Forse non dovrei parlare della morte, giacché a qualcuno potrebbe venire in mente che, parlandone, si formano delle eggregore negative che prima o poi, come profezie autoavverantesi, portano alla realizzazione di quanto pensato e detto, in questo caso la morte.
Poi, mettersi a parlare di morte in un periodo in cui sui blog di controinformazione non si fa altro che parlare di quanto stiamo diventando poveri e di quali lacrime e sangue ci aspettano [1], è un po’ da sadici. Ho notato inoltre che, nel sito Stampa Libera con cui collaboro, si sta verificando una specie di forbice, leggermente schizofrenica, tra gli autori che vorrebbero spingere verso un immaginario paradiso di cambiamenti spirituali e di consapevolezza morale e quanti si attengono alla realtà (o ciò che ci appare come tale), descrivendola a fosche tinte, esagerando o meno. La spaccatura è già in origine tra gli autori e, di conseguenza, anche tra i lettori.
Io non so dove mi posiziono, anche se forse altri colleghi autori non avrebbero dubbi su dove collocarmi (o mandarmi), ma quello che mi sento di scrivere, lo scrivo. Che altro posso fare?
Ecco che per affrontare un tema classico e delicato come la morte, devo innanzitutto premettere che la domanda va posta in relazione al soggetto interessato, cioè cosa succede dopo la morte a chi muore e cosa succede dopo la morte a chi sopravvive. Dipende tutto dal soggetto. Poiché io, mentre scrivo, appartengo alla categoria di coloro che sopravvivono, non posso non ragionare come un sopravvissuto, con tutte le ansie e le angosce e le aspettative che ciò comporta. Mi è impossibile ragionare come un morto, per evidenti ragioni, e fino a questo momento non si sono mai verificati casi di morti che abbiano raccontato, a voce o per iscritto, il loro nuovo stato di morti.
Il libro tibetano dei morti, che è il più famoso, ma anche quello egiziano e cristiano, sono stati scritti da vivi e, in quanto tali, devono essere presi con molte cautele, dato che un vivo che scrive sulla morte è come un prete soggetto al dovere del celibato che parla di matrimonio: non è la persona più qualificata. Dunque, anche queste righe devono essere prese con beneficio d’inventario, poiché io parlo da vivente su una cosa che finora ho conosciuto solo da spettatore esterno. L’unica cosa di cui mi si deve dare atto è che io lo dico in premessa.
Perciò, alla domanda cosa succede dopo la morte a chi sopravvive, posso rispondere in base al comune sentire e al patrimonio di conoscenze che sono state finora accumulate sull’argomento. Libri, giornali, tradizioni orali e conoscenze dirette sono gli archivi dove da sempre l’umanità registra le sue impressioni sulla morte degli altri. Da una di queste fonti/registro ricavo la seguente notizia:
Un gatto eredita 10 milioni di euro.
Non è la prima volta che un animale domestico si ritrova in possesso di una grossa somma di denaro, ricevuto dal “padrone” umano con cui aveva passato la vita. Peccato che per un animale possedere denaro è un ossimoro, poiché l’unica forma di accumulo di ricchezze è quella che si riscontra negli insetti sociali, formiche e api, ed evidentemente la creazione delle banche, da parte nostra, è dovuta non tanto all’esecrato sentimento di avidità, ma a un fenomeno intrinseco al nostro essere animali sociali. Le banche sono scritte nei nostri geni. Volerle chiudere è un po’ come voler modificare il nostro DNA, ma se si crede all’epigenetica, allora diventa lecito farlo.
Nel caso in esame, premesso che dunque il gatto Tommaso non si è accorto del cambiamento, poiché forse non si è accorto nemmeno che è morta la sua padrona novantaquattrenne, la somma sarà gestita dall’infermiera che negli ultimi anni di vita accudiva l’anziana signora, con la clausola, a detta del notaio, che il denaro non potrà essere usato a piacimento e a capriccio dell’infermiera ma, oltre a garantire il mantenimento dignitoso di Tommaso, dovrà servire a nutrire i gatti randagi e aiutare le associazioni zoofile. Chissà se tutte queste belle aspettative saranno effettivamente realizzate? Chi controllerà che l’infermiera rispetti le richieste della defunta?
Tuttavia, bisogna riconoscere che alcune associazioni zoofile, con questo meccanismo, sono diventate ricchissime e nel momento in cui, con gli avvicendamenti previsti dallo statuto, cambiano i presidenti e i revisori dei conti e gli originali zoofili vengono sostituiti da volponi che di zoofilo non hanno nulla, la situazione si fa incresciosa.
