Testo di Gianni Lannes
L'ossessione
del controllo per ingordigia di dominio. Un grande fratello anche in fondo al
mare: tra l'altro inquina ed uccide la vita.
Addio
santuario dei cetacei. Bentornati nel Mar Tirreno, un’area marina rigorosamente
protetta dallo Stato italiano, dove però la NATO, in collaborazione con la
Piaggio ed alcune università sperimenta la prima rete wireless subacquea al mondo. A farne subito le spese gli
abitatori marini, in particolare i cetacei, soprattutto i delfini, spiaggiati a
centinaia durante i primi mesi di quest’anno, a causa dell’inquinamento
acustico emesso dai sonar e dalle apparecchiature operative.
Infatti
è decollata dalle profondità dell’isola di Pianosa la prima rete wireless sottomarina e
robotica. Il progetto è denominato Underwater
Acustic Network e ci stanno
lavorando dal 2010 gli scienziati del Centro interuniversitario di ricerca sui
sistemi integrati per l’ambiente marino, l’Università di Pisa e in particolare
il Centro Piaggio. UAN è un progetto europeo, finanziato con tre milioni di
euro, al quale partecipano università, centri di ricerca e industrie di Italia,
Norvegia, Svezia e Portogallo.
Il
network è stato ottimizzato a decodificare dati acustici utilizzati da potenti
sonar. «Una delle sperimentazioni principali del progetto UAN - conferma il
professor Andrea Caiti, ordinario alla facoltà di Ingegneria dell’Università
di Pisa - utilizza i robot subacquei autonomi come nodi mobili della rete:
l’intelligenza di bordo dei robot li fa spostare all’interno nei punti in cui
la trasmissione-ricezione dati è di volta in volta migliore». Sempre a Pianosa
è in atto un’altra sperimentazione parallela: quella del centro di ricerca Nurc della Nato con sede a La Spezia. Anche in questo
caso si sperimentano reti wireless
subacquee ma con un interesse militare rivolto esclusivamente “allo studio dei
protocolli di trasmissione dati”. L’obiettivo è realizzare sistemi di
sorveglianza bellica per la sorveglianza di siti subacquei ad accesso limitato
in ambito civile e militare.
«Comprendere
l'ambiente sottomarino e capire i segreti della comunicazione sotto la
superficie del mare è essenziale per sviluppare robot mobili e sensori
subacquei in grado di lavorare in network in tali condizioni - spiega John
Potter, coordinatore dell'esperimento per il Nurc - Lo studio di reti intelligenti e autosufficienti è
di grande interesse per i Paesi Nato, in quanto punti di partenza per future
tecnologie per la sorveglianza e la protezione di aree marittime sensibili».
La
"base" della sperimentazione è il battello oceanografico Leonardo.
Supportato dalla Marina Militare Italiana, il test coinvolge anche le
università di Padova, La Sapienza di Roma e quella portoghese di Oporto.
In Italia le regole di protezione della Natura non valgono per i padroni USA e per gli "scienziati" asserviti al potere.
In Italia le regole di protezione della Natura non valgono per i padroni USA e per gli "scienziati" asserviti al potere.
Gianni Lannes
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