mercoledì 15 gennaio 2025

Non è solo Hollywood in mano agli ebrei


Ieri sera, su Canale 21, ho visto un film in prima tivù che aspettavo da tempo. S’intitola “Sopravvissuti” e vi dico subito che il titolo secondo me è sbagliato. Quel bravo attore francese dagli occhi tristi era il protagonista. La trama è semplice: una donna afghana, migrante, cerca di attraversare il confine delle Alpi tra Italia e Francia, inseguita addirittura da ipotetici “cacciatori di migranti”. Qui si nota la prima vistosa incongruenza, poiché i cacciatori di migranti non esistono. Capisco che lo sceneggiatore voleva rendere drammatico il racconto, ma in questo periodo storico, in cui l’Europa è letteralmente invasa da africani e asiatici, un film di questo genere, dove i buoni sono i migranti e chi li aiuta, mentre i cattivi sono coloro che si oppongono all’invasione, finisce per scivolare inevitabilmente nella propaganda, di quella becera e sdolcinata, per giunta. Oltretutto, il film, essendo di produzione francese, fa fare agli italiani la parte dei cattivoni, poiché i tre cacciatori di migranti sono italiani, mentre nella realtà, se c’è un popolo arrendevole e pacifico siamo proprio noi italiani, con la polizia francese che, viceversa, respinge i clandestini a Ventimiglia e negli altri valichi. C’è un momento in cui i tre “cacciatori” parlano amabilmente con alcuni carabinieri, come se si conoscessero e avessero la loro approvazione. Vi risulta che le forze dell’ordine italiane abbiano autorizzato dei civili a contrastare l’immigrazione clandestina? Come se non bastasse, i tre “cacciatori”, due uomini e una donna, con un cane lupo in stile SS naziste, sono armati di fucile, e lo usano pure contro il pacioccone francese e la ragazza afghana, da lui aiutata a passare il confine. Ma vi pare possibile che tre civili, non cacciatori di animali, se ne vadano in giro per la montagna armati di carabina? Il film, dal punto di vista stilistico, è anche gradevole, a chi piace il genere drammatico, ma il messaggio trasmesso è dei più nauseanti. Le inquadrature finali mostrano bianchi e neri che mangiano insieme alla stessa tavola, organizzata da una ONG buonista, e questo, in un periodo in cui i migranti di colore delinquono e danno fuori di matto quotidianamente nelle nostre città, lascia l’amaro in bocca. Denis Ménochet, il protagonista, l’avevo visto per la prima volta nel film “Bastardi senza gloria”, altra pellicola propagandistica dove gli ebrei erano le vittime e i tedeschi i carnefici. Insomma! Mi sa che nella realtà è esattamente il contrario. 


5 commenti:

  1. L' ho visto anch'io
    Era una delle offerte meno sgradevoli offerte dalla TV in prima serata , io preferisco vedermi vecchi sceneggiati su rai play o film su YouTube tube .
    Hai ragione , come tutta la cinematografia , anche se non hollywoodiana , c' è sempre un substrato , nemmeno tanto celato , che nel presentare una storia mielosa e emotivamente coinvolgente , lancia i messaggi che devono passare in tutte le salse del pensiero unico
    Pensa che il film che sta spopolando nelle sale ora è " Emilia Perez " la storia di un avvocato che difende un cliente che decide di cambiare sesso .
    Circa un mese fa ho visto " Conclave" film che svela i retroscena dei cardinali con tutti gli accordi segreti e i colpi bassi conseguenti durante il conclave per l' elezione del nuovo Papa.
    Alla fine , per esclusione vince un outsider che , solo ad elezione avvenuta , si scoprirà essere un trans .
    Game over

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  2. Se la cosa può consolarvi, anche le arti figurative, il teatro e la letteratura hanno fatto la storia della propaganda, epoca per epoca.
    La differenza è che il cinema (e la televisione) hanno un impatto mille volte superiore, per la facilità con cui il messaggio viene introiettato, in modo emotivo, senza i filtri del ragionamento.
    D'altra parte, senza propaganda il potere non può assolutamente sopravvivere.

