domenica 11 novembre 2012

3000

Il sindaco e la giunta hanno emesso un’ordinanza di chiusura, non per motivi etici, ma per la puzza che i residenti non sopportavano più, ma il T.A.R. della Lombardia ha concesso una proroga fino alla fine di questo mese.
Di modo che, il signor De Poli Bellina dovrà anticipare la macellazione dei 3000 visoni del suo allevamento, che normalmente si tiene tra dicembre e gennaio, quando fa freddo e il pelo è più folto. Si deve tener conto delle reazioni fisiologiche se si vuole ottenere il massimo rendimento economico. Infatti, anche i latifondisti della Luisiana conoscevano bene le necessità dei loro schiavi negri.
Entro la fine di questo mese, dunque, tremila visoni saranno assassinati con il monossido di carbonio. Il loro carnefice collegherà il tubo di scappamento del trattore alla cassa chiusa ermeticamente dove metterà quanti più mustelidi possibile. E accenderà il motore. Il gasolio agricolo ha, da sempre, delle agevolazioni fiscali. Recentemente 8.000 conigli sono bruciati vivi a causa di un fulmine in un allevamento vicino Codroipo e il signor Gardisan sicuramente otterrà un finanziamento dalla regione Friuli V.G. in quanto soggetto alle leggi che aiutano i colpiti da calamità naturali.
Sia nel caso dei visoni, che in quello dei conigli, l’iniquità delle leggi, di chi le promulga e di chi le applica, favorisce i carnefici senza chiedermi se sono d’accordo, estorcendomi denaro con le tasse. E finanziare i maledetti allevatori è il male minore.
Partito da Trieste, il Nissan nove posti è passato a Udine a prendermi. Il Tom Tom sul cruscotto era un vero spasso, ha calamitato la mia attenzione per tutto il viaggio e, ogni volta che la signorina con la sua voce metallica suggeriva di “immettersi sulla rotonda, quindi svoltare alla seconda uscita a destra”, mi veniva voglia di ringraziarla e io mi sentivo come uno di quegli aborigeni del Culto del Cargo.


All’andata ho avuto la fortuna di stare seduto a fianco di una ragazza straniera. Riconosco subito le ragazze straniere, basta che aprano bocca, e non tanto perché abbiano una conformazione odontoiatrica diversa dalle nostrane, ma dai suoni che fuoriescono. Ho, infatti, l’orecchio musicale e so indicare anche da una sola sillaba pronunciata perfino il quartiere della città e della nazione di provenienza.
N.F. infatti è originaria dei quartieri bene di Teheran. Se n’è venuta via con sua madre all’età di diciassette anni e inizialmente ha voluto studiare l’italiano a Perugia. Poi, per far contento suo padre rimasto in patria si è iscritta a farmacia a Trieste. Da qui il motivo per cui si trovava su un pulmino proveniente dalla città giuliana. Il suo sogno, però, era quello di diventare veterinaria.
Non potevo farmi scappare l’occasione d’intervistarla, anche se scrivere e guardare di lato con il pulmino in movimento mi creava nausea e non perché io sia costituzionalmente allergico al sesso femminile, quanto per via del mal d’auto. E si capisce perché per me è importante stare seduto davanti. Anche quando prendo l’aereo chiedo sempre che mi diano un biglietto nella parte anteriore del velivolo.
N.F.  è un’anomalia rispetto al contesto sociale in cui è nata, giacché, com’è noto, i paesi musulmani sono culturalmente ostili agli animali e lei in quel momento si trovava tra animalisti diretti a una manifestazione animalista. Montirone ci stava aspettando, nonostante il brutto tempo.

