venerdì 2 settembre 2011

Il più grande vegetariano della Storia



Il più grande vegetariano della Storia non è stato Gesù Cristo, né Krisna, né Mahavira, né Siddharta, né Lao Tzu, né Zoroastro, né Apollonio di Tiana, né Prisco di Tesefro, né Pitagora, né Porfirio, né Plutarco, né Leonardo da Vinci, né Richard Wagner, né Victor Hugo, né George Bernard Shaw. E nemmeno il sottoscritto.
Il più grande vegetariano della Storia è stato…
….Adolfo Hitler.
Se un individuo compie nove buone azioni e una decima cattiva, possiamo star certi che verrà ricordato per quell’unica cattiva. E tutto il bene che avrà pure fatto nella sua vita, sarà come non fosse mai esistito. Così, se un ideale condiviso da migliaia di persone nel corso della Storia (non dimentichiamoci degli Orfici, degli Esseni e dei Catari), si dimostra benefico per la pace, per la giustizia, per l’elaborazione dell’etica e per la salute degli interessati, siano essi divorati o divoratori, sarà obnubilato da un unico elemento negativo che getterà una marea di fango sull’intero movimento d’idee. Movimento che passerà alla Storia come dottrina malvagia e ripugnante.
 
Questo è quanto è successo e sta succedendo con Hitler vegetariano, l’eroe nero il cui fantasma aleggia prepotente sulle nostre vite e sui nostri ragionamenti. La sua inaudita follia, reale o frutto di propaganda da parte dei suoi vincitori, turba e scandalizza ancora a distanza di 66 anni, da quel 30 aprile del 1945, da quando le sue spoglie mortali furono date alla fiamme e il cui fumo continua tuttora a ottenebrare le coscienze.
Su ciò che il Fuhrer mangiasse veramente c’è un alone di mistero e, francamente, se ne sono sentite di tutti i colori. Si è sentito dire che amasse molto i wurstel e i piccioni farciti. Si è sentito dire che soffrisse di flatulenza patologica e, per tale ragione, i suoi medici gli avevano prescritto una dieta vegetariana, che lui regolarmente trasgrediva.
E’ stato detto anche che fosse vegetariano perché associava la carne agli ebrei, verso i quali pare provasse una forte repulsione a livello epidermico, ma questa spiegazione mi sembra molto simile a quella che afferma che Gesù Cristo fosse un virus. Siamo nel campo delle illazioni più inverosimili.
Nel film “La caduta”, interpretato da Bruno Ganz, si vede un Fuhrer che invece segue scrupolosamente la dieta vegetariana e che per questa ragione, insieme al fatto che non fumasse e non bevesse alcolici, veniva segretamente considerato uno stravagante e un inetto da alcuni suoi gerarchi. Sulle abitudini personali di Hitler sono stati versati fiumi d’inchiostro, come per esempio, fra l’altro, che non aveva quasi per niente rapporti sessuali con Eva Braun. Anni fa lessi “Hitler mi ha detto”, di Hermann Rauschning [1], ma non ricordo se l’autore fa cenno all’alimentazione del capo del nazismo. Ho letto che aveva improvvisi scatti d’ira incontrollabile e che una notte i suoi domestici accorsero nella sua camera a causa delle urla disumane che emetteva. Quando entrarono nella stanza, il Fuhrer, con gli occhi fuori dalle orbite, sbavando, indicava un angolo della stanza come se ci fosse qualcosa o qualcuno che solo lui vedeva, episodio che accreditò la diceria che Hitler praticasse la magia o avesse qualche altra tendenza di tipo satanico. Forse semplicemente aveva qualche seria malattia mentale che gli faceva avere allucinazioni di tipo demoniaco.
