di ammirare la perfezione della struttura. Al minimo segnale di pericolo si appallottola, come fanno gli armadilli. Infatti, i cugini crostacei sono stati chiamati proprio armadillidi. 




Nelle isole succede così: o le specie sono nane, o sono giganti. In Sardegna, per esempio, la popolazione umana ha una statura media più bassa rispetto agli altri italiani, ma è proprio la regione dove sono stati trovati scheletri di giganti. In Madagascar c’era l’uccello elefante (Epiornis maximus), ma c’è ancora il camaleonte più piccolo della famigliaMa, tornando al nostro millepiedi, e se si trattasse di un esemplare giovane di quel mostro che trovai nella foresta pluviale di Ranomafana? Il nome volgare è millepiedi gigante della pillola, un nome che non gli fa onore. Se è della stessa specie, significa che ha una grande adattabilità, in fatto di ambiente.

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