Testo di Andrea Morigi
Tratto da “LIBERO” del 21.01.10
Aborti, non parole. Gli elettori laziali possono sciogliere i loro
eventuali dubbi: Emma Bonino mantiene le promesse elettorali. Lo testimonia la
sua storia personale, anche quella dimenticata nei ritratti ufficiali, che ora
la esaltano come paladina dei diritti umani. Solo raramente invece spunta una
fotografia, pubblicata da Oggi nel 1975, che la ritrae curva davanti a una
donna a gambe divaricate nell’atto – vero o messo in scena per il servizio – di
strappare la vita a un bambino.
Ma l’attuale candidata radicale, appoggiata dal Pd alla presidenza
della Regione Lazio, a quei tempi, combatteva una battaglia per il «diritto a
una maternità scelta», dirà nel 2006 a Grazia. Da militante radicale, agiva,
infilando il tubo di una pompa da bicicletta nell’utero delle donne che si
rivolgevano a lei per uccidere il figlio che portavano in grembo. Era l’attuale
vicepresidente del Senato ad aspirare personalmente il «contenuto dell’utero».
Poi lo depositava in un vaso da marmellata.
È lei stessa a ricostruire il macabro procedimento, tralasciando
soltanto un particolare: i feti
finivano fra i rifiuti. A Neera Fallaci, di Oggi, confidava però la propria e altrui indifferenza: «Alle donne non importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari, anzi, è un buon motivo per farsi quattro risate». Le aveva insegnato a riderci sopra Adele Faccio, con cui nel 1974 aveva fondato a Milano il Centro Informazioni Sterilizzazione e Aborto, che vanta il record di 10.141 aborti procurati, all’epoca clandestinamente, cioè contro la legge che li considerava infanticidi.
finivano fra i rifiuti. A Neera Fallaci, di Oggi, confidava però la propria e altrui indifferenza: «Alle donne non importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari, anzi, è un buon motivo per farsi quattro risate». Le aveva insegnato a riderci sopra Adele Faccio, con cui nel 1974 aveva fondato a Milano il Centro Informazioni Sterilizzazione e Aborto, che vanta il record di 10.141 aborti procurati, all’epoca clandestinamente, cioè contro la legge che li considerava infanticidi.
La Bonino finì anche in galera per qualche giorno,
autodenunciandosi. Siccome – allora come oggi – le leggi venivano fatte e
disfatte dai magistrati, se la cavò con un’assoluzione
che le spalancò le porte del Parlamento, anticipando politicamente la legge 194 del 1978, che ha stabilito le regole per la cosiddetta interruzione di gravidanza. Attualmente si sopprimono circa oltre 120mila l’anno. In trentadue anni di vigenza, senza contare gli eccidi compiuti con mezzi di fortuna, sono milioni gli italiani che l’anagrafe non ha nemmeno potuto registrare. Tanto, mica votano.
che le spalancò le porte del Parlamento, anticipando politicamente la legge 194 del 1978, che ha stabilito le regole per la cosiddetta interruzione di gravidanza. Attualmente si sopprimono circa oltre 120mila l’anno. In trentadue anni di vigenza, senza contare gli eccidi compiuti con mezzi di fortuna, sono milioni gli italiani che l’anagrafe non ha nemmeno potuto registrare. Tanto, mica votano.
Eppure, da qualche giorno, la Bonino si mostra tranquilla anche a
proposito dei suoi rapporti con il Vaticano: «Sia sui carcerati che sugli
immigrati e i malati, il mio rapporto con le associazioni cattoliche è sempre
stato ottimo », rispondeva l’altro ieri a Maurizio Belpietro, a Mattino Cinque,
dicendosi sicura che «i cattolici, come tutti, ragioneranno sulle candidature,
sui percorsi di vita, sui programmi».
Fra i cristiani che con lei non intrattengono buoni rapporti, vi è
Cesare Cavalleri, che sul mensile che dirige, Studi Cattolici, nell’ottobre
1976 scrive che Marco Pannella, Adele Faccio ed Emma Bonino, istigatori
dell’aborto, sono «oggettivamente assassini», in quanto
«chi pratica l’aborto è un assassino, e chi istiga gli assassini o con loro collabora si macchia moralmente dello stesso delitto». I tre lo querelano, e il 7 luglio 1980 il Tribunale di Milano lo assolve perché «il fatto non costituisce reato ». Un precedente giuridico importante, che consentirà al centrodestra di propagandare liberamente la verità anche durante la prossima campagna elettorale, toghe rosse permettendo.
«chi pratica l’aborto è un assassino, e chi istiga gli assassini o con loro collabora si macchia moralmente dello stesso delitto». I tre lo querelano, e il 7 luglio 1980 il Tribunale di Milano lo assolve perché «il fatto non costituisce reato ». Un precedente giuridico importante, che consentirà al centrodestra di propagandare liberamente la verità anche durante la prossima campagna elettorale, toghe rosse permettendo.
Del resto, della libertà d’opinione, la Bonino si è fatta sempre
paladina. In occasione del Family Day, il 12 maggio 2007, si era unita alla
contro-manifestazione di piazza Navona, Coraggio Laico, indetta per ricordare
la vittoria referendaria per il divorzio. In effetti Romano Prodi, il cattolico
adulto, l’aveva nominata ministro per il commercio internazionale e le
politiche europee. E anche per questo si era inimicato la Santa Sede e
l’elettorato cattolico.
Non ne tenne conto nemmeno Silvio Berlusconi quando, da presidente
del Consiglio, nel 1995 la nominò commissario europeo. Subito dopo, caduto il
suo primo governo, lasciò le chiavi di Palazzo Chigi a Lamberto Dini.
Andrea Morigi
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