In tal caso, non sarebbe il primo caso nella Storia di dittatore o tiranno che suscitasse nelle folle timori di questo genere. Non è il primo caso in cui la ferocia dimostrata da qualche leader politico induceva una sorta di trasfigurazione nell’immaginario della popolazione. E’ successo con Attila, Gengis Khan, Ivan il Terribile ed Ezzelino da Romano, ma sono sicuro che ne sto tralasciando molti altri.
Una cosa è certa, Hitler non era dotato di compassione, né per il nemico, né per gli ebrei, né per gli animali e quindi il suo vegetarismo non era di tipo etico, ma unicamente salutistico. Una specie di “straight-edge” [2] ante litteram.
Purtroppo è bastato che nelle sue numerose biografie si menzionasse il suo affetto per la cagna alsaziana Blondie, per far sì che nella percezione dei posteri l’amore per i cani e il rifiuto di mangiar carne, ne facessero una specie di mostruoso animalista, fornendo così involontariamente argomenti ai moderni nemici degli animali, che sono anche nemici degli animalisti.
La prima volta che mi trovai di fronte a questa precisa accusa, e cioè che degli animalisti non ci si deve fidare perché vogliono più bene alle bestie che non ai cristiani, fu agli inizi degli anni Novanta, quando lessi un intervento del sacerdote cattolico Don Pietro Degani, titolare della parrocchia di Zuglio, in Carnia. Un gruppo di noi era andato ad aspettarlo fuori dalla chiesa, dopo la messa, per un abboccamento amichevole, cioè per contestargli la sua passione per la caccia e l’uccellagione.
Di preti cacciatori ce ne sono molti in Italia, ma che un sacerdote, le domeniche d’autunno, terminasse prima del tempo le funzioni religiose per poter andare nel roccolo a catturare gli uccellini migratori, ci sembrava un po’ eccessivo. Noi all’epoca eravamo ingenui, gentili e rispettosi e gli facemmo notare che mentre San Francesco faceva le prediche agli uccelli, lui, Don Degani, li catturava con le reti, per avviarli a un triste destino di prigionia o alla mensa di qualche suo amico buongustaio (Polenta e osei, cibo degli Dei).
Don Degani rispose a quella che per noi era una manifestazione ma che ai suoi occhi fu una provocazione, con una lettera al Messaggero Veneto, in cui, oltre a minacciare una rivolta armata dei montanari contro gli abitanti di città (incredibile ma vero), disse che Hitler era vegetariano e raccontò un episodio a cui aveva assistito da bambino, nella zona collinare di cui era originario. Quella fu la prima volta che sentii parlare del vegetarismo del Fuhrer, ma la Storia che Don Degani raccontò merita di essere menzionata.
Dunque, una mattina presto, in campagna, il bambino Pietro Degani era in compagnia del padre e dello zio, all’interno dell’impianto per la cattura di uccelli migratori chiamato roccolo. A un certo punto videro venire avanti quattro o cinque soldati nazisti, armati di tutto punto, accompagnati da un ufficiale. Evidentemente, i tordi che servivano da richiamo avevano richiamato l’attenzione del gruppetto di soldati. Il cui ufficiale, rendendosi conto di ciò che stava succedendo, si mise a sbraitare furioso e ordinò ai suoi sottoposti di aprire le gabbie e far volare via i tordi. Il bambino Pietro era terrorizzato, non meno dei due adulti che, conoscendo la ferocia nazista, magari si aspettavano di essere fucilati lì, sul posto. Probabilmente accadde dopo l’otto settembre del ’43, ma avrebbe potuto accadere anche prima, poiché l’amore che i tedeschi hanno per l’avifauna era sufficiente per farli andare su tutte le furie, alleati o non alleati, nel momento in cui si trovavano di fronte a qualche comportamento dei barbari italiani. Quella scena rimase impressa nella memoria del ragazzino che, una volta fattosi prete, non smise la passione inculcatagli dai suoi parenti.
