Sopra il campanello di casa, un mio amico ha attaccato un adesivo, con sullo sfondo l’aquila patriarcale friulana, che dice: “L’Italie e je in guere; jo no!”. Non credo che la traduzione sia necessaria. Nella coscienza collettiva degli italiani non è entrata l’idea che il Bel Paese stia combattendo con il proprio esercito in una lontana contrada di cui non sappiamo nulla.
Anche le notizie dal fronte, che riguardano unicamente le nostre perdite, non ci fanno entrare nell’ordine d’idee che stiamo combattendo una guerra. Si tratta di singoli morti e non elevano l’emotività degli italiani che sono da decenni abituati alle stragi. Solo Falluja, con i suoi 19 morti, è riuscita a raggiungere il quorum dell’emotività, ma anche quella storia ormai è stata dimenticata, come sono dimenticati i morti delle stragi di Stato.
Per arrivare ad ottenere il privilegio degli anniversari, si deve raggiungere almeno il centinaio di morti ammazzati. A Sant’Anna di Stazzema furono uccisi 560 civili, soprattutto donne e bambini, il che rende l’eccidio ancora più odioso e meritevole di essere ricordato ogni anno. Anche alle Fosse Ardeatine è successo qualcosa di simile. I sionisti, dall’alto dei loro presunti sei milioni di morti, sono riusciti in anni recenti a ottenere una giornata commemorativa, il 27 gennaio, al pari dei morti della prima guerra mondiale che hanno tradizionalmente, a loro disposizione, il 4 novembre. Ovviamente, le commemorazioni non servono ai morti ma ai vivi, per le loro manovre di condizionamento mentale e per la propaganda. I morti tacciono e solo i verbali dei processi per diserzione possono parlare, ma quella è roba per topi di biblioteca e studenti di storia che preparano tesi di laurea. Alla gente si raccontano le solite storielle patriottiche.
Centocinquantamila persone sono andate a commemorare i ragazzi dell’isola di Utoya e neanche le nozze del secolo tra William e Katy avevano totalizzato tanto afflusso di pubblico. Sarebbe interessante sapere che tipo di eggregore saltano fuori da tanta gente riunita insieme. Che cosa pensano? Che un loro concittadino è improvvisamente impazzito? Che i musulmani sono una jattura per la Norvegia, a prescindere che siano loro a mettere le bombe o i loro avversari?
Che il mondo occidentale è sotto attacco? E, domande cruciali, Breivik produrrà emuli? Israele vuole condurci tutti alla fine del mondo, memore di Sansone morto con tutti i filistei?
Il governo d’Israele sa che sarà sconfitto, nel caso gli arabi si arrabbino sul serio, e vuole trascinarci insieme a lui nell’inferno della terza guerra mondiale. Sion vuole vendicarsi per come i tedeschi, ma anche i russi, i finlandesi e i polacchi, hanno trattato gli ebrei settanta anni fa. La vendetta è un piatto che va consumato freddo e dopo settanta anni gli ebrei vogliono prendersi la loro soddisfazione. Sarebbe l’ultima soddisfazione per l’umanità, voluta dal governo di un paese che non dovrebbe neanche esistere e che sulle carte geografiche iraniane nemmeno c’è.
Gli ebrei sono i padroni del mondo e in particolare degli Stati Uniti. Noi, in quanto domestici degli americani, dobbiamo obbedire alle logiche perverse di Netahniau. Dobbiamo fargli i salamelecchi come Gianfranco Fini e Giorgio Napolitano sanno fare molto bene. Se non fossimo così servili e non mandassimo i nostri soldati in Afghanistan, in Iraq o in Libia, dovremmo affrontare delle rappresaglie, esattamente come nel 1944 i nostri civili dovevano subire quelle dei soldati tedeschi, perché non solo non collaboravano con loro, a parte i repubblichini, ma davano ospitalità e aiuti logistici ai partigiani, chiamati anche “banditen”.
Quei canestri di cibo portati ai partigiani nascosti sui monti ci costarono numerosi morti fra la popolazione civile. Cosa succederebbe se invece di appoggiare i marines in Afghanistan, portassimo cibo ai palestinesi, medicine agli afgani o anche semplicemente dichiarassimo di volerci ritirare dal teatro di guerra? Succederebbe quello che è successo alla Freedom Flottilla o a Gino Strada o alla Norvegia.