Ci si ritrova con associazioni nate per la tutela degli animali che, invece di occuparsi di animali, mettono i soldi in banca per farli fruttare e non si sa che fine facciano di preciso gli interessi che ne derivano. Le donazioni e i lasciti ricevuti da persone anziane come eredità finiscono per essere utilizzati in modo diverso da come si era chiesto nel testamento e la cosa, per un onesto spettatore esterno, ovvero per un volontario che dedica il suo tempo ad accudire i cani randagi nei canili, è obiettivamente disdicevole.
Nella maggior parte dei casi, i volontari, pur di poter continuare a frequentare il canile per svolgere l’appassionante opera di protezione e aiuto, preferiscono tacere sull’ingiustizia compiuta dai vertici, mentre chi si permette di criticare viene semplicemente sbattuto fuori, negandogli l’accesso ai cani.
Naturalmente, i presidenti truffaldini di tali associazioni, dopo aver ricevuto l’eredità e messa a fruttare in banca, continuano a piangere il morto e a piatire denaro al pubblico, lasciando a volte il canile (di rappresentanza) deliberatamente in pessime condizioni, così da intenerire quanti dovessero visitarlo, per indurli a fare donazioni. Il canile con i cagnetti sporchi e tenuti in condizioni di affollamento diventa una gallina dalle uova d’oro, in quanto la sensibilità media delle persone le spinge ad essere generose e paradossalmente spesso avviene proprio con chi non ne avrebbe bisogno. A questo punto, io non vedo differenze tra il mendicante Rom che chiede l’elemosina strumentalizzando un cagnetto (o un bambino piccolo) e i presidenti di associazioni come l’E.N.P.A. [2] o l’U.A.I. [3] che diffondono bollettini postali con richiesta di denaro nel mentre in banca hanno depositate somme favolose che rimangono inutilizzate.
Si tratta in entrambi i casi di sfruttamento dei buoni sentimenti della gente. In questo, la Chiesa cattolica è maestra e se c’è qualcuno a cui associazioni governative e non si sono ispirate, è proprio nostra santa madre chiesa. La madre di tutte le richieste d’elemosina.
I settori in cui tradizionalmente avvengono tali prese in giro della popolazione, sono principalmente tre: i bambini, le malattie (con la variante potentissima dei bambini malati) e gli animali, che sono nell’immaginario di molte persone dei surrogati di bambini. Se è riprovevole che l’ENPA o associazioni zoofile sfruttino gli animali per arricchire, lo è anche sfruttare le malattie e l’infanzia sofferente per accumulare denaro.
In questo periodo pre-natalizio si assiste all’apoteosi del buonismo questuante. Dall’AIRC [4] all’associazione contro la leucemia, da Padre Gaetano, che chiede l’otto per mille per la Chiesa cattolica [5] alle azalee della ricerca, dal ficus beniamino alle arance della salute, tutti si gettano nella mischia e tutti portano a casa qualche soldino, chi più chi meno.
Di solito, quelli già enormemente ricchi come le industrie farmaceutiche, di cui le varie AIRC sono emanazione laica, sono anche quelli che racimolano il bottino più consistente. Gli altri, i “pezzenti”, ci provano e, artigianalmente, racimolano qualche sommetta per mangiarsi la pizza: penso a quei ragazzi che si dichiarano ex tossicodipendenti e che chiedono soldi alla gente per la comunità terapeutica di turno. E poco importa che tale comunità esista o meno.
Costoro, veri o finti ex tossici, passano inosservati, a meno che Striscia la Notizia non gli sguinzagli dietro Moreno Morello o Gimmy Ghione. Le associazioni d’appoggio alla vivisezione, che sfruttano i mali della gente, hanno spesso qualche trafiletto pubblicitario sul giornale locale. Gli animalisti mettono i loro gazebi il sabato sera in centro, pagando la tassa d’occupazione suolo pubblico. Normalmente, i soldi raccolti servono per scopi pratici come l’acquisto di cibo, ricoveri per cani e vaccini. Se vetuste associazioni come l’ENPA hanno somme enormi in banca, le piccole associazioni sono moralmente più sane, meno criticabili e dedite sinceramente a ciò che dicono e fanno. La genuinità dell’ente questuante è direttamente proporzionale alla precarietà e al dilettantismo dei mezzi. Di modo che, se qualcuno vi mette in mano un depliant lacrimevole in carta patinata, potrebbe già essere un indizio che, dietro, c’è un’organizzazione professionista volta a raggranellare denaro, a cui gli ideali sbandierati nel volantino rappresentano solo uno specchietto per allodole.
