venerdì 14 ottobre 2011

I ladri sono quì



“I ladri sono quì”, con l’accento sulla i, appariva scritto sul muro della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia nel 1977. Avvenne nel periodo in cui noi baldi giovani desiderosi di cambiare il mondo ci trovavamo presso il Collettivo Casa Rossa, in via Verdi, a Codroipo. Io ci andavo più che altro per socializzare e fumare spinelli a gratis, ma c’erano anche i compagni duri e puri che si riunivano in un’altra stanza. A quell’epoca non capivo molto di politica e di economia (Oddio, non è che adesso ci capisca molto di più!), ma una cosa la capivo: alla Sinistra non piacevano le banche, perché evidentemente connesse con il capitalismo. Gl’incontri presso la Casa Rossa e le trasmissioni dell’annessa Radio Talpa durarono fino al 1981, quando uno dei nostri fu catturato all’interno dell’appartamento dov’era prigioniero il generale Dozier, a Padova. Cesare, di cui avevamo perso le tracce da qualche mese, era uno dei carcerieri. Con il suo arresto (è tuttora in carcere perché riconosciuto colpevole anche dell’omicidio Taliercio), gl’incontri presso la Casa Rossa finirono, insieme alle trasmissioni di Radio Talpa.
 
Vent’anni dopo venne Genova, luglio. Mentre noi camminavamo pacificamente e allegramente, almeno fino a quando non ci tiravano addosso i lacrimogeni, i Black Block bruciavano auto e sfasciavano vetrine, con particolare predilezione per quelle delle banche. Dunque, anche gli anarchici che si celavano dietro i famigerati militanti mascherati del Blocco Nero odiavano le banche. Per lo stesso motivo della Sinistra degli anni Settanta e Ottanta? Quanto sono politicizzati i presunti anarchici che hanno messo Genova a ferro e fuoco?
Oggi sappiamo che le brigate Rosse furono infiltrate dalla CIA, che ordinò l’assassinio di Aldo Moro, e sappiamo anche che, oltre ad essere infiltrati, i Black Block di Genova furono lasciati agire indisturbati dalla polizia perché così qualcuno delle alte sfere aveva deciso. Se ne deduce che la strategia della tensione, all’opera già da diversi decenni, prevede che il malcontento diffuso a Sinistra, soprattutto fra i giovani, venga sistematicamente manipolato e indirizzato verso obiettivi favorevoli alla status quo, anche se apparentemente i suoi esecutori dicono di essere indipendenti e di opporsi all’establishment.
Ricordiamoci che la Matrix è sempre in agguato e chi ci garantisce che gli attuali indignados non rientrino nello stesso gioco ormai collaudato da molto tempo? Chi ci garantisce che anche le attuali proteste non siano state previste e pianificate da Soros o da altri capitalisti che vogliono perseguire obiettivi a loro favorevoli? Se una parte dei piani occulti degli eventuali manovratori mi sfugge, posso altresì ipotizzare che uno scopo certo sia quello di sopravvivere e magari anche rafforzare il proprio potere. Avendo probabilmente studiato “Il Principe” di Machiavelli, questi strateghi sopraffini e insospettabili sanno che se un nemico è troppo forte da vincere frontalmente su un campo di battaglia, non resta altro che unirsi ad esso. Come potrebbero i capitalisti e i finanzieri verso cui s’indirizza il malcontento popolare sconfiggere in campo aperto le crescenti masse di poveri che vanno infoltendosi? Meglio mettersi dalla loro parte finché sono ancora gestibili. Se poi, oltre al Machiavelli, hanno letto “Il Gattopardo”, sanno che è meglio cambiare tutto affinché nulla cambi. E se si deve dar credito a quanto affermato da G.B. Singh, nel libro “Dietro la maschera della divinità” [1] in cui si accusa Gandhi di aver inventato la Non-violenza, su suggerimento degli inglesi, allo scopo di smorzare l’odio popolare verso l’impero britannico, allora un qualche senso logico dietro le manovre dei finanzieri che vogliono sfangarla, lo si trova.
In ogni caso, banchieri e finanzieri sembrano essere fisiologicamente in grado di cavarsela in tutti i frangenti. Sembrano dotati della capacità di galleggiare sui flutti come turaccioli o forse sarebbe più giusto dire come cataboliti umani spugnosi e maleodoranti.
Se tale ipotesi è vera, cioè se le proteste degli indignati contro le banche, l’alta finanza e le Borse sono gestite occultamente dagli stessi banchieri, finanzieri e borsaioli, ne consegue che la manifestazione mondiale di domani 15 ottobre è una trappola. In primo luogo, grazie alle loro polizie, si prendono la soddisfazione di picchiare un gran numero di sinceri e ingenui manifestanti e in secondo luogo – cosa più importante – hanno il pretesto per indicare all’opinione pubblica (che non dimentichiamo è composta anche da affezionati clienti di banca), che i cattivi sono i manifestanti, mentre manicheisticamente e automaticamente i buoni sono loro, banchieri, finanzieri e borsaioli.
Se la suesposta ipotesi non è vera, e cioè non c’è nessun burattinaio a manovrare i fili della protesta, allora, adottando metodi pacifici e democratici, i manifestanti non fanno altro che riconoscere l’autorità delle istituzioni, credere che dall’alto di esse possa venire qualcosa di buono e avallare lo status quo sperando che si possano fare operazioni di maquillage per rimettere le cose a posto e ottenere giustizia. Siccome sappiamo che l’intero sistema è marcio, aspettarsi che i governi mettano in riga le banche e diano giustizia ai cittadini significa dimenticare che i governi sono creazioni delle banche stesse e come si può pretendere che il maggiordomo decida di contrastare la volontà del padrone?
Se si ascoltano attentamente le parole di Giulietto Chiesa (nomen omen?), salta agli occhi il continuo riferimento al governo, se ce ne sarà uno, dice lui.
Non penso che l’essere umano abbia bisogno di governi, né di governatori, che rappresentano le pastoie alla crescita morale e civile del singolo, per la stessa ragione per la quale non abbiamo bisogno né dei maggiordomi, né tanto meno dei loro padroni.
Come diceva quella scritta sull’ingresso del maneggio di Gorizia? Né servi, né padroni: solo liberi cavalieri.
In attesa di essere liberi, magari anche senza essere cavalieri, si potrebbe evitare di cadere nella sanguinosa trappola predisposta dall’élite massonica per sabato 15 ottobre e puntare tutto sull’informazione. Se proprio si vogliono accorciare i tempi e….menar le mani, ci sono tanti bei seggi elettorali da bruciare, anche con i piantoni dentro. Ad libidum. Obiettivi facili. Alla gente bisogna far capire che è ora di smettere di andare a votare e glielo si può far capire con le buone o con le cattive. Anche se è preferibile con le buone.
Se invece andiamo a farci manganellare davanti alle banche, cosa ne ricaviamo, oltre alle ossa rotte e alle contusioni? La soddisfazione di aver partecipato ad un evento epocale? Di aver cambiato il corso della Storia? Figuriamoci!
Se nemmeno i milioni di soldati e di civili morti nelle rivoluzioni e nelle guerre sono serviti a cambiare la Storia, voi pensate che quattro giovinastri finiti all’ospedale facciano impressione? Le dinastie dei padroni occulti del mondo sono ancora lì, al loro posto. L’opinione pubblica, già ipnotizzata di suo, beve tutto, digerisce tutto e alla fine espelle tutto. Quei cattivi ragazzi indignati, invece di scazzottarsi allo stadio, ora se la prendono con le banche: e dove li dobbiamo tenere i nostri risparmi, sotto il materasso?!?
Anche se la gente smettesse di colpo di dare il proprio consenso ai lacché dei massoni sionisti, non è garantito che la società potrebbe migliorare, ma almeno li costringeremmo a rivedere la loro meglio collaudata strategia, chiamata eufemisticamente democrazia. Certo, potrebbero decidere di tornare agli antichi sistemi, alla dittatura, ma allora sì che varrebbe la pena prendere le armi e combattere. Allora non saremmo come pecore condotte al macello, ma saremmo singoli uomini che combattono liberamente e consapevolmente contro una dittatura palese. Senza infingimenti. Senza sceneggiate. Non saremo più loro servi, ma solo liberi cavalieri.

 
Note:

2 commenti: