Ad
un certo punto, le “coincidenze” diventano così numerose che non possiamo più
dire d’essere ingannati a nostra insaputa, inconsapevolmente, ma dobbiamo
ammettere di voler essere ingannati perché l’alternativa che si presenta è
troppo spaventosa per essere accettata. Di modo che, siamo quasi obbligati a
credere alla versione ufficiale dell’undici settembre, altrimenti ci
ritroveremmo sperduti in un deserto, totalmente insopportabile, di solitudine e
abbandono. Dev’essere una questione d’inconscio e subconscio: non trovo altre
spiegazioni. Meglio abbandonarsi allo schema rassicurante del manicheismo, con
i buoni da una parte e i cattivi dall’altra, ma è una scelta che si fa a
livello subliminale, senza coinvolgere la parte razionale del nostro cervello.
L’ultima notizia in ordine di tempo, che le menti sveglie dovrebbero accogliere con
beneficio d’inventario, è la morte del ventitreesimo soldato, su venticinque
che erano, dei Navy Seals, che avrebbero ucciso Osama Bin Laden il 2 maggio di
due anni fa.
Dico
avrebbero perché la sepoltura in mare del presunto cadavere è già di per sé
sospetta e
l’uscita del libro di Matt Bissonnette, intitolato “No easy day”, uscito in una prima edizione di 300.000 copie, ha avuto
l’approvazione del Pentagono anche se i suoi vertici dicono esattamente il
contrario. L’autore, accusato di aver divulgato notizie segrete, è stato
congedato con disonore, sempre ufficialmente, ma la disapprovazione
dell’esercito nei suoi confronti è la migliore trovata psicologica per rendere
il libro e ciò che vi viene descritto come totalmente attendibile.
Mi
ricorda, per analogia, ciò che recentemente il presidente russo Medvedev ha
detto facendo finta di parlare fuori onda in uno studio televisivo, a proposito
dei files
segreti sugli alieni che i presidenti della Russia passano al proprio
successore, al momento del congedo, insieme ai codici di lancio dei missili
atomici.
Far
finta di parlare a ruota libera al di fuori dell’intervista e screditare
l’autore di un resoconto sull’uccisione di Bin Laden sono accorgimenti geniali
e sopraffini volti ad avvalorare il messaggio: nel primo caso la possibile
invasione, finta o reale, della Terra da parte di alieni e nel secondo la
credibilità dell’uccisione di un uomo che è morto già dodici anni fa.
Osama
Bin Laden, infatti, a detta di Benazir Bhutto, morì nel dicembre del
2001, per complicazioni renali dovute alla sua malattia, ma gli americani hanno
tenuto in vita il suo fantasma per poter scatenare la guerra contro il
terrorismo internazionale e incassare enormi profitti con l’invasione dell’Iraq
e dell’Afghanistan.
Ad
un certo punto, poiché il gioco era durato abbastanza e Obama voleva farsi
rieleggere, si è deciso di porre fine alla sceneggiata in perfetto stile
hollywoodiano.
E
che le cose non siano andate come ce le hanno raccontate, lo si capisce non
solo dalla fretta che hanno avuto di far sparire il cadavere, ma dalla prima
versione che contrasta con quanto asserito nel libro da Bissonnette. Secondo
quanto ci è stato detto in un primo tempo, ci sono stati quaranta minuti di
sparatoria prima che il gruppo d’incursori entrasse nell’edificio, ma nel libro
si afferma che invece Bin Laden fu preso di sorpresa, che stava tranquillamente
guardando la tivù (c’è chi ha detto che guardava film porno) e che insieme a
lui c’erano alcune donne.
Chi
ha ragione, Bissonnette o le Public Relations del Pentagono?
Al
telegiornale abbiamo visto Hillary Clinton, Barach Obama e altri funzionari
assistere con apprensione alla notizia in diretta dell’uccisione di Osama, ma
noi non abbiamo visto un bel niente, né delle fasi dell’incursione, né del
funerale con il corpo gettato in mare. E’ pensabile che nessuno abbia filmato
eventi così importanti per la storia degli stati Uniti e del mondo intero?