I livelli sono diversi. Se è un singolo a comportarsi come nemico d’Israele lo si fa fuori come è successo a Vittorio Arrigoni; se è una struttura come Emergency gli si fa qualche dispetto ammazzandogli gl’interpreti o accusandola di spionaggio; se è un governo gli si scatena un manciuriano eterodiretto o qualche attentato con autobomba o una pandemia localizzata o il classico sabotaggio dei freni, che nel caso dei polacchi erano i comandi di un aereo. I servizi segreti non hanno che l’imbarazzo della scelta.
La gente non lo sa, ma dobbiamo ringraziare Javé, il Dio degli ebrei, se ancora, in Italia, non ci hanno scatenato un terremoto disastroso o uno Tsunami o qualche bella strage con centinaia di morti. Anche se ci fanno schifo, dobbiamo dire grazie ai nostri governanti, che si mettono a novanta gradi di fronte alla cricca ebreoamericana. Gli sgarri si pagano cari – è la regola - tra i mafiosi e tra i capi occulti, ovvero tra la mafia piccola e la mafia grande.
Durante la guerra di Spagna almeno eravamo equilibrati. Mussolini ha mandato i suoi reparti, ma anche la Sinistra internazionale ha mandato i suoi. Di modo che gli spagnoli, nella loro guerra civile in cui si ammazzavano fra loro, avevano italiani sia da una parte che dall’altra. La differenza con la guerra in Afghanistan è che stavolta il Mussolini di Arcore ha mandato reparti solo dalla parte di Franco/Karzay, mentre dalla parte opposta non c’è nessuno, poiché la Sinistra internazionale è stata messa a dormire. Il sonno della Storia.
Solo singoli individui vanno incontro alla morte - avvocati delle cause perse - schierandosi dalla parte dei cosiddetti ribelli, ovvero degli antigovernativi. Se i governi seguono logiche d’imperialismo internazionale (che è la facciata visibile del Nuovo Ordine Mondiale previsto e perseguito) e se l’opposizione a logiche avulse e aliene al sentire delle popolazioni locali è giusta e sacrosanta, allora gli antigovernativi vanno appoggiati e la loro opposizione all’imperialismo è la nostra opposizione. Val Susa gemellata con Bala Murghab.
Partecipare alle manifestazioni dei No Tav e combattere a fianco dei Talebani è la stessa cosa: entrambe sono doverose per chi ama la pace (quella vera) e la giustizia. La differenza è solo di grado perché in Val Susa si rischiano manganellate e gas lacrimogeni, ma in Afghanistan si rischiano le pallottole.
Non succederà, ma bisognerebbe che squadre di italiani e altri europei andassero laggiù per dare una mano ai Talebani, così La Russa la smetterebbe di sproloquiare che i nostri militari stanno facendo una missione di pace. O, se dicesse che i Volontari della Libertà sono figli ingrati che tradiscono la patria e gli ideali della democrazia, passerebbe alla Storia come una specie di piccolo Mussolini e sarebbe palese, per i posteri, che appoggiava il fascismo internazionale.
Santorre di Santarosa e Lord Byron andarono a combattere al fianco dei greci, contro i turchi. Non ci sarebbe nulla di strano se qualche europeo si schierasse dalla parte degli insorti afgani.
Gandhi si dichiarò contrario alla cura dei feriti in battaglia. Gino Strada cura i civili afgani di una parte e dell’altra e anche qualche militare, se capita.
Il sottosegretario alla Difesa Crosetto [1] ha dichiarato che le polemiche sul rifinanziamento delle missioni all’estero "Sarebbero una mancanza di rispetto perché i momenti per riaprire le discussioni non sono quelli del lutto".
Anche quando muore un cacciatore non è il momento di fare polemiche. Non è mai il momento di mettere in discussione pratiche come la caccia e la guerra e chi lo fa è uno sciacallo. E’ stato detto anche da un disinformatore pochi giorni fa sul sito Tanker Enemy [2], solo perché il titolare e qualche utente avevano fatto considerazioni sulla morte dei ragazzi norvegesi. E qui siamo veramente all’assurdo: a parlare dei fatti che accadono nel mondo possono essere solo i giornalisti patentati, meglio se appartenenti ai giornali “mainstream”. Tutti gli altri che commentano i morti (provocati dall’élite mondialista e dalle sue scelte assassine) sono sciacalli. Sarebbe ridicolo se non fosse tragico!
Purtroppo, i morti fra la popolazione civile, di cui non sapremo mai l’entità (non ci fanno sapere neanche il numero dei soldati governativi morti negli scontri), non sono solo quelli causati direttamente da armi ed esplosivi democratici, ma anche quelli causati indirettamente stornando il nostro denaro, estortoci con le tasse, verso usi di guerra piuttosto che verso usi civili.
Anche un solo litro di benzina impiegato per far andare avanti un Lince è denaro del contribuente sprecato, che potrebbe essere usato meglio.