    P.S. - Anche io, come Bobo, ho smesso di vedere le nuove uscite. Per me il cinema e la televisione si sono fermati agli anni '90.

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  3. Non sono d'accordo.
    Di film in giro c'è ne sono eccome.
    Solo bisogna scavare oltre la TV.
    E altre etnie...

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  4. cinema tv etc. cosa sono?
    Cosa rappresentano per l'essere umano?
    Sono il proseguimento dei sogni, delle speranze, dei desideri.
    Le donne si immedesimano mediamente nella donna che finalmente trova l'uomo giusto della vita.
    L'uomo (ma anche la donna) nella vendetta da qualcosa o da qualcuno o dalla società, nell'eroe, in quello che ce la fa ad emergere, in quello che dopo sacrifici riesce ad affermarsi.

    Insomma il comune denominatore. gira che ti rigira, è sempre lo stesso.
    Ciascuno, attraverso le storie che vede, si immedesima in un personaggio o in una storia che lo "aiuta" a sopravvivere, che gli fa sperare che quella storia possa succedere anche a lui etc.

    La paura della morte ha bisogno di un sogno che giustifichi la vita.
    Se fossimo tutti eterni la vita cambierebbe completamente. Il lavoro, la scuola, l'amore … sarebbero diversamente dimensionati.
    Il sogno ti fa compagnia. Il sogno è la promessa che domani qualcosa cambierà.
    Il sogno è la promessa di un paradiso in un altro mondo.
    Gli islamici maschi muoiono volentieri pensando alle 72 vergini che lo aspettano nell'aldilà desiderose di accoppiarsi con lui. Alle donne spetterebbe solo l'amore di un uomo.

    Riducendo tutto ai mini termini sono sempre le stesse storie.
    Durante la vita terrena la donna + in cerca di un fesso da cui farsi mantenere e l'uomo in cerca di qualche buco in cui infilare il pisello.
    Nell'aldilà il paradiso per tutti (più o meno)

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  5. Lo ripubblico non come anonimo

    cinema tv etc. cosa sono?
    Cosa rappresentano per l'essere umano?
    Sono il proseguimento dei sogni, delle speranze, dei desideri.
    Le donne si immedesimano mediamente nella donna che finalmente trova l'uomo giusto della vita.
    L'uomo (ma anche la donna) nella vendetta da qualcosa o da qualcuno o dalla società, nell'eroe, in quello che ce la fa ad emergere, in quello che dopo sacrifici riesce ad affermarsi.

    Insomma il comune denominatore. gira che ti rigira, è sempre lo stesso.
    Ciascuno, attraverso le storie che vede, si immedesima in un personaggio o in una storia che lo "aiuta" a sopravvivere, che gli fa sperare che quella storia possa succedere anche a lui etc.

    La paura della morte ha bisogno di un sogno che giustifichi la vita.
    Se fossimo tutti eterni la vita cambierebbe completamente. Il lavoro, la scuola, l'amore … sarebbero diversamente dimensionati.
    Il sogno ti fa compagnia. Il sogno è la promessa che domani qualcosa cambierà.
    Il sogno è la promessa di un paradiso in un altro mondo.
    Gli islamici maschi muoiono volentieri pensando alle 72 vergini che lo aspettano nell'aldilà desiderose di accoppiarsi con lui. Alle donne spetterebbe solo l'amore di un uomo.

    Riducendo tutto ai mini termini sono sempre le stesse storie.
    Durante la vita terrena la donna + in cerca di un fesso da cui farsi mantenere e l'uomo in cerca di qualche buco in cui infilare il pisello.
    Nell'aldilà il paradiso per tutti (più o meno)

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