domenica 20 settembre 2020

Stanno creando una popolazione che non saprà più scrivere


Testo di Anonimo

Nell’ansia, anzi, paranoia di rendere le scuole luoghi battericamente puri e le classi sale operatorie dotate di strumenti sterili, abbiamo imposto ai nostri fanciulli troppe regole e molte di queste risultano esagerate, follie nonché inutili. Gli istituti assomigliano sempre di più a carceri di massima sicurezza e i discenti a condannati al 41bis. Ad esempio, c’è il divieto di introdurre all’interno del plesso scolastico pupazzi di peluche. Gli adolescenti non si recano a lezione con la barbie o l’orsetto, questo è pacifico, eppure molti bambini delle materne non si distaccano mai dal proprio bambolotto. Averlo accanto infonde un senso di sicurezza e privare un pargoletto della possibilità di portarsi questo oggetto da casa è crudele, soprattutto ove consideriamo che la scuola oggi non è un ambiente rassicurante, neppure quella per gli infanti.



Qui infatti, sebbene per i piccoli sotto i 6 anni non viga l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione individuale, le maestre sono munite di mascherine, visiere in plastica, spesso addirittura guanti e non possono fornire al pargoletto quel senso di rassicurazione tramite contatto fisico di cui questi ha bisogno, mediante abbracci e carezze. In diversi istituti, gli adolescenti studieranno sui tablet messi a disposizione dal liceo, strumenti che alla fine della giornata i ragazzi stessi dovranno disinfettare accuratamente e riporre sotto carica negli armadietti. Come sia possibile apprendere senza i libri di testo che poi dovrebbero essere riletti a casa resta un mistero. Inoltre, come si prenderanno appunti da rileggere poi nella propria stanzetta? Non è scuola una scuola senza penne e quaderni. Certo è che essa fabbricherà adulti in grado di digitare, eppure non di scrivere. Se dovesse mancare l’energia elettrica, nessun problema, ecco che verranno distribuiti penne e fogli di carta, ma guai ad infilarli nel marsupio lavabile e igienizzabile prima di rincasare: le pagine si fotografano e poi si gettano via, perché potrebbero essere contaminate.



Le cartelle non vanno appoggiate per terra. Né dentro la scuola né fuori. Il tutto per tenere alla larga il coronavirus. Dunque, i nostri figli trascorrono la mattinata in strutture fatiscenti, pericolanti, dai muri sporchi, ammuffiti, assolutamente non salubri, ma ciò che conta è stare sul banco con le rotelle e usare spesso l’amuchina. Vi appare logico? Vietato è addirittura il canto. Ognuno di noi ricorda l’ora di musica alle scuole medie. Si suonava e si intonava pure qualche nota. Era uno svago oltre che una occasione di apprendimento. Bene, non sarà più concesso di cantare. Secondo il comitato tecnico-scientifico, il canto favorisce la diffusione del contagio. Kyriakoula Petropulacos, membro del comitato per l’emergenza Covid e direttore della Sanità in Emilia-Romagna, ha spiegato, auspicando che gli studenti in aula non alzino la voce e restino muti, che “cantare e urlare aumentano lo spargimento di goccioline che, se infette, hanno la capacità di contagiare”.

1 commento:

  1. Se questi incapaci che ci governano, restano ancora al loro posto x sempre troppo tempo, sarà la nostra fine.
    Votare è quasi inutile ed i maiali son tutti uguali, ma chi nn lo fa è peggio di loro, perché lamentarsi soltanto nn serve a niente se nessuno ascolta.

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