martedì 30 aprile 2013

Stoicismo murino







Una volta si presentò in clinica un signore sulla cinquantina, del tutto simile ai miei meravigliosi clienti. Era una giornata primaverile ma freddina e lui indossava un maglione con un giubbotto leggero. Apparentemente era solo, senza animali. Con aria da cospiratore mi chiese se potevo parlargli in privato, e ci spostammo dalla sala d'attesa ad uno degli ambulatori. Ero curiosa di conoscere il suo problema. Non aveva un impermeabile, se no mi sarei potuta aspettare di tutto, vista l'aria circospetta che aveva. Una volta in privato mi chiese se curavamo tutti gli animali. Io risposi che più o meno ci era capitato di tutto e che non mi spaventavo di fronte a nulla, immaginando caimani o serpenti o chissà che. In quel momento mi accorsi che sotto la sua giacca qualcosa di grosso si agitava. Dalle dimensioni sembrava un gatto. Dopo avermi ripetuto per l'ennesima volta "mi raccomando non si spaventi”, con un'aria afflitta tirò fuori un ratto da sotto il maglione, un ratto enorme, fantastico. Sembrava un ermellino. 

Seduto sul tavolo da visita era alto più di venti centimetri, di un colore mélange grigio marrone, gli occhietti liquidi e i baffi vibranti. Due orecchiette trasparenti sembravano fatte di porcellana. E mi guardava interrogativo. Con entrambe le zampe si teneva la coda, spezzata ad angolo retto. Era rimasta chiusa nella porta. Era uno spettacolo.
Chiesi se mordeva, sorridente, e il proprietario finalmente sollevato dal non aver provocato urla, strepiti e pianti da parte mia, mi raccontò che lo aveva salvato dalla bocca del cane due anni prima, quando era un piccolo topolino che lui credeva di quelli di campagna. Era sopravvissuto ed era cresciuto. Si chiamava Top.
Aggiustammo la coda, non reagì mai, non tentò né di mordere né di divincolarsi. Top si fece fare la sua bellissima medicazione guardandomi negli occhi e guardando cosa facevo alla sua povera coda. Lo rividi al controllo dopo 20 giorni in splendida forma. 
Top e la sua coda storta.

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