Infine, 10 milioni di euro destinati a un gatto fanno notizia, in quanto evento raro e leggermente offensivo per gli esseri umani che ne sono esclusi. Infatti, una critica di tal segno non è mancata nell’articolo del Gazzettino. Tuttavia, se vogliamo inquadrare il fatto nel giusto contesto, si devono considerare le molto più immorali spese in armamenti, ma anche quelle non meno immorali in attività inutili come la caccia, l’automobilismo, l’arte, i gioielli e le barche da diporto. Ma l’elenco potrebbe allungarsi ad libidum con un’infinità di altre frivolezze in cui indulgono le umane genti, qui da noi in occidente, come anche nel resto del mondo. Al limite, anche la pizza che i sedicenti ragazzi ex tossicodipendenti vanno a mangiarsi, dopo aver rotto i Robertomaroni ai passanti, è un lusso di cui si potrebbe fare a meno e che potrebbe sfamare qualche povero barbone. Chi decide cosa è superfluo e cosa non lo è?
Oscar Wilde diceva: “Non c’è niente di più necessario del superfluo” [6].
Chi è senza peccato scagli la prima gatta e sul tema immenso della morte ci torneremo, se essa non interverrà prima ad impedircelo.
Note:
Io mio amore per il metafisico, l’esoterico ed il magico ha sempre suscitato in mia madre qualche dubbio sul regolare funzionamento delle mie rotelle. Adesso però, che ha superato gli 80, comincia ad ascoltare con più attenzione le mie teorie sull’aldilà sperando di saperne qualcosa in più su cosa c’è dopo la morte.
RispondiEliminaMa poi, insoddisfatta dei miei racconti, torna puntualmente nell’aldiqua ribadendo che, di fatto, non è mai ritornato nessuno a raccontare come si sta nell’altro mondo.
All’attualità, a dispetto delle tante previsioni catastrofiche circolanti, è molto in auge la teoria dell’ascensione ad altre dimensioni ovvero quella della fine, più o meno “controllata”, del mondo nel 2012 ma senza cataclismi particolari se non quelli inevitabili che si hanno quando rinasce qualcosa. Per dirla in termini informatici, è come se fosse in atto un download di un aggiornamento del software divino, che terminerà il 21/12/2012 e che sta già riprogrammando tutto il dna circolante con l’effetto di far evolvere e trasformare in meglio e definitivamente, la vita degli umani aggiustando, una volta per tutte, tutte le cose storte del mondo.
La fine delle guerre e l’avvento della pace e dell’amore incondizionato sulla terra.
Una fine del mondo stile diluvio universale parziale con tanto di resurrezione.
Io confido in tale teoria poiché credo nell’esistenza di un progetto divino che non può vederci immersi in eterno in questa banale dualità terrena che, a primo acchito, vede da sempre trionfanti i cattivi sui buoni. Il bello è che stavolta non sarà Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti ma sarà tutto verificabile a breve poiché tali convincimenti saranno solennemente smentiti o confermati entro il 21/12/2012 e non nell’aldilà. Chi sopravviverà, vedrà!
Analizzando una giornata tipo si rileverebbe che un umano, sostanzialmente, occupa il proprio tempo terreno a mangiare, dormire e lavorare. Tra queste attività si colloca l’amore ovvero, per dirla brutalmente, il piacere che si prova nel relazionarsi con gli altri sia per meri scopi di riproduzione che per il piacere della condivisione del creato con i propri simili nonché con animali, piante e cose.
Subito dopo gli umani io colloco gli animali. Ma sono dati ballerini poiché talvolta capita che ci sia più amore tra animali ed uomini che tra esseri umani.
La morte non è l’unica cosa ad essere sicura! Io ci aggiungerei anche la stupidità dei terrestri!
La natura e gli animali riescono a far percepire, con la bellezza della loro semplicità, l’esistenza di un progetto divino contrariamente alla scelleratezza che promana dai replicanti con cui dobbiamo lottare ogni giorno, la cui occupazione preferita è sognare di fare i gladiatori nell’arena e stilare una classifica tra vincitori e vinti.
Una partita di pallone che dura da sempre!
Speriamo che stavolta l’arbitro fischi la fine della partita e con essa la fine del campionato.
Si dice: "Se vuoi un amico, comprati un cane!".
