martedì 27 agosto 2019

Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto


Testo di Raffaele Termini (27 agosto)

Siamo in una Repubblica parlamentare ed è lecito cercare una maggioranza in parlamento per formare il governo. Ma a tutto c'è un limite, ci vuole un minimo di coerenza e rispetto verso la popolazione. Coerenza, in quanto mi chiedo come sia possibile fare una alleanza tra due partiti che fino a qualche giorno fa se ne sono dette di Santa ragione. Rispetto, verso i cittadini che non hanno votato questa alleanza. Se tutto questo deve essere il gioco delle parti, nel senso che si deve fare questa alleanza perché non conviene andare al voto, e non per gli interessi dei cittadini, ma per interessi di partito, allora questa è la rappresentazione della vecchia politica, che tutti criticano, ma che poi alla fine tutti fanno. Io sinceramente mi vergognerei, al cospetto dei miei elettori, ad andare a fare un governo con chi l'ho accusato di essere il partito di Bibbiano. Come farei a rivolgermi ai miei elettori, a spiegare loro queste accuse, come a sua volta è incomprensibile come faccia chi queste accuse le ha ricevute, a far finta di niente.


Ma questo è solo un esempio, possiamo parlare dell'immigrazione, della politica economica, della giustizia, non vi è un campo dove ci sia unità d'intenti. Certo ci sono i dieci punti del M5S e i cinque punti del PD, ma errare è umano, perseverare è diabolico. Abbiamo già avuto l'esperienza del contratto di governo, ma pensate veramente che si possa governare un paese con dei punti scritti a tavolino? In un paese, come nella vita quotidiana, esistono miriadi di variabili che nessun contratto può essere in grado di stabilire, e se le due forze che lo sottoscriveranno non hanno un minimo di affinità, nasceranno barriere insormontabili, come successo con il governo precedente. La soluzione più logica sarebbe stata il voto, che sicuramente non garantisce la governabilità, ma se il risultato elettorale si orienta verso un'area più unita e più coesa, si potrebbero raggiungere due scopi, governabilità e parola agli elettori, cosa che in una vera democrazia è il fine primario. Tutto questo sembra non avverrà, non ho sentito parlare in questi giorni di programmi ma solo di poltrone e di rapporti di forza. L'augurio, da cittadino italiano, è che mi possa sbagliare, nell'interesse di tutti noi.

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