Non fu l’unico sacerdote di quella generazione a praticare l’aucupio e un altro prete famoso in questo senso fu Don Francesco Placereani, che diede inizio alla traduzione della Bibbia in friulano, opera che fu proseguita e ultimata da Don Antonio Bellina, causa decesso prematuro del Placereani [3].
Questi aneddoti servono se non altro a farci capire che a sud delle Alpi l’antropocentrismo cattolico porta anche le guide religiose a considerare tutti gli animali a nostra disposizione, mentre a nord delle Alpi lo stesso antropocentrismo seleziona alcuni animali a differenza di altri e crea disparità di vedute tra persone di cultura cattolica e persone di cultura protestante. Oltre ai tedeschi che non mangerebbero mai uccelletti canori, vanno citati, a mo’ d’esempio, gli inglesi che non mangerebbero mai carne di cavallo, come invece fanno italiani, greci e spagnoli.
In quest’ottica, se si tiene conto che gli anglosassoni parlano di madre natura e i mediterranei la considerano più una matrigna, si può inquadrare anche un austriaco di nome Adolf Hitler che adora i cani, ma odia gli ebrei, non mangia carne, ma è spietato con il suo stesso popolo. I discendenti delle religioni celtiche possono benissimo aver interiorizzato la sacralità e l’amore per i boschi, le fonti sorgive, il vischio e gli uccelli canori e, contemporaneamente, conservare nel proprio DNA l’odio per i discendenti dell’antica S.P.Q.R. (non dimentichiamo l’eccidio della selva di Teutoburgo) [4].
Infatti, fu solo per l’amicizia personale tra Hitler e Mussolini che le due nazioni divennero alleate, dal momento che fra i tedeschi era prevalente la considerazione che un loro gerarca sintetizzò dicendo che l’Italia è solo un’espressione geografica, cosa che era stata detta ancora prima da Clemente Metternich.
Se accettiamo l’idea che gli anglosassoni, e in particolare i teutonici, possano essere nello stesso momento amanti della natura e razzisti verso gli stranieri, ci sarà più facile capire perché la storia ci consegni un vegetariano che ha condotto il suo paese alla distruzione quasi totale, oltre ad aver sterminato un numero imprecisato di ebrei, Rom, Testimoni di Geova, dissidenti politici, obiettori di coscienza, portatori di handicap e prigionieri politici.
Se poi consideriamo che le idee di eugenetica applicate dai tedeschi erano state imparate dagli americani prima che scoppiasse la guerra, ci sarà più facile capire che, al di là della dieta vegetariana del Fuhrer, nella mente fanatica e malata di tante persone WASP può albergare la follia omicida che prevede la soppressione di quanti non rientrino nei fittizi parametri della purezza della razza, idea, quest’ultima, più politica che scientifica.
In definitiva, posso accettare che un capo di Stato fanatico, malato di Parkinson e di qualche altro delirio di grandezza, evitasse di mangiare carne perché gli faceva repulsione o perché volesse risolvere i suoi problemi digestivi, ma non posso accettare l’uso strumentale che è stato fatto e viene ancora fatto oggi, a distanza di così tanto tempo, da quanti in malafede, vogliono trovare delle pecche nelle motivazioni di chi sceglie un’alimentazione “cruelty free”.