RispondiEliminaIo l'ho fatto e ora lei sta sempre con me. Sono appena tornato, con lei, da una passeggiata. Quando sto via da solo per qualche ora, al ritorno impazzisce dalla gioia. Quale essere umano si comporta così con me?
Non la metterò nel mio testamento come erede universale, perché ho una figlia naturale avuta dal primo matrimonio, ma chiederò che Pupetta non finisca i suoi giorni in un canile. Per fortuna, mia figlia, che abita a 100 Km da me con sua madre, è animalista come me e sono sicuro che si occuperà della mia cagnetta, quando non ci sarò più.
Oltretutto, non ho 10 milioni di euro da lasciare in eredità.
Grazie Gianni per il tuo simpatico intervento.
Originale quella cosa del "download" divino.
Solo una mente informatica come credo sia la tua poteva partorirla.
Ciao
Hai giustamente notato la dicotomia tra i "solari" ed i "notturni": questo iato aumenta sempre più, spesso in molti di noi. Così paradossalmente la disperazione più arida e divorante coabita conla speranza più alata.
RispondiEliminaAlla fine che fine faremo?
Ciao
SI TRATTA DI QUESTIONI INTERESSANTI CHE DEVONO ESSERE AFFRONTATE RELATIVAMENTE AL PASSATO. E nel passato le cose andavano diversamente. Nel senso che le eredità, spesso molto cospicue, finivano in mano alla Chiesa ed ai clerici. I quali ne facevano quel che volevano Con buona pace di Cristi, Madonne e Santi. Giorgio Vitali
RispondiEliminaSalve Zret! Se ti riferisci alle eggregore o alla morte, classificandole nella categoria "notturni", in contrapposizione alla vita solare, ti dirò che lo stesso articolo ha sollevato su Stampa Libera qualche malumore per il presunto scollamento tra titolo e contenuto.
RispondiEliminaIn più, su SL, vengo spesso alle prese con persone che dimostrano una cieca fede nel potere magico delle parole, nelle eggregore appunto e in altri aspetti esoterici, al punto che parlare di NWO sembra stia diventando tabù, perché è con il nostro parlarne che lo rendiamo reale.
Io non so cosa pensare!
Cerco di essere rispettoso verso tutte le opinioni, esprimendo al contempo senza remore ciò che penso veramente, ma qui ogni articolo che scrivo scontenta qualcuno.
Alla fine penso che dovrò andare dritto per la mia strada, senza curarmi troppo dei malumori che i miei articoli potrebbero indurre.
Tuttavia, c'è anche un'utente, tale Cinzia, che si è prenotata per leggere un mio articolo sulla morte, quella vera, ma non so se sono all'altezza del compito.
Tu te la caveresti senz'altro meglio di me!
Magari potrei cercare nel tuo blog qualcosa di pertinente e passarglielo. Che ne dici?
Salve Giorgio! Non ci avevo pensato! E' proprio come tu dici. Probabilmente, ci sono ancora nobildonne che lasciano i propri averi alla Chiesa, ma noi non veniamo a saperlo, per censura da parte dei mass-media. Se è così, perché quando i soldi finiscono a un canile i giornali ce lo fanno sapere, mentre quando finiscono alle suore non lo viene a sapere nessuno?
RispondiEliminaI giornali vogliono attizzare il rancore dei cattolici verso gli zoofili, da tempo immemorabile presi di mira dai benpensanti. Sembra che i mass-media si divertano a creare malumore in determinate categorie, indirizzando la loro rabbia verso altri gruppi.
Spesso, anche se qui stiamo parlando di milioni di euro, si vuole scatenare una guerra tra poveri, come quando si dà addosso allo zingaro o all'extracomunitario.
C'è qualcuno che si diverte, in regia, secondo me.
Ciao e grazie per la tua visita.
Freeanimals, ormai va di moda affermare che il pensiero crea e modella la realtà, modifica gli eventi. Sarà così o è solo una consolazione, un appiglio? E' tema che vorrei approfondire da tempo, ma devo trovare l'abbrivo e scrollarmi di dosso la disforia.
RispondiEliminaI tuoi articoli sono sempre apprezzabili per il tuo sano realismo, per l'ironia e per l'equilibrio.
Ciao
Ah, ecco! Non sono l'unico a trovarsi in imbarazzo quando si parla di forza del pensiero. Se fosse vero che noi possiamo fermare l'avanzata del NWO solo con il pensiero, magari gli Illuminati hanno una forza del pensiero superiore alla nostra. E allora, a che servirebbero tutti i nostri sforzi? Sia che se ne parli o che non se ne parli? Tanto lo realizzano lo stesso!
