Il sindaco e la giunta
hanno emesso un’ordinanza di chiusura, non per motivi etici, ma per la
puzza che i residenti non sopportavano più, ma il T.A.R. della Lombardia
ha concesso una proroga fino alla fine di questo mese.
Di modo
che, il signor De Poli Bellina dovrà anticipare la macellazione dei 3000
visoni del suo allevamento, che normalmente si tiene tra dicembre e
gennaio, quando fa freddo e il pelo è più folto. Si deve tener conto
delle reazioni fisiologiche se si vuole ottenere il massimo rendimento
economico. Infatti, anche i latifondisti della Luisiana conoscevano bene
le necessità dei loro schiavi negri.
Entro la fine di questo
mese, dunque, tremila visoni saranno assassinati con il monossido di
carbonio. Il loro carnefice collegherà il tubo di scappamento del
trattore alla cassa chiusa ermeticamente dove metterà quanti più
mustelidi possibile. E accenderà il motore. Il gasolio agricolo ha, da
sempre, delle agevolazioni fiscali. Recentemente 8.000 conigli sono bruciati vivi
a causa di un fulmine in un allevamento vicino Codroipo e il signor
Gardisan sicuramente otterrà un finanziamento dalla regione Friuli V.G.
in quanto soggetto alle leggi che aiutano i colpiti da calamità
naturali.
Sia nel caso dei visoni, che in quello dei conigli,
l’iniquità delle leggi, di chi le promulga e di chi le applica,
favorisce i carnefici senza chiedermi se sono d’accordo, estorcendomi
denaro con le tasse. E finanziare i maledetti allevatori è il male
minore.
Partito da Trieste, il Nissan nove posti è passato a Udine
a prendermi. Il Tom Tom sul cruscotto era un vero spasso, ha calamitato
la mia attenzione per tutto il viaggio e, ogni volta che la signorina
con la sua voce metallica suggeriva di “immettersi sulla rotonda, quindi
svoltare alla seconda uscita a destra”, mi veniva voglia di
ringraziarla e io mi sentivo come uno di quegli aborigeni del Culto del Cargo.
All’andata
ho avuto la fortuna di stare seduto a fianco di una ragazza straniera.
Riconosco subito le ragazze straniere, basta che aprano bocca, e non
tanto perché abbiano una conformazione odontoiatrica diversa dalle
nostrane, ma dai suoni che fuoriescono. Ho, infatti, l’orecchio musicale
e so indicare anche da una sola sillaba pronunciata perfino il
quartiere della città e della nazione di provenienza.
N.F. infatti
è originaria dei quartieri bene di Teheran. Se n’è venuta via con sua
madre all’età di diciassette anni e inizialmente ha
voluto studiare l’italiano a Perugia. Poi, per far contento suo padre
rimasto in patria si è iscritta a farmacia a Trieste. Da qui il motivo