Non posso accettare che vengano colpevolizzati tutti i vegetariani perché uno di essi, illustre e dannato, lo era. Altrimenti, per la stessa ragione, bisognerebbe colpevolizzare quanti amano i cani (e c’è anche chi lo fa), oppure bisognerebbe colpevolizzare quanti amano la musica degli strumenti a corde, dal momento che un altro “cattivo” consegnatoci dalla Storia, un certo Nerone, amava dilettarsi con il canto suonando la lira.
Bisognerebbe colpevolizzare quanti scrivono poesie, dal momento che un altro cattivo consegnato all’eterno ludibrio, un certo Stalin, da giovane scriveva poesie. Bisognerebbe inoltre colpevolizzare tutti i gesuiti, dal momento che Stalin studiò presso di loro. E su questo magari potrei essere d’accordo.
E invece, nessuno mai si è spinto a tanto. Nessuno colpevolizza musicisti e poeti, perché si capisce – e lo dicono anche i codici – che la responsabilità penale è individuale.
Ora, io mi rendo conto che stiamo vivendo un periodo storico in cui ogni cosa assodata viene messa in discussione e, in linea di principio, tale operazione è anche salutare. Mi rendo conto che si scoprono gli altarini per cui personaggi che credevamo buoni erano in realtà dei bricconi. Mi rendo conto che si accusa Gandhi di aver voluto la bomba atomica; Madre Teresa di Calcutta di essere stata interessata più alla pecunia che ai malati terminali; Charlie Chaplin di essere stato un despota con i figli; Einstein di aver rubato le idee a un fisico italiano (e non parliamo di allunaggio e undici settembre), ma qui bisognerebbe fare un onesto esame di coscienza, fermare i giochi, mettere da parte le faziosità politico-ideologiche e chiedersi: “Ma l’alimentazione vegetariana, che non comporti l’uccisione di alcuna creatura, a prescindere da argomenti di tipo salutistico, è moralmente buona o cattiva?”.
Se si arriva a rispondere che è eticamente buona, allora potrebbe essere vegetariano anche Satana in persona, non solo Hitler, che questo non cambierebbe di una virgola i termini della questione. Se una cosa è buona, è buona e basta. E’ buona per una sua qualità intrinseca.
Se invece si arriva ad affermare che l’alimentazione vegetariana è moralmente sbagliata e che uccidere un animale sia cosa buona e giusta, allora si dovrebbe accettare un sovvertimento della logica e del linguaggio e, tanto per fare un esempio, per indicare una strage di persone uccise, non si dovrebbe dire: “E’ stato fatto un macello”, dal momento che i mattatoi sono cose moralmente sane e corrette.
Non si dovrebbe più usare l’espressione “Vivo e vegeto”, perché fuorviante, e si dovrebbe dire “Vivo, ma malaticcio”. E questi sono solo due semplici esempi.
Gli storici riportano che tutti i più grandi pensatori, i mistici e i fondatori di religioni erano vegetariani, ma nell’ottica dell’immoralità del vegetarismo, si deve concludere che siano stati persone cattive, folli e malate. Cosa che è piuttosto difficile da sostenere.
Insomma, si può discutere quanto si vuole su quella figura sinistra che è passata alla Storia come il più feroce vegetariano mai esistito, di cui si parla ancora oggi con sdegno. Si può discettare ad libitum di quell’orrendo personaggio che rappresenta una pietra d’inciampo per Don Pietro e molti altri maliziosi e superficiali cattolici, ma arrampicarsi sugli specchi, mettendo in discussione anche il buon senso comune, è impresa assai ardua. E soprattutto disonesta. Il capo del nazismo sarà stato anche vegetariano, ma i vegetariani non sono automaticamente dei nazisti. Tutto il resto è solo sterile maldicenza.