RispondiEliminaDisforia secondo Treccani:
http://www.treccani.it/vocabolario/tag/disforia/
Grazie per i complimenti, carburante per noi blogger disforici!
:-)
Senza dubbio, la mente può concepire le idee e tradurle in cose, ma è necessaria della materia, per questa operazione. Infatti di per sé il pensiero non può creare la "causa materiale" (Aristotele). Che il pensiero possa dirigere gli eventi è possibile, ma non sappiamo in che modo e forse, come scrivi tu, il pensiero negativo degli Arconti è più potente. Oltre al pensiero poi dispongono di mille altri parafernalia e così ci serviranno il NWO su un piatto d'argento, nonostante i milioni di fautori del pensiero positivo.
RispondiEliminaDifficile che tu sia disforico quanto me.
Ciao
Milioni di fautori del pensiero positivo?
RispondiEliminaMagari! La disforia sta diventando contagiosa, ma già Celentano trent'anni fa cantava: "la nevrosi è di moda, chi non l'ha ripudiato sarà!"
Se vogliamo fare una graduatoria tra depressi e pessimisti, Leopardi sta al primo posto, tu sei parecchio disforico e, parafrasando Woody Allen, anch'io non mi sento molto bene!
Questo articolo cade a fagiolo.
Non pensavo che Massimo Mazzucco fosse anche filosofo.
“Una volta c’erano le scie chimiche. Tu dicevi “quella roba non è normale”, e subito il tuo Libro ti confermava che avevi ragione. Non c’era bisogno di fare “ricerche scientifiche”, lo capivi da solo che quella roba era frutto del Male, e quando arrivava il bugiardo di turno a sostenere che tutto fosse normale ci mettevi due minuti a mandarlo a quel paese.”
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3898
Se consideri tutti gli affiliati a movimenti New age sparsi nel mondo e gente simile, nel mondo i sostenitori del pensiero positivo e della legge dell'attrazione sono milioni. Forse, però, la loro intenzione non è ben diretta o un diaframma separa la mente dalla materia. Inoltre non sappiamo neanche che cosa sia la realtà, figuriamoci se sappiamo come modificarla.
RispondiEliminaLa vita è di per sé filosofica, diceva il genio recanatese. Prima o dopo, tutti si pongono le domande che, però, non hanno risposta.
Ciao
Su sette miliardi di persone, i sostenitori del pensiero positivo restano comunque una minoranza, secondo me.
RispondiEliminaIn effetti, la realtà, prima di poterla modificare, bisognerebbe conoscerla.
Altrimenti, ognuno fa i suoi propri giochi di prestigio. Inconcludenti. E ha pure la pretesa che servano a qualcosa.
Ciao e grazie.
e "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" ?
RispondiEliminaForse il pensiero non può cambiare la realtà, ma se il pensiero porta ad un cambiamento nelle azioni, allora si.
Sono troppo idealista...ma giuro di emendarmi.
dopo la morte niente
RispondiEliminaporca miseria Roby !!
e io che ci credevo!
ciao
Intanto, Nata-Libera, complimenti per l'avatar!
RispondiEliminaIl tuo adorato Ragdoll...occhi azzurri, vero gatto ariano!
A cosa credevi di preciso?
Io non sono sicuro di niente, ma siccome parto dal presupposto che siamo scimmie,non vedo perché, se c'è una continuazione per noi dopo la morte non ci possa essere anche per loro.
Poiché tutti i teologi di tutte le religioni dicono che per le scimmie dopo la morte c'è l'oblio, allora ci deve essere l'oblio anche per noi, perché noi non siamo poi tanto speciali.
E' solo questione di logica, che preferisco al dogma.
Ciao
non e´ariano e´americano linea canadese bello he! venduto qui aveva 3 mesi
RispondiEliminaio piu´che credere speravo che esistesse la rincarnazione
ma se e vero che siamo scimmie e meglio che non ci rincaniamo con la sfiga che abbiamo finiamo in qualche laboratorio
un bacione
Per credere alla reincarnazione, bisogna prima credere all'esistenza dell'anima.
RispondiEliminaAnche se l'umanità ne parla da migliaia d'anni, secondo me l'anima non esiste e quindi nessuno può reincarnarsi.
Siano animali e questo non va mai dimenticato.
Tutto il resto sono superstizioni.
Ma se uno vuole credere perché così facendo si sente meglio, liberissimo di farlo.