lunedì 2 settembre 2019

Ma cos’hanno nella testa, gli arabi?


Testo di Manola Sambo (1 settembre)

Lei è, anzi era, Israa Gharib, 21 anni, palestinese di Betlemme. Aveva da poco un fidanzato israeliano. Uscita con lui, accompagnata dalla sorella, per conoscersi meglio, commette un errore. Pubblica un video in cui sono insieme su istagram. Una sua cugina, vedendo il video avverte la sua famiglia. Una ragazza palestinese non può e non deve amare un israeliano. E così i genitori di Israa le rompono la colonna vertebrale e la mandano in ospedale. Non contenti, la raggiungono nel nosocomio e la picchiano ancora. Israa muore dopo essere entrata in coma in seguito ad un colpo in testa datole dal fratello, rientrato dal Canada, dove risiede, per sistemare la faccenda.


Nessuno è intervenuto, ma un’infermiera ha registrato le urla strazianti e l’audio sta provocando un’ondata di indignazione enorme nel mondo arabo. Ma indignarsi non basta più. Bisogna agire. Affinché non si debba piangere un'altra giovane ragazza uccisa in nome di una cultura crudele e assassina. Una cultura per la quale le donne valgono meno di niente.
Quella stessa cultura che ci stiamo portando in casa grazie a quattro decerebrati buonisti.

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