Fin da piccola ha provato attrazione per gli animali e io che ho fatto il maestro elementare posso confermarlo. Dunque, anche i maledetti cinesi che mangiano i cani, da bambini giocherellano con i medesimi. Poi succede qualcosa che li cambia.
Il cambiamento per N.F. è stato quello di lasciare l’Iran ed è stata una fortuna per lei. Si è risparmiata tutte quelle brutture che succedono quotidianamente nei paesi del Terzo Mondo, anche se Teheran non sembrerebbe una città da Terzo Mondo, perché d’inverno le donne girano in pelliccia esattamente come le nostre e molti hanno cani di tutte le razze come animali da compagnia.
Anche la famiglia di N.F. aveva due pastori tedeschi, ma servivano loro come cani da guardia per difendere l’azienda di famiglia, che produce medicinali. Uno dei suoi fratelli allevava cavalli e li trattava con tutti i riguardi. Ora che il papà di N.F. non c’è più, l’azienda è gestita dai fratelli maschi. Gestire una fabbrica non è roba per donnicciole, anche in un paese abbastanza evoluto come l’Iran. Lei però, stando a Trieste, dà una mano all’azienda occupandosi di import-export. Ha volutamente lasciato ai fratelli la parte della produzione di medicinali e non vuole neanche sapere cosa succeda dentro quei laboratori farmaceutici, incubo di tutti gli antivivisezionisti.
Posto che fin da piccola amava gli animaletti, con un papà che l’adorava e che l’accontentava in tutto, all’età di quindici anni avvenne il fattaccio. La realtà le arrivò addosso come un treno. Stava tornando a casa da scuola e si trovò di fronte ad uno spettacolo orrendo, a cui non era preparata. Mi ricorda molto il principe Siddharta.

Avevano appena sgozzato una mucca. Chi non ha mai visto sgozzare una mucca, non ha idea di quanto sangue possa venire fuori da un animale di quelle dimensioni. Il sangue scorreva sul marciapiedi e N.F. rimase impietrita dall’orrore. Scappò a casa e, quindicenne già donna ma ancora un po’ bambina, si gettò tra le braccia di sua madre Miriam.
Il nome della mamma, che due anni dopo l’avrebbe accompagnata in Italia, è fittizio ma la sua reazione è psicanaliticamente interessante. La donna infatti negò recisamente l’evento e cercò di convincere N.F. di essersi sbagliata. Miriam chiuse lì il discorso, ma la ragazzina non si era sbagliata per niente. I suoi occhi inorriditi, i suoi orecchi che avevano udito l’urlo straziante più antico del mondo, non le avevano mentito. Sua madre sì e da certi traumi non si guarisce.

N.F. forse avrebbe bisogno di sottoporsi a qualche seduta di Costellazioni Familiari, che pare siano molto efficaci in questi casi. Una volta messo piede su sacro suolo italico, N.F. decise di troncare i suoi rapporti con la madre patria, ma continuò a voler bene a sua madre Miriam, unico sostegno del resto su cui poteva contare in un paese straniero.
Prima d’interrogarla sulle motivazioni che la portavano a partecipare ad una manifestazione contro le pellicce, le ho fatto qualche domanda sulla situazione politica della sua lontana patria. Per lei Ahmadinejad è un perfetto ignorante, una specie di George W. Bush in versione persiana. Il che, se da una parte fa crollare l’idea che noi studiosi del complotto ci siamo fatti di lui, come baluardo all’imperialismo Yankee, dall’altra convalida il sospetto che anche il piccoletto di Teheran faccia parte della Cricca massonica mondialista che mira al Nuovo Ordine Mondiale. Se si pensa che per settant’anni ci hanno propinato la Guerra Fredda, fittizia contrapposizione ideologica funzionale ai loro piani, ora che il nemico non è più il bolscevico ma l’arabo, i meccanismi possono benissimo essere gli stessi. Una falsa contrapposizione tra Occidente capitalista e Oriente musulmano.

Se è vero che Ahmadinejad vorrebbe cancellare Israele dalle carte geografiche, è anche vero che riceve delegazioni di ebrei ortodossi, con tanto di salamelecchi e scambi di doni. L’opinione della mia intervistata per caso, dunque, sta in piedi.
Nelle parole di N.F. ho individuato un altro elemento di novità. A suo dire i veri musulmani sono cattivi dentro, cioè sarebbe proprio l’istruzione impartita nelle Madrase a rendere cattivi gli islamici, affermazione del tutto credibile. Suo padre, infatti, era agnostico e l’aveva mandata in una scuola cattolica. Agli occhi di un musulmano il comportamento di suo padre rasenta la blasfemia, ma non fu mai infastidito dalle autorità forse a causa del suo livello economico e del potere che ne derivava, in quanto industriale.
Ogni tanto si sentiva la notizia di qualche iraniano ucciso sulle montagne che circondano Teheran e i telegiornali incolpavano la comunità afgana. Mi ricorda Nerone.
Il padre di N.F. aveva alcuni operai afgani, alloggiati in prefabbricati messi loro a disposizione vicino alla fabbrica. In famiglia sapevano che gli afgani sono brave persone, non degli assassini, ma evidentemente tutto il mondo è paese e i mass-media iraniani non sono poi molto diversi dai nostri, quando si tratta di dare la croce, cioè, volevo dire, la mezza luna addosso agli stranieri. La Storia della colonna infame del Manzoni e la Lega Nord insegnano.