A rimetterci non sono solo gli abitanti del terzo mondo, ma anche noi che, diventando sempre più poveri per colpa degli assassini che ci comandano, entreremo a far parte del terzo mondo, avremo sempre meno grilli pel capo, ci occuperemo sempre meno di ingiustizie sociali e penseremo solo a noi stessi e alle nostre difficoltà economiche. Alla fine chiederemo ai registi occulti che hanno scatenato le guerre e le crisi economiche, divenuti nel frattempo ancora più ricchi di prima, di venire in nostro soccorso, di toglierci dalle mani dei nostri inetti governanti e di instaurare finalmente il Nuovo Ordine Mondiale.
Ci sottometteremo brontolando, visto che ci tengono tanto al NWO, e che vadano al diavolo!
Anzi no, sono loro stessi il Diavolo e come può il diavolo andare a se stesso?
Sono caduti per la DEMONcrazia.
RispondiEliminaCiao
Come si diceva del Vate, anche tu Zret sei un.....immaginifico!
RispondiEliminaMa dove le trovi?
:-)
Io non ho risposte certe. Un pò come quel santo che sul litorale di Ostia, mentre pensava a come capire il mondo, incrociò un bimbo intento a mettere l'acqua del mare nella sua buca. All'affermazione del santo che non era possibile il bimbo gli rispose che neanche il sapere del mondo poteva essere compreso da lui. Cito il Quelet, libro sacro ai popoli del Libro (Bibbia): più si aumenta la conoscenza, più aumenta il dolore. Più cerco di capire più fatico a capire. Ci provo, questo è tutto. Non ti arrabbiare Roberto, proviamo a dire qualcosa, ma non dimentichiamoci del bicchiere mezzo pieno fuori da casa nostra. Guarda Pupetta e capirai ; ) Notte
RispondiEliminaNon capisco questo tuo commento, Sbilff. Il militarismo implica che un uomo si sottometta volontariamente a un altro uomo, ubbidendogli e riconoscendogli una qualche autorità. Essere antiautoritari significa essere automaticamente antimilitaristi ed è l'unico modo corretto di vivere in società, se vogliamo una società pacifica e solidale.
RispondiEliminaSe invece vogliamo una società divisa in caste, con immancabili sperequazioni, allora accettiamo pure l'autorità e il militarismo, ma non veniamo a lamentaci, poi.
Poi mi spiegherai cosa dovrei imparare guardando Pupetta, che è tutto fuorché autoritaria e militarista.
Ciao
Ciao Freeanimals,
RispondiEliminaquando riesco a connettermi leggo con piacere i tuoi pensieri. Non si può fare a meno di lottare, se si guerreggiasse con piglio deciso contro i demoni che ci portiamo addosso forse il nostro simile perderebbe ogni sembianza di nemico. Se lottare non significasse sopprimere ma rendere innocuo l'avversario forse si riuscirebbe a comprendere ciò che provoca in noi repulsione. Chissà qual è l'origine del male e quale il suo significato. Non riesco a non esecrarlo eppure più efferato è il crimine più è grande in me la compassione per il criminale. E' la subdola, accanita piccolezza che mi manda in bestia e chissà perché. Ciao.
Lascio spesso la mia mail nei pochi blog che frequento perché non riesco a connettermi quotidianamente così per uno scambio d'idee preferisco la posta che posso controllare di tanto in tanto...
briskola@libero.it
Salve Denis! Che piacere sentirti! Lo sai che ho ancora in memoria, nelle bozze, il tuo indirizzo? Ti avevo promesso che ti avrei mandato la foto di casa di Michelstetter, ma siccome non ho occasione di andare a Gorizia in qualità di turista (ci vado per lavoro una volta al mese ma non posso assentarmi), per ora la mia è solo una buona intenzione. Però, mai dire mai e chissà che non mi capiti di recarmi nel capoluogo isontino, così da poter mantenere la mia promessa.
RispondiEliminaCome vanno le cose nel tuo bosco? E i tuoi animali, come stanno? Non ricordo se abiti in Toscana o in qualche altra parte dell'Appennino. Io ho abitato in una baita in Carnia, per sei anni, e ricordo la pace, il silenzio, gli uccelli e.....gli spari dei cacciatori!
Non c'è rosa senza spine e forse anche tu, d'inverno, sei disturbato dagli elargitori di morte e violenza gratuita. Se c'è una cosa che mi fa arrabbiare è proprio la violenza sugli animali, perché almeno i pastori afgani possono imbracciare il mitra e difendersi. Gli umani hanno quasi sempre una possibilità di salvarsi, a meno che non si tratti di bambini, ma gli animali sono condannati sempre e comunque.