Si
sono viste solo foto di Bin Laden morto, con qualche traccia di sangue sul
volto, foto che
si possono ritoccare con il software chiamato fotoshop. Eppure, il libro di Bissonnette dice
che a Bin Laden furono sparati tre colpi in testa, ma nelle foto ufficiali il
volto è intatto e non mi pare che tre colpi sparati a distanza ravvicinata da
armi da fuoco potenti come quelle in dotazione ai Navy Seals lascino qualcosa
che possa rassomigliare a un volto umano.
"Segreti e bugie" è il titolo di un famoso film del 1996, ma è anche il metodo scelto
dall’esercito americano quando vuole convocare i giornalisti nei teatri di
guerra e fornire loro la versione ufficiale dei fatti, tenendoli però ben
lontani dai luoghi in cui i fatti si sono svolti o si stanno svolgendo. Se
n’era accorto anche Tiziano Terzani e, anche se ufficialmente l’esercito
americano diceva di preoccuparsi dell’incolumità dei reporters, lui aveva sempre fatto di testa
sua e con qualche coraggioso collega riusciva anche a trovare un passaggio per
i posti caldi della guerra.
Ma
di giornalisti come lui ce ne sono pochi. Quelli che lo fanno vengono
addirittura eliminati. Penso a Ilaria Alpi e a Miran Hrovatin, ma anche a
Giuliana Sgrena che avrebbe dovuto essere punita con la morte per il suo
orientamento politico. Il soldato incaricato dell’esecuzione aveva mirato
giusto, ma non avrebbe mai immaginato che al fianco della giornalista ci fosse
un uomo che interpretava fino in fondo il suo dovere di guardia del corpo.
Anche se siamo servi del padrone americano, sappiamo morire con dignità e
offrire esempi di coraggio inaspettati.
Sul
disonore che ci accompagna da quell’otto settembre del 1943, e che ci ha
reso inaffidabili a livello internazionale, si è scritto tanto, ma il culmine
della mancanza di spina dorsale si è visto nei giorni scorsi con i due marinai
La Torre e Girone, finiti in uno squallido tira e molla ma forse vittime essi
stessi di un pasticcio più grande di loro, sempre che c’entri qualcosa la
compravendita di elicotteri Agusta finita male, come qualcuno ha ipotizzato.
Anche
nel nostro piccolo, da perfetti dilettanti, sappiamo tenere occultate le vere
ragioni degli eventi e potrebbe darsi che i due marò siano stati presi in
ostaggio perché l’acquisto dei nostri elicotteri non soddisfaceva le autorità
indiane. Non lo verremo mai a sapere perché dalla Matrix non si sfugge e tutti
i mass-media indirizzano l’attenzione da un’altra parte.
Nel
caso di Brett Shadle, il ventitreesimo Navy Seals morto tragicamente il
28 marzo scorso, si è trattato di un errore che può capitare fra i
paracadutisti, ma solo se vengono drogati o narcotizzati prima del lancio.
L’impatto in volo con un altro paracadutista, che però si è salvato, può
succedere, ma si tratta di un evento piuttosto raro e poco credibile quando la
persona interessata è un atleta perfettamente addestrato e con centinaia di
lanci all’attivo, come presumo sia stato Brett Shadle.
Paolo
Franceschetti è arrivato ad avanzare sospetti perfino sulla morte di Pietro Taricone, anche lui morto durante un lancio con il paracadute, ma se muore
uno dei presunti partecipanti all’assalto di Abbottabad, se permettete, c’è da
sollevare parecchi dubbi.
Ricorda
troppo la fine di due piloti delle Frecce Tricolori, morti nel 1988 nell’incidente di Ramstein. Nutarelli e Naldini, infatti, dopo qualche giorno avrebbero
dovuto rispondere alle domande del giudice che indagava sulla strage di Ustica
e se andiamo a vedere quanti testimoni di quella tragedia, tra avvocati, piloti
e controllori di volo sono morti misteriosamente, non possiamo non sospettare
che ci sia stata una regia occulta a manovrare il tutto.
Lo
stesso incidente accaduto all’elicottero che trasportava ventidue dei Navy
Seals di
Abbottabad sembra un caso clamoroso di eliminazione di testimoni scomodi. Ufficialmente, per gli americani, si è trattato del caso più tragico della guerra in Afghanistan, ma che ventidue soldati dei corpi d’élite muoiano in un colpo solo, tre mesi dopo l’incursione, ha dell’incredibile e francamente fa venire il sospetto che l’elicottero su cui viaggiavano sia stato sabotato, secondo le migliori tradizioni dei servizi segreti, piuttosto che colpito dagli RPG dei talebani.