E questo discorso capita a fagiolo perché, camminando in corteo per le strade di Montirone che, non dimentichiamo, è in provincia di Brescia, ho fotografato un manifesto che può essere preso ad emblema dell’antropocentrismo. Della manifestazione che i cacciatori hanno indetto a Montichiari per il prossimo 13 novembre sapevo, tramite internet, ma il manifesto di cui parlo non l’avevo mai visto.
E’ interessante perché i cacciatori stanno cercando di coinvolgere contadini e allevatori nella difesa di quella che chiamano “civiltà rurale”. Non è la prima volta che qualcuno con il cervello troglodita cerca di alzare barricate tra villici e cittadini. C’è stato anche il parroco di Zuglio Don Pietro Degani, cacciatore e uccellatore, che delirava di pallottole fischianti tra montanari e abitanti di pianura. Cervelli rettiliani a tutto regime, anche in veste talare!
Così, stando a questo buffo cartello, che, dopo le foto di rito, abbiamo provveduto a scorticare (non potendo fare la stessa cosa a chi l’aveva affisso), se gli animalisti dovessero essere lasciati fare gli animali d’allevamento finirebbero per dormire in camera da letto e i contadini in stalla. Già s’immaginano la dittatura del proletariato bovino, della Stasi equina e del Min.Cul.Pop. suino.
Poveretti! Non sanno a quale santo votarsi. Gente da rinchiudere in quanto diffamatori e istigatori alla violenza. Oppure dargli carta e penna e fargli scrivere libri per l’infanzia e storie di fantascienza.

Eppure, quello che chiediamo è semplice. Abolire lo sfruttamento degli animali, la qual cosa, come è stato detto anche a Montirone dalle ragazze che si avvicendavano al microfono, sul camion in testa al corteo, vogliamo far aumentare la consapevolezza etica, ovvero cancellare ogni forma di allevamento, cominciando da quello sfacciatamente superfluo dei visoni.
Quello del signor De Poli Bellina è uno dei dieci allevamenti di visoni rimasti in Italia, ma a me sembra una stima per difetto. Anche quando le ragazze spiegavano che gli abitanti di Montirone sono stufi dell’allevamento, mi sembrava un po’ tirata per i capelli. Io non ho visto gente del posto unirsi al nostro corteo e, anche se il sindaco gliel’ha fatto chiudere, di sicuro alla gente non interessa granché della sofferenza e dell’ingiustizia patite dai mustelidi.
Se veramente fosse così, se la gente avesse preso coscienza in massa, allora significherebbe che siamo prossimi a quel salto vibrazionale di cui si vocifera, in relazione al presunto catastrofico ventun dicembre 2012.
Io posso altresì testimoniare, dall’alto della mia trentennale militanza, che il movimento animalista è cresciuto enormemente in questi ultimi anni, anche se tutti ci davano per spacciati e si ostinavano a parlare di moda passeggera. Dalle manifestazioni che organizzavo ai miei tempi, composte al massimo da una trentina di persone, si è passati ai quasi duemila di Udine del 29 settembre (contro Harlan), ai più di duemila di Correzzana del 20 ottobre (sempre contro Harlan), ai più di cinquecento del 10 novembre a Montirone (contro le pellicce). Ora si attendono almeno diecimila a Roma per il primo dicembre (contro il circo). La carica emotiva che si avverte durante i nostri cortei è fortissima e se è vera la teoria delle eggregore, ovvero delle forme-pensiero, la gente non può non rimanere impressionata e cominciare a riflettere.