Note:

13 commenti:

  1. Ciao freeanimals,sono incuriosito da questo articolo, comunque io dubito fortemente che un'elemento del genere sia stato anche per un solo giorno vegetariano,c'è da chiarire se mangiava pesce e i prodotti degli animali come latte uova formaggi ecc.
    In ogni caso credo fermamente che chi diventa vegetariano (anche per motivi salutistici) diventa indirettamente molto più tranquillo, molto meno esaltato, amorevole, pacifico e rilassato verso tutte le creature viventi,umani compresi;
    La nevrastenia,l'esaltazione e la ferocia che possedeva è tipica di chi ha l'organismo totalmente intossicato da carne e da un'alimentazione tutt'altro che naturale.(noterai che laddove si mangia molta carne,trovi anche le persone molto esaltate e montate,in particolare coloro che ne mangiano spesso).
    Deduco che i sostenitori di tale tesi,vogliano subdolamente infagare i vegetariani vegani igienisti crudusti ecc. Tale alimentazione disturba non poco i poteri degli esaltati, che ci governano tendenzialmente come hitler,e non mi stupirei affatto se utilizzassero certe falsità per difendere il sistema.

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  2. Un utente di questo sito:

    http://www.stampalibera.com/?p=30631

    che si firma Archimede, sostiene che il vegetarismo di Hitler sia stato tutto una montatura propagandistica.
    Personalmente ho sempre saputo che le popolazioni vegetariane sono più pacifiche di quelle carnivore. Gli Unni tenevano la carne a frollare sotto la sella del cavallo e sono passati alla storia per la loro ferocia. I legionari romani mangiavano prevalentemente zuppe di farro, erano dei validi combattenti, ma gli storici non segnalano efferatezze, al di là del normale combattimento.
    In ogni caso, non si possono trarre deduzioni che vadano bene sempre e comunque. Io ho fatto la mia scelta di un'alimentazione senza carne e non la cambio.
    Ciao e grazie per la visita.

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  3. Ciao Freeanimals, sono vegetariano pure io, da almeno trentanni; non so se Hitler sia stato vegetariano o meno, ma le uniche persone (che mi risulta) abbia ucciso è Eva Braun e se stesso (forse), voglio dire che lui ha sempre ordinato le stragi e lo sterminio di popolazioni anche inermi, chi veramente ha eseguito i suoi ordini sono i veri responsabili, non si sono mai fatte domande, ma solo obbedienza cieca ad un pazzo, che nonostante i processi non si sono mai pentiti di quello che hanno fatto nemmeno in punto di morte quando sono stati assassinati giustiziandoli, convinti di aver fatto il loro dovere .

    Poco vale che se non avessero eseguito gli ordini, sarebbero a sua volta eliminati da altri aguzzini assassini, questo è il mondo di allora ed è anche quello di oggi, a partire dall'ultima guerra 1945, alla fine, sono state gettate due ordigni di distruzione di massa su Nagasaki e Hiroshima, da parte dei buoni.

    Rimango basito quando sento dire che un dittatore o una democrazia civile ordina uno sterminio e il popolo esegue; forse è l'essere umano che ha qualche problema, vegetariano, vegano o onnivoro che sia.

    Ciao, wlady

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  4. Salve Wlady! Benvenuto!
    E' il militarismo la causa di tutti i mali, favorito forse da una predisposizione cerebrale dei nostri schemi mentali. Di là, su Stampa Libera, ho appena risposto che per me non sono i sionisti la causa dei mali del mondo, perché non vedo differenza tra un militare sionista e uno non sionista. E' l'idea di gerarchia, unitamente a quella che gli ordini debbano essere obbediti, che devono essere sradicate dal novero delle conoscenze e dei concetti umani.
    Deve diventare un tabù, come a suo tempo già disse Alberto Moravia.
    Finché non lavoreremo su questo, gli stessi problemi di sempre si ripresenteranno. Non vedo come incidere efficacemente questa nostra attuale realtà, ma sono convinto che parlandone sul web e mettendo in chiaro la questione, si possa fare già qualcosa. D'altra parte, non c'è molto altro che si possa fare.
    Grazie.
    Un saluto.

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  5. Sarà difficile che qualcuno oltre al sottoscritto ti risponda, perché l'articolo ormai è vecchio.
    Quando si parla di vegetarismo si scatenano sempre aspre discussioni.
    Anche qui se ne sono sentite di tutti i colori:

    http://www.stampalibera.com/?p=30631

    Il "Mein Kampf" te lo posso prestare io: l'ho comprato in un negozio a Bibione, cioè una città di mare frequentata da turisti tedeschi, così che possano comprare in Italia un libro che in Germania è vietato. Furbi, eh?!
    Comunque, Hitler non era un pazzo, ma l'espressione del pensiero dominante del popolo tedesco e, successivamente, uno strumento nelle mani dei massoni ebrei che avevano scatenato la guerra.
    E' stato quello che si dice "un utile idiota".

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  6. Ciao Nata-Libera, come vedi seguo pure io il blog dell'amico Freeanimals, anche se passato un po di tempo (come dice Freeanimals), mi arrivano sempre le e-mail nella mia casella di posta.

    Cerco di dare io una timida risposta alla tua domanda: forse perché siamo la generazione di Caino, o forse perché non abbiamo mai perso i nostri istinti animaleschi che si annidano nella parte destra del nostro cervello, cervello rettiliano primordiale, predatore per antonomasia, sempre in conflitto con la parte sinistra del nostro cervello molto più razionale, ma che viene sopraffatto in alcuni momenti di ira dalla destra più istintiva che viene repressa.

    Ciao, wlady

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  7. Credo di aver capito come funziona: per ricevere i commenti degli altri, l'utente deve iscriversi a post (Atom). Io li ricevo in automatico, invece, in quanto autore.
    Infatti, non mi aspettavo che Wlady intervenisse, né alcun altro essendo l'articolo ormai vecchio.

    Nata Libera, come ti ho detto, il "Mein Kampf" l'ho comprato a Bibione, che è un paese tipo Jesolo, Lignano Sabbiadoro e Caorle, cioè località di mare dove i tedeschi, in estate, sono di casa. Il libro però è in italiano, ma non credere che sia chissà che. E' solo un compendio di deliri.
    Per rispondere alla tua domanda, io penserei piuttosto all'istinto materno, che tende a proteggere i deboli, bambini, animali e anziani. E questo spiega perché gli animalisti sono principalmente donne.

    Wlady, io sapevo che il cervello rettiliano, chiamato anche nucleo, fosse responsabile degli istinti e dei comportamenti violenti, e che fosse rivestito dalla corteccia, più evoluta, ma ora tu mi dici che è la parte destra ad essere responsabile di comportamenti violenti.
    Come la mettiamo?
    Chi è il "cattivone"? Il nucleo rettiliano interno o la parte destra della corteccia cerebrale?

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  8. Ciao Freeanimals,
    per quello che riguarda l'invio dei commenti (anche se vecchi), noterai che in fondo alla pagina dell'artiocolo dove si inserisce la risposta vi è scritto: "Iscriviti per e-mail"; nell'eventualità di non ricevere più comunicazioni, c'è scritto: annulla iscrizione; se non si fa questa operazione ultima, continueranno ad arrivare alla casella e-mail, tutti gli interventi, anche se l'articolo è datato.

    Riguardo alla tua domanda, formulata in due parti, posso solo rispondere (a mio avviso): che la parte destra del nostro emisfero celebrale, corrisponde alla parte più antica del nostro cervello, sia per cervello rettiliano che corteccia celebrale, che corrispondono tutte e due al cervello primitivo, pertanto non vi è differenza.

    Non esiste nessun cattivone, ma solo istinto animalesco e predatorio primordiale, l'istinto di sopravvivenza che tutti gli animali hanno; ecco perché a volte la parte razionale della parte sinistra limbica del nostro cervello interviene per equilibrare il nostro istinto animalesco che a volte (molto spesso) prende il sopravvento, portandoci indietro nella scala evolutiva.

    Ciao, wlady

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  9. Ti ringrazio Wlady, per la precisazione ma mi sembra più logico che, da una base come il cervello interno (rettiliano) si sia passati al cervello attuale, composto dal nucleo più la corteccia che lo riveste. Se l'evoluzione esiste, io immagino che le cose siano andate così.
    Che ci siano competenze differenti tra la parte destra e quella sinistra non ci piove, ma gli istinti secondo me restano confinati nel nucleo rettiliano.
    Poi magari ci sono state nuove scoperte in neurologia di cui tu sei al corrente mentre io sono rimasto fermo agli anni Ottanta.
    Chissà, forse hai ragione tu.
    Grazie ancora. Ciao


    Nata Libera, nel film di cui ti ho già parlato, con l'attore Bruno Ganz nei panni di Hitler, si vede chiaramente che fa avvelenare il cane poco prima di suicidarsi, e non per provare il cianuro. Non credo che si possa definire pedofilo uno che va con sua nipote diciassettenne (quella che poi si è uccisa). Non basta che per l'anagrafe la ragazza fosse minorenne. In realtà, Hitler aveva seri problemi con il sesso e probabilmente era anche impotente.
    Dopo la sconfitta è cominciata una poderosa campagna di denigrazione nei suoi confronti, che continua tuttora e c'erano delle precise ragioni storiche per questo, ma il discorso è troppo complicato. Ne riparleremo.
    Ciao.

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