Quelle sugli animali sono violenza e ingiustizia essenziali. Basilari.
Spero di sentirti ancora.
Ciao
Ciao. Ci troviamo tra le colline del Monferrato dove il paesaggio è deturpato da politiche dissennate che elargiscono fondi per mantenere incolti i campi. Anomalie climatiche e strane malattie completano il quadro, ma la nostra tenacia non ci permette di arrenderci. Stiamo raccogliendo le patate, abbiamo dei bei pomodori e melanzane, peperoni, cetrioli, fagioli, aglio, cipolle, un pollaio. Perdonami se quest'anno tirerò il collo a cinque galletti, stai certo che finché vivranno razzoleranno liberi e ben nutriti. Le restanti venti galline non saranno toccate e dopo questi galletti non comprerò più pollame da carne (sono quasi vegetariano, se mangio della carne è perché mi trovo ospite dalla mamma). Sì, anche qua si manifestano idioti in mimetica col fucile in spalla e ogni tanto si sparano tra loro. La violenza sugli indifesi è l'apice della viltà. Mi ha fatto piacere questo scambio d'opinioni e il ricevere la tua lettera. Ci sentiamo e se passi dal Piemonte fatti sentire. Ciao!
RispondiElimina"La violenza sugli indifesi è l'apice della viltà"
RispondiEliminaSe sei convinto di questo, come puoi assassinare cinque galletti?
Dovresti ammettere di essere un vile: come puoi sopportarlo?
Capisco che tradizionalmente, nelle zone rurali, si è sempre fatto così, ma tu sei un uomo evoluto, capace di fare scelte etiche.
Dunque, mi aspetto che tu le faccia e che la prossima volta tu mi dia buone notizie.
Ciao
E' stato un errore. Ho comprato dei blue-grey convinto che fossero galline (mannaggia all'inesperienza) invece erano cinque bei maschietti. Prova a lasciare nel pollaio cinque galli poi mi racconti cosa raccogli dopo che hanno combattuto ;) Così dovrò abbatterli. Li regalerò alla mamma, al fratello e al vicino che ci aiuta. Due giorni fa il gallo adulto (che se lasciassi vivere gli altri sarebbe il sesto) mi ha aggredito alle spalle mentre raccoglievo le uova, mi ha distrutto un polpaccio con becco e sperone. Ho iniziato l'avventura agricola nel maggio 2009, il gallo è arrivato a luglio dello stesso anno. E' la mascotte della casa, l'ho chiamato Boss e nonostante le aggressioni a me e Simona nessuno gli farà mai nulla perché gli vogliamo bene. Per i prossimi due anni non sono previsti nuovi acquisti avicoli e questi galletti saranno gli ultimi che abbatterò. E comunque il gallo non è indifeso... Ciao!
RispondiEliminaLe galline le teniamo per le uova e non per la carne (mangio anche poche uova, solo ogni tanto un tuorlo) e per il concime che producono con il guano. Mangiano gli scarti dell'orto e becchime che cerchiamo di selezionare tra i migliori (fermo restando che non c'è più nulla di incontaminato). Se ti ho confessato il prossimo abbattimento dei galletti è perché sì mi sento in colpa!
RispondiEliminaParli come se la condanna a morte dei cinque galli fosse ineluttabile. Invece sei tu che li hai condannati. Tu hai fatto da giudice, avvocato ed esecutore materiale. Con la differenza che non stiamo parlando di criminali incalliti o di assassini, ma di semplici creature che chiedono solo di vivere. Come puoi decidere della loro vita?
RispondiEliminaAnticamente, i patrizi romani e i nobili greci decidevano della vita e della morte dei loro schiavi, ma quelli erano tempi bui e feroci e noi abbiamo ripudiato lo schiavismo, considerandolo come vergogna del passato. Da dimenticare. I nostri discendenti forse considereranno nello stesso modo anche i nostri attuali costumi, ma se capisci questo e se hai una coscienza, dovresti chiederti: Perché aspettare? Perché non realizzare subito, hic et nunc, il Regno di Dio in Terra?
Poiché continuo a immaginarti come una persona degna e dotata di senso etico, perché non cominci subito a considerare sacra la vita di quei cinque uccelli? A livello pratico, invece di dire che queste saranno le tue ultime macellazioni, perché non cerchi su internet qualche associazione animalista della tua zona disposta a venire a prendersi i cinque condannati a morte? Non credo che sarebbe una gran perdita economica per te. Fai finta che te li abbia mangiati la volpe. Tutt'al più andresti incontro alla disapprovazione di familiari e amici, ma sarebbe per te l'occasione per far loro aprire la mente e il cuore. Discutendo con essi. Ma per far ciò, bisognerebbe che, prima, la tua mente e il tuo cuore siano aperti.
Cosa che mi viene il sospetto non sia ancora avvenuta.
So che non lo farai. Non riuscirò a farti cambiare idea perché, come dicevano gli antichi saggi: "Vedo il meglio, ma al peggior m'appiglio".
Ciao.
Avevo pensato di liberarli anche se significherebbe condannarli ugualmente a morte e poi tenterebbero di tornare nel pollaio. Come ho già detto tenerli vuol dire vederli combattere molto probabilmente fino alla morte. Proverò a sentire la Lipu te lo prometto e se questa non potesse intervenire cercherò un'altra associazione ma il tempo stringe... diventati adulti (fra un paio di mesi) cominceranno a beccarsi tra loro. Dio che cazzata che ho fatto!
RispondiEliminaRiporto la mail che ho appena mandato alla Lipu.
RispondiEliminaSalve a tutti, il mio è un caso che vi sembrerà ridicolo ma non lo è per la mia
coscienza.
Vivo a **** dove da due anni con la mia compagna si coltiva un orto.
Abbiamo un pollaio. Ho comprato per sbaglio cinque galletti (me li hanno
venduti come blue-grey). Pensavo fossero galline. Noi non si uccide niente e
nessuno, le nostre galline restano con noi fino a quando la vita le assiste.
Non possiamo tenere cinque galli dal momento che prenderebbero ad
azzuffarsi diventati adulti probabilmente fino ad uccidersi. Mi chiedo se
potete aiutarmi a sistemarli in un luogo dove possano vivere separati e dove
io, di tanto in tanto, possa andare a vederli per assicurarmi che non siano
finiti arrosto. So che vi avrò fatto sorridere ma per me è una questione
importante. I galletti li ho presi ad aprile che avevano circa 40 giorni quindi
penso che fra un paio di mesi saranno adulti e inizieranno a combattersi. Per
favore rispondetemi in fretta! Mille grazie.
Infatti, la Lega Italiana Protezione Uccelli non si occupa di.....uccelli da cortile: se non hanno il pedigrì non intervengono. Devono essere almeno dei rapaci. Sono rapaci i tuoi galletti? :-)
RispondiEliminaIn questa pagina potresti trovare di meglio:
http://www.google.it/search?client=safari&rls=it-it&q=animalisti+%2B+monferrato&ie=UTF-8&oe=UTF-8&redir_esc=&ei=vEgyTriBPYbtsgaXw_3oBg
In particolare, se non combini con l'ENPA, io ti consiglierei i 100 % Animalisti, che, come puoi leggere qui, sono presenti anche a Casale Monferrato:
http://www.ladestra.info/?p=5247
Questo che segue è il loro sito ufficiale. Se ti registri e metti un annuncio, ti risponderanno senz'altro, mettendoti in contatto con gli attivisti della tua zona.
http://www.centopercentoanimalisti.com/index.php
Ciao
Sono rapaci... devi vederli quando mangiano. Ho contattato i 100% animalisti e sono in attesa di risposta. Una soluzione potrebbe essere costruire recinti separati ma ho bisogno di aiuto perché al mattino faccio le pulizie in una casa di riposo, da due mesi al pomeriggio frequento un corso per diventare oss e nei ritagli di tempo mi dedico alla terra. L'ho fatto presente all'associazione che ho contattato, se trovo un paio di persone che possano dedicare una giornata a piantar pali e tendere rete insieme a me forse ce la facciamo. In cambio ortaggi, uova e simpatia. Ciao!
RispondiEliminaI 100 % Animalisti non mangiano uova!
RispondiEliminaAnni fa dovevo sistemare delle capre. Telefonai agli Hare Krisna di Padova. Mi risposero che se andavo a costruire il recinto nella loro tenuta, le avrebbero prese. Così, mi si prospettava l'ipotesi di fare 150 chilometri di sola andata per assemblare rete, pali e recinto (a mie spese), mentre io nella mia vita non ho mai preso in mano un martello.
Ti sembrava cosa saggia?
Ho ringraziato gentilmente.
Nel tuo caso, si fa prima a trovare persone con cortile e spazio disposte a prendersi le quattro "rogne" rimaste, visto che uno lo hai promesso a un tuo vicino.
Comunque apprezzo i tuoi sforzi. Insisti a chiedere aiuto (ma senza farli lavorare), perché a chi chiede sarà dato, a chi bussa sarà aperto e chi cerca trova.
Ciao