Magari, chi ha ventilato la cifra di 10.000 è un inguaribile ottimista, ma se si pensa al calo del numero dei cacciatori e degli uccellatori, alla crisi dei circhi e alla chiusura di molti allevamenti di visoni in questi ultimi anni, c’è da essere speranzosi. Può essere che non sia dipeso tanto da una cresciuta consapevolezza, anche se la nostra presenza dovrebbe dimostrare il contrario, ma da andamenti a fasi alterne del mercato.
Oggi i cinesi stanno stravolgendo le economie del mondo occidentale e in Cina sono due milioni i cani e i gatti che vengono uccisi per fare inserti di pelliccia per giubbotti. Gli italiani, per non smentire la fama di popolo bue a livello planetario, sono fra i primi compratori e i clienti vengono abbindolati con la giustificazione del pelo di wild wolf, lupo selvaggio. Italiani, brava gente di creduloni!
Le ragazze sul palco mobile in testa al corteo dicevano anche che l’83 % degli italiani è contrario alle pellicce. Non so a chi abbiano commissionato queste ricerche statistiche, ma anche questa cifra mi sembra tirata per i capelli. Ad ogni modo, anche se fosse vera, faremmo la fine della caccia in Italia, che a detta delle statistiche vede gli italiani contrari quasi per il 90 %. I grandi industriali, sinonimo di malvagità pura, vanno avanti per la loro strada, a dispetto delle nostre geremiadi. Anzi, quando si ritrovano in Romania a cacciare l’orso, la sera festeggiano bevendo champagne alla nostra salute, ridotti, noi, ai classici menestrelli cantastorie alla corte dei nobili.

Sangue blu e sangue rosso. Sangue versato dalla mucca iraniana e sangue coagulato nei tremila visoni da gasare a Montirone.

Se i trecento di Leonida sono gloriosamente morti per difendere la piccola Grecia dall’invasore persiano, i tremila di Montirone moriranno ingloriosamente per arricchire un aguzzino e per far belle certe vanesie stagionate gentildonne.


5 commenti:

  1. triste,siamo ancora alle pellicce,credevo fossero superate.......
    vedo roby che anche tu cominci a dubitare dei falsi paesi in contrapposizione all'occidente.......ira,ma ancora di + russia e cina.........
    sono tutti dentro il nuovo ordine.....

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    1. Avevo già letto da qualche parte che Ahmadinejad è membro dell'élite massonica mondiale e l'avevo anche visto in foto mentre faceva le corna, come il Papa, Bush e altri compagni di merende.

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  2. "Riconosco subito le ragazze straniere, basta che aprano bocca"...
    Roberto mi sorprende la tua perspicacia !!!! :-))))
    Comunque non stai facendo bene i compiti,wasp che frequenta il tuo blog,articoli che ridicolizano la chiesa e adesso dubiti di Ahmadinejad, lider istrionico degli "complotisti" !!! se continui così Don Lino non ti richiama !!!!!
    comunque,non so se N.F ( Nazanin Fatima?) legerà il tuo blog,ma mi piacerebbe capire meglio la sua tesi sul fatto che "i veri musulmani"sono cativi dentro...mah,a me sembra una che andandosene via del suo paese si é fatta e straffata di leteratura hollywoodiana,se é quel che realmente ha detto,visto che eravate su un pulmino in movimento e che forse non hai capito bene la cadenza persiana...
    io gli avrei chiesto chi sono i "veri"musulmani,i sciiti,sunniti,wahabiti,zaiditi,alawiti,drusi,i Sufi? perché mica tutti ci vanno alle madrase....
    Insomma Roberto,una lezione anche per te,hai trovato una persiana difesora degli animali,così romperai certi pregiudizi raziali sull'amore verso i compagni di pianeta,adesso nel prossimo pulmino che prenderai,apri bene le orecchie,e non apena senti una donna con cadenza spagnola avicinateli che forse é una peruviana vegana !!!! ;-)

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    1. Martin, guarda la foto con i quattro City Angels. La piccoletta bionda in primo piano è centroamericana, ma vive a Milano. In un nanosecondo, dopo aver emesso la prima sillaba, ho capito che veniva da quelle parti. Avete una cadenza inconfondibile.

      N. F. (che non è Nicoletta Forcheri) è giunta alla conclusione che a forza di studiare il Corano si diventa cattivi forse perché suo padre, agnostico, il Corano non lo studiava e lei ha naturalmente un buon ricordo del suo babbo.

      Avrei scritto il suo nome e il suo cognome per esteso, ma mi ha chiesto di ometterli.
      D'altra parte, avendo pubblicato la sua foto (la seconda, dov'è insieme alla donna impellicciata con la maschera), questa sua reticenza è valida fino a un certo punto.
      Spero che, se leggerà l'articolo, non si arrabbi, per questo.

      Non le ho fatto domande specifiche su chi siano i veri musulmani, tra quelli che tu hai menzionato, perché per sua ammissione non ne sapeva molto in proposito, essendo venuta via dall'Iran a 17 anni.

      Del resto, anch'io non ne so molto, ma mi sto documentando.
      Ciao

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  3. Roberto,ti consiglio di documentarti sui Sufi,e asui Dervisci.
    Ciao

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