lunedì 1 aprile 2013

L’esercito di liberazione animale

Chi sono i buoni e chi sono i cattivi? Settant’anni fa i partigiani facevano azioni di sabotaggio e agguati alle pattuglie naziste e per loro fortuna i nazisti hanno perso la guerra, altrimenti sarebbero passati alla storia come li definivano i tedeschi: “Banditen” e non ci sarebbe stata alcuna commemorazione della Resistenza, né sarebbe esistita l’A.N.P.I.
E invece, grazie alla vittoria degli Alleati, il Partito Comunista Italiano ha potuto glorificare i partigiani che avevano preso la via delle montagne, noi bambini nelle colonie marine in passeggiata cantavamo “Oh, bella Ciao” e le Brigate Rosse si sono ispirate alla lotta armata partigiana contro il nazifascismo. Con il senno di poi si è visto che le BR erano infiltrate dalla CIA, mentre l’ANPI è in via d’estinzione in maniera direttamente proporzionale all’estinzione fisica dei suoi iscritti, ormai tutti vecchietti. Gli unici a non aver toppato siamo stati noi bambini in colonia, tanto più che pure Michele Santoro si è messo a cantare la canzone del partigiano, in diretta tivù, e pure un prete stravagante in Chiesa. Ma con gli animalisti che bruciano camion come la mettiamo? 



Se quella che grava sugli animali è un’oppressione paragonabile alla dittatura nazista, allora
si tratta di partigiani che compiono doverosi attentati incendiari - e si limitano a quelli - ma se non c’è nessuna oppressione e gli animali sono a disposizione dell’uomo, allora Filippo Serlupi D’Ongran, Lorenzo Oggioni e Luca Bonvicini sono degli esaltati fanatici malati di mente che vanno puniti per i loro crimini e messi in condizione di non nuocere.
Io e voi sappiamo già la risposta ma ci sono milioni di “begli addormentati nel bosco” che
non hanno una visione chiara delle cose. E questo per colpa di quel maledetto versetto della Bibbia che dà all’uomo facoltà di gestire le vite degli altri animali, senza dimenticare tutta quella schiera di schifosi pretacci che hanno colto la palla al balzo e hanno perpetuato nei secoli l’odioso antropocentrismo alla base dell’attuale sentire comune.
I cosiddetti valori condivisi non sono altro che questo: gli animali schiavi e noi umani loro
padroni. Ecco perché quando sento dell’esistenza di un partito che si chiama “Italia dei Valori” mi metto in allarme, nonostante al suo interno abbia militato il bravo Andrea Zanoni.
Ecco perché quando leggo i giornali che descrivono gli attentati compiuti dai tre animalisti toscani trovo sempre una nota di biasimo e di presa di posizione, specie in parole come “complice”, “latitante”, “terrorismo”, ecc.

Provate a immaginare di essere un remigino e che non siate già passati attraverso le grinfie
delle suore dell’asilo. La prima cosa che imparate dalle maestre è che “la mucca ci dà il latte”. Poi, che la “gallina ci dà le uova”. Naturalmente, se siete un bimbetto che abita in zone rurali avete già un’infarinatura imparata in famiglia e forse avete anche già visto macellare il maiale, le galline e i conigli. Se invece abitate in città, la carne l’avete vista solo incellofanata, ma comunque le maestre non avranno dubbi su chi comanda su questa terra e se poi ci mettiamo anche l’’ora di religione, tenuta da preti o più probabilmente da maestrine convenzionate, lo specismo ve lo inculcano a dosi sempre più massicce, giorno dopo giorno, senza scampo.
Se avete genitori vegetariani vi può capitare di tornare a casa turbati, perché le maestre vi hanno offerto messaggi diametralmente opposti a quelli impartiti dalla vostra famiglia. Oppure, viceversa, se avete un maestro animalista e i genitori che rientrano nella media della popolazione, il turbamento, se siete bambini intelligenti e sensibili, non ve lo risparmia nessuno. A me è andata proprio così, avendo sempre insegnato in scuole rurali e, sia nel mio caso, che in quello ipotetico dei genitori vegetariani, a perdere siamo sempre noi e a vincere sono sempre i cadaveriani spietati e dogmatici.
I tre compagni di lotta, passati anch’essi attraverso gl’ingranaggi della mistificazione scolastica, e che ora aspettano gli sviluppi della situazione in qualche carcere toscano, hanno avuto una metanoia interiore, cioè è successo loro quello che succede a molti di noi: abbiamo capito d’essere stati ingannati, ci siamo accorti che maestre e preti ci hanno mentito e abbiamo deciso di rifiutare questo sanguinario sistema di oppressione ai danni dei più deboli.

La maggior parte di noi si limita a lamentarsi, indignarsi e partecipare a manifestazioni, per non parlare delle migliaia di ore passate a sfogare la nostra rabbia su internet. Alcuni passano all’azione, come feci io a suo tempo e come hanno fatto i tre protagonisti di questa storia.
Ciò non di meno, il quadro non sarebbe completo se non approfondissimo il contesto in cui sono avvenuti i loto “attentati”. Della gente cosiddetta normale, che mangia tranquillamente carne e se ne va in giro tranquillamente con la pelliccetta di cane cinese sul collo, abbiamo già detto, specificando come sono stati ben bene manipolati in età infantile. Ma sui magistrati che dovranno giudicare i tre “rei” vale la pena spendere qualche parola. E’ ovvio che anche loro sono stati bambini. Sono passati attraverso il tritacarne scolastico e hanno appreso che la mucca ci dà volentieri il latte, perché altrimenti non saprebbe che farsene. Hanno dunque interiorizzato la nozione che con il latte si fa il formaggio, cibo ottimo e saporito la cui unica controindicazione è costituita dal troppo colesterolo cattivo. Hanno anche imparato e accettato che la mucca, una volta spremuta, viene avviata al macello, per essere utile anche da morta con altrettanto saporite bistecche.
Oltretutto – non dimentichiamolo – siamo nella patria della “fiorentina”. E non sto parlando della squadra di calcio.
Questi giudici e pubblici ministeri, dunque, non avranno alcuna pietà per i tre incendiari e difficilmente applicheranno quella clausola giuridica, prevista nei codici, di aver commesso il reato per alti valori morali e civili. Anche a me non sempre l’hanno applicata. Me l’applicavano solo se si trattava di reati minori, che non destavano apprensione nell’opinione pubblica. Anzi, se un reato non crea scandalo, neanche viene perseguito, dovendo la magistratura – sempre in sotto organico – cercare di arginare i reati maggiori, di sangue o che in ogni caso creano scalpore nella gente.
L’incendio di otto furgoni purtroppo rientra in quei reati che indignano i benpensanti e prevedo che il P.M. chiederà per i tre imputati pene dai tre ai sette anni di carcere. A me, per cinque furgoni, in primo grado ne hanno dati tre e il prossimo 2 aprile a Trieste si discuterà la sentenza di secondo grado.
Oltretutto, non era il primo attentato che Filippo, Lorenzo e Luca compivano. Erano stati presi di mira, a partire da ottobre 2012, anche alcuni macelli e altri camion per il trasporto bestiame.
Come vedete, mio malgrado, anche nella scelta delle parole c’è già una prima forma d’oppressione, dal momento che se avessi detto “trasporto persone” avrei detto la verità, ma alcuni di voi non avrebbero capito che mi stavo riferendo alle mucche. Per me – e per i tre imputati – le mucche SONO persone, ma nessun giudice vorrà mai ammetterlo e riconoscerlo.

Verrebbe meno tutta l’impalcatura culturale su cui si basa questa società di merda. Se viene
chiamata così - e sempre più persone se ne accorgono - ci sarà una ragione! O vogliamo cedere che la colpa di tutto sia nei politici ladri e corrotti?
Io da una vita vado predicando che l’ingiustizia fatta agli animali si riverbera e trasborda nella società umana, divenendo quasi una Nemesi che colpisce gli uomini, gioiellieri uccisi in negozio, manifestanti picchiati a sangue, donne massacrate dai loro ex mariti, dopo che ad essere colpiti sono stati gli animali macellati nei mattatoi, la selvaggina nelle campagne e le cavie nei laboratori.
Pensate che qualcuno mi abbia mai dato retta? Avete presente il detto: “Vox clamavit in deserto”? Ecco, questo è stato, ed è, il mio destino, come lo è di migliaia di altri miei compagni di lotta. E questo scollamento, questo menefreghismo, forse dipende dal fatto che siamo stati abituati a ragionare per compartimenti stagni. Ci sfuggono le relazioni intime tra il male che noi facciamo agli animali e il male che di tanto in tanto ci viene fatto sperimentare.
Equitalia che ti bussa alla porta di casa ha un rapporto segreto con l’affettato che hai mangiato poco prima a pranzo. “Il Signor ti à cjastiat”, si dice dalle mie parti. Il maiale che hai fatto macellare in quanto mandante ti ha mandato i servi dei padroni a pignorarti i mobili. Tu non te ne rendi conto, perché il prosciutto ce l’hai anche sugli occhi oltre che nello stomaco, ma le cose stanno proprio così, per te umanoide inconsapevole e ottuso, vero discendente dei “lulu amelu” di anunnakiana memoria.
Dunque, i tre partigiani degli animali se la vedranno brutta. I giudici non gliela perdoneranno e se da una parte la gente dimentica presto, dall’altra la fedina penale resta macchiata per tutta la vita e gli potrà capitare di non poter fare neanche il concorso per guide naturalistiche, com’è capitato a me. Per non parlare dei loro compaesani che gli toglieranno il saluto e che quando entreranno in un bar si volteranno dall’altra parte. Situazione poco grave, questa, dal momento che avranno il loro gruppo di anarchici dei centri sociali dove trovare un po’ di comprensione e dare sfogo alle esigenze di socialità.
Con la famiglia sarà ancora peggio e penso in particolare a Filippo Serlupi d’Ongran che fa parte di una nobile casata, di quelle che hanno la puzza sotto il naso anche per la classe operaia, figuriamoci per gli anarchici dei centri sociali e per le loro filosofie rivoluzionarie.
Ma, a quanto ho capito, Filippo Serlupi ha già scandalizzato i propri genitori da qualche anno, essendosi unito prima con gruppi di Destra e in seguito con gli anarco-animalisti. La classica pecora nera della famiglia.
Lorenzo Oggioni, ventinovenne, ha ancora il tempo di rifarsi una vita e di far passare l’arresto di gennaio come un incidente di percorso, un errore di gioventù, mentre il quarantenne Luca Bonvicini questo non lo può più fare. Lui è segnato. Lo si capisce anche dalla sua scelta di diventare latitante e di cercare rifugio in Francia. Chissà perché quando si tratta di terroristi veri come Cesare Battisti, con a carico omicidi e altri gravi reati, l’estradizione non viene concessa, mentre se si tratta d’incendio doloso ecco che le polizie europee si coalizzano e danno il meglio di sé? Non è che magari il Battisti gode di protezioni ad alti livelli?
Comunque sia, una cosa i tre compagni devono sapere, se già non se ne sono accorti, l’amarezza più grande non gli verrà dalla famiglia, dalle pesanti condanne detentive, dai giornalisti scribacchini servi del sistema, né dai compaesani che gli daranno le spalle al bar, ma da quel coacervo d’idealisti che risponde al nome di “movimento animalista”. Per me l’amarezza più grande è venuta proprio dagli animalisti, da coloro che consideravo miei compagni di lotta, ma che si sono rivelati dei baciapile bigotti e un po’ sciocchini che non avevano capito che l’oppressione viene da preti e sbirri, proprio quelli che ancora oggi insistono ad adulare e a far intervenire per casi di maltrattamento.
Pensavo – speravo – che con il passare del tempo eminenti animalisti come Gianluca Felicetti e altri leaders delle associazioni avessero aperto gli occhi sulla matrice dell’oppressione ai danni degli animali e si fossero schierati dalla parte di chi passa all’azione e invece sembra che per quei perbenisti perditempo sia più importante il business delle uova pasquali e i banchetti nelle piazze per la raccolta di firme.
Nel caso dei tre ragazzi toscani probabilmente l’amarezza non sarà così cocente, facendo essi parte di un’enclave appartata e decisamente politicizzata, anche se non esente da generalizzazioni e da luoghi comuni, come abbiamo visto di recente. Ma almeno sanno che le istituzioni sono le principali responsabili dell’antica dittatura ai danni degli animali e avere le idee chiare è già buona cosa. E’ già un buon punto di partenza.

Resta il fatto che le loro (nostre) azioni di sabotaggio sono in questo momento storico condotte in un contesto che le invalida e le classifica ineluttabilmente come atti di terrorismo. E, tornando al paragone dei partigiani, essi non sapevano chi avrebbe vinto la guerra e cosa avrebbero pensato di loro i posteri, ma sapevano che era loro dovere combattere l’oppressore in divisa teutonica. Lo si legge chiaramente nelle “Lettere dei condannati a morte della Resistenza”. I nazisti hanno fucilato gli elementi migliori della società, gli idealisti che sognavano un mondo migliore. Poi sono arrivati gli opportunisti e si sono appropriati delle istanze degli idealisti, cambiando gattopardescamente tutto per non cambiare nulla. La dittatura ai danni delle bestie è rimasta tale e quale, anzi di più.
Io sogno un esercito armato di liberazione degli animali, in cui bruciare camion per il trasporto di vittime innocenti sarebbe solo una forma d’iniziazione per adolescenti. Io sogno l’eliminazione fisica d’individui spietati come Silvio Garattini e i membri della famiglia Cremonini, grandi commercianti di carne, solo per fare qualche esempio. Sogno di andarli a prendere nelle loro lussuose case, che grondano sangue innocente, sottoporli a un processo sommario, torturarli un po’ come si meritano e infine giustiziarli.
So benissimo che anche solo scrivendo queste cose condanno me stesso alla dannazione eterna, ma bisogna tener presente che purtroppo non posso spingermi al di là della mia sacrosanta e forse ingenua immaginazione, perché non esiste alcun esercito di liberazione animale, né forse mai esisterà, conoscendo la natura umana. Finisco quindi, mio malgrado, per diventare un velleitario.
Gli uomini si fanno la guerra per le motivazioni più inutili e stupide. Sono disposti a darsi alla macchia e ad unirsi a Che Guevara per la lotta comunista internazionale, ma per le cose che contano veramente, per la base di tutte le ingiustizie, restano refrattari, indifferenti e pure ostili. Provate a togliere l’asado al Comandante Ernesto e vediamo cosa succede. Peggio che togliergli i sigari!
Ecco che gli incendi di camion nazisti che trasportano bestiame, salumi o formaggi, saranno sempre visti come insensati e, proprio per questo, per una forma di paradossale insegnamento Zen, vanno fatti.

Io ho fatto la mia parte. Il sistema satanico che domina il mondo mi farà provare ancora un
po’ di galera. Filippo, Lorenzo e Luca ne faranno un po’ anche loro ed è un peccato che non ce la facciano fare nello stesso carcere: ci saremmo tenuti compagnia dato che similis similem amat.
Così va il mondo. La gente continuerà a mangiare carne e formaggio e a finire nei reparti d’oncologia. Gli animalisti continueranno a guardare con vergogna ai militanti di A.L.F. e gli animali continueranno a morire per mano della scimmia assassina.
A me piace vedere le cose come stanno, senza farmi troppe illusioni, ma ad alcuni di voi piace credere nell’evoluzione spirituale dell’umanità, illudendosi che le cose in futuro possano cambiare in meglio. Non discuto. Non voglio togliervi la Stampella.

Coraggio ragazzi! Ora state bevendo l’amaro calice. Presto toccherà di nuovo anche a me. Non vi posso garantire che in futuro i nostri nomi saranno citati nei libri di storia, anche se mi piacerebbe farlo, poiché un po’ di narcisismo non guasta.
Lasciamoci pure cullare dai falsi inganni, se questo può lenire la nostra amarezza esistenziale e ricordiamoci sempre che stiamo facendo la cosa giusta. Solo il nostro dovere.
Sognando l’esercito che verrà.


5 commenti:

  1. non perdere la speranza roby

    passo dopo passo qualcosa sta cambiando a luglio dellánno scorso green hill a marzo di questo anno per legge niente piu test di cosmetica sui animali e gia qualcosa
    i nuovi guerrieri non mollano certo che l´esercito cresce !
    ma non si inizia una guerra se gia parti sconfitto

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    1. Grazie per le tue parole d'incoraggiamento.

      Può essere che la mia sia una visione distorta della realtà, dovuta ai molti insuccessi e alle molte frustrazioni sedimentate negli anni.

      Spero che tu abbia ragione.

      Ciao

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  2. "2 aprile a Trieste si discuterà la sentenza di secondo grado."

    Come è andata?

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    1. Normalmente il mio avvocato triestino mi scrive per lettera ordinaria dopo ogni processo, per mettermi al corrente. Lo saprò fra qualche giorno. Poi ti dirò.
      E' probabile che ricorra in Cassazione.
      Grazie per l'interessamento.
      Ciao

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  3. E si salverà il mondo proibendo di mangiare una frittata....

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