Abbottabad sembra un caso clamoroso di eliminazione di testimoni scomodi. Ufficialmente, per gli americani, si è trattato del caso più tragico della guerra in Afghanistan, ma che ventidue soldati dei corpi d’élite muoiano in un colpo solo, tre mesi dopo l’incursione, ha dell’incredibile e francamente fa venire il sospetto che l’elicottero su cui viaggiavano sia stato sabotato, secondo le migliori tradizioni dei servizi segreti, piuttosto che colpito dagli RPG dei talebani.
Se
un governo non si fa scrupoli ad uccidere tremila dei suoi cittadini al lavoro
negli uffici delle torri gemelle, non si fa venire dubbi neanche quando si
tratta di uccidere ventidue soldati, arruolatisi consapevolmente sapendo che
non andavano a un campeggio dei boys scouts, ma in zone di guerra ad alto rischio.
In
questo caso il rischio d’essere ammazzati dai loro stessi commilitoni, di modo
che, come esiste un fuoco amico involontario, esiste anche un fuoco amico
volontario, che a questo punto non può più neanche essere chiamato amico. E’
troppo cruda la realtà, ma è così.
Se
no, continuate pure a credere che l’esercito e la polizia servano a proteggerci
dai nemici, che i governi e i parlamenti servano a fare buone leggi in favore
dei cittadini e che i papi e il clero servano a rendere più buone le persone.
Credete pure a queste favole, se vi fa sentire meglio.
Io
sono convinto che in tutti i casi citati è in gioco la gestione del potere su
di noi, gregge belante reso tale da migliaia d’anni, con i militari che pur di
mantenere il proprio posto di lavoro s’inventano nemici inesistenti; con i
politici che pur di mantenere il proprio posto di lavoro s’inventano leggi e
leggine facendoci credere che ne abbiamo bisogno per vivere in società; con le
gerarchie ecclesiastiche che pur di mantenere il proprio posto di lavoro
s’inventano Dio, il Diavolo e mille altri precetti religiosi, volti a
ingabbiarci mentalmente e spiritualmente.
In
realtà, l’essere umano non avrebbe bisogno di padroni, giudici, legislatori,
politicanti o guide religiose, perché è naturalmente socievole e disposto a
cooperare con gli altri. La nostra predisposizione alla socievolezza ci deriva
dall’essere scimmie gregarie e dall’aver vissuto in clan e tribù per milioni
d’anni, fino a quando sul nostro pianeta non sono sbarcati gli Anunnaki a
complicarci la vita.
Anche
se non si rendono più palesi come facevano con gli atlantidi, e forse anche con
gli egizi, hanno avviato le procedure e istruito i loro discendenti ibridi
affinché sulla Terra si perpetuasse la stessa iniziale oppressione e a questo
scopo si servono principalmente delle religioni organizzate, dette anche mitologiche.
Questo è il principale instrumentum regni, ma politica ed esercito sono propaggini laiche
della stessa matrice, con gli stessi metodi truffaldini e menzogneri.
Poiché
ci hanno trasformato da scimmie ben integrate nella natura a forme neoteniche
infantili delle medesime, fragili e vulnerabili, ci hanno riempito la testa di
fregnacce sacre e miti assurdi, obbligandoci a seguire passivamente le loro
direttive. Ci hanno fatto credere che la realtà, manicheisticamente, sia o
bianca o nera, e ogni sera al telegiornale ci riportano le vittorie contro la
mafia, con arresti di boss a destra e a manca, ma non ci dicono che Enrico Mattei fu ucciso dalla mafia per fare un piacere alla CIA, che a sua volta
aveva ricevuto disposizioni in tal senso dalle Sette Sorelle petrolifere.
Non
ci dicono che lo Stato italiano fa finta di combattere la mafia come gli USA
fanno finta di combattere il narcotraffico e se ce lo dicono - perché ormai su
internet, dove non c’è censura, molti cominciano ad aprire gli occhi - lo fanno
servendosi di gatekeeper come Roberto Saviano, con il suo ultimo libro “Zero zero zero”.
Se
un tale libro viene pubblicato e pubblicizzato non è per caso, ma perché è
arrivato il momento per i padroni del mondo di gestire la faccenda, esattamente
come non è un caso se spunta fuori un Movimento 5 Stelle proprio in questo
momento storico, dopo un battage pubblicitario intessuto di scandali e peculato da parte
della casta dei politici, volto a minare la fiducia dell’opinione pubblica
nelle istituzioni. Come non è un caso se la trasmissione Mistero arriva a
ipotizzare che il papa appena eletto sia l’ultimo secondo quanto affermano le
profezie di Malachia. Nulla avviene per caso e noi siamo guidati come pecore di
un gregge verso pascoli ancora non ben conosciuti e circoscritti.
Io
stesso avevo recentemente scritto che Francesco I è l’ultimo papa, ma sentirlo
ipotizzare in tivù, su Italia Uno, mi ha fatto un certo effetto, mi ha reso
perplesso e mi ha costretto a chiedermi se per caso anch’io non stia facendo il
gioco degli Illuminati. E’ l’ultima cosa, questa, che vorrei.
In
conclusione, ne restano ancora due, dei Navy Seals della presunta incursione di
Abbottabad, ma uno dovrebbe essersi licenziato dall’esercito con quattro anni
d’anticipo e per questo sembra non abbia diritto di ricevere l’assistenza
sanitaria e la pensione. Di lui non si sa il nome, ma può essere che sia
la prossima vittima designata e che muoia da solo o con la famiglia in qualche
strano incidente. Poi, ne rimarrà uno solo, come nel film Highlander, con Sean
Connery. A quel punto, eliminato anche l’ultimo dei Mohicani, il governo ombra
potrà voltare pagina e alcuni loschi personaggi potranno tirare un sospiro di
sollievo.
Ma
se per caso fosse tutta una messinscena, l’elicottero con i ventidue a bordo
non sia mai caduto, Brett Shadle non si sia schiantato al suolo durante
un’esercitazione e il governo USA stia divulgando queste notizie per mettere al
sicuro dalla vendetta di Al Qaeda i suoi venticinque incursori, perché, mi
chiedo, non caricarli tutti e venticinque sullo stesso aereo e non inscenare
un’unica recita anziché farli “morire” alla spicciolata?
E
quei due che ancora mancano all’appello, non meritano protezione come gli
altri? Io non ho fiducia nella bontà dei capi militari e sono più propenso a
credere che si usino i metodi classici, ben collaudati, d’eliminazione dei
testimoni scomodi, che potrebbero dire la verità, cioè che non c’è stata
nessuna incursione e che nella villa di Abbottabad non c’era nessun Bin Laden.
Segreti
e bugie. L’antica passione degli Anunnaki.
Ciao. Credo che la verità sia veramente troppo traumatizzante per poter essere accolta senza che si scateni una vera follia collettiva. Inoltre c'è il beneficio del dubbio come se già non bastassero i meccanismi di difesa inconsci che evitano le sofferenze. In aggiunta poi alle varie pseudodiscipline sull'autocontrollo e terapie del benessere del tanto declamato "pensiero positivo" come se solo pensare di stare bene avesse il potere di mettere tutto a posto. Certo che ci hanno rincitrullito a tal punto tanto da non riuscire neanche più a pensare allo sfacelo totale in cui ci troviamo, tra un po' forse saremo ridotti alla fame ma tanto non sarà mai colpa nostra. Una cosa è evidente, l'inconsapevolezza, che da 70 anni a questa parte ci avvolge da notizie vere di cronaca che coprono e occultano fatti che la gente comune non deve sapere mistificando il vero col falso abilmente e occultando la realtà di chi muove i fili. Hai scritto delle dure verità, e confermo, pensa che in questo momento, oltre alla sapiente eliminazione dei testimoni scomodi per fatti di importanza mondiale, ci sono dei nostri connazionali, in posti come l'Afghanistan, che perdono la vita, in circostanze c.d. "normali", e di cui non so se la cronaca porterà a conoscenza l'opinione pubblica, ma chi è là sa bene che sto dicendo un'altra verità e mi ripugna solo il fatto che c'è ancora qualcuno che pensa che questi nostri giovani siano andati in quei posti solo per i soldi, almeno questo hanno fatto comprendere i mezzi di informazione ufficiali. Che amarezza.
RispondiEliminaBravo!
EliminaBel commento!
Lasciami aggiungere che secondo me è in atto un tentativo di far trapelare la verità, in tutti quegli eventi che per noi puzzano di menzogna, come se gli autori dei misfatti, quella élite potentissima che ancora non ha connotati precisi, tastassero il terreno per vedere fino a che punto possano spingersi.
Ovvero, fino a che punto sono arrivati a rincitrullire la gente.
Il pensiero positivo, che se non sbaglio ha avuto in Jovanotti il suo primo propugnatore, accompagnato da una valanga di libri in stile new age, è fin troppo vicino a noi e, senza voler esprimere un giudizio ad personam, anche stimabilissimi autori come SDEI, che tu conoscerai senz'altro, sono convinti di dover "pensare positivamente".
Ciò non toglie che anche questi nostri amici, come SDEI appunto, siano ben consci di ciò che sta avvenendo nel mondo. Quindi non si può dire che siano dei "begli addormentati", come li ho definiti nell'articolo.
Forse, dovremmo tutti cercare il giusto mezzo.
@ Proveritas e Roberto
EliminaCondivido pienamente i vostri concetti e la penso allo stesso modo.
Il pensiero positivo propinato dai moderni guru li considero non degni di considerazione in quanto una mente - definiamola - debole è facile che possa inciampare, anche perchè NON viene MAI data la chiave di lettura giusta. Detto questo sono ormai quasi dieci anni che approfondisco tali "argomenti" e non è tutta "fuffa". Ci sono esperti a livello mondiale - ma in ombra, e anche qui in Italia - che cercano di divulgare conoscenze che potrebbero essere a portata di mano di tutti.
Se ti va, Proveritas, e hai tempo prova a dare una lettura all'articolo "Il libro e l'individuo" pubblicato qui il 02/03/13, per capire a cosa mi riferisco... Dipende "come" si pensa positivo e "come" si agisce di conseguenza. E' scienza non fuffa... ma sono consapevole che è molto complicato per chi non è a conoscenza di determinate "prove" che , appunto, buttate li come "concentrati che i tuoi desideri si avverano", non sono naturalmente credibili.
Saluti
Grazie Cat!
EliminaEcco il link:
http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2013/03/il-libro-e-lindividuo.html
Ciao
"per caso anch’io non stia facendo il gioco degli Illuminati"
RispondiEliminala tua battaglia principale è quella di alleviare la sofferenza degli "animali" e quindi se anche questo percorso dovesse coincidere con quello degli illuminati, mi sembra un bel percorso....
Per come la penso io però questo percorso deve essere una presa di coscienza e non si può imporre, per quanto mi riguarda, determinante ( a parte la vivisezione per la quale avevo già chiaro il quadro, gli agnellini ecc.) è stata la visione di filmati sugli allevamenti intensivi e la visione delle condizioni di vita subita, oggi, dagli "animali" prima di arrivare sulle nostre tavole.
A volte penso che mi piacerebbe trovarmi faccia a faccia con uno di questi fantomatici Illuminati e domandargli come prevedono di gestire il rapporto tra l'uomo e gli altri animali.
EliminaOvvero, se il millenario sfruttamento ai danni dei secondi da parte del primo continuerà come è sempre stato o verrà modificato in meglio, secondo canoni di giustizia e di equo trattamento.
Se si verificasse questa seconda opzione, al NWO ci metterei la firma!
A proposito hai visto il film VITA DI PI? L'interprete principale è vegetariano, induista, cristiano e musulmano e da adulto studia la kabala ebraica. C'è anche una bellissima tigre e una natura che si manifesta in tutto il suo splendore.
RispondiEliminaSecondo me manda un messaggio positivo....se ti interessa dopo che lo hai visto (se ti va di vederlo) ti segnalo una recensione interessante.
Ciao
Prima o poi lo vedrò: è talmente pubblicizzato!
EliminaMe lo faccio scaricare da internet.
Perché non mi mandi una tua recensione da pubblicare?
No... io sono una persona molto riservata e a parte qualche sintetico commento qua e la non mi va di fare altro, e poi mi piace leggere non scrivere...(tanto trovo sempre qualcuno che, più o meno, traduce in parole i miei pensieri, meglio di come saprei farlo io) ti ringrazio comunque.
RispondiEliminaSono io che ti ringrazio.
EliminaNon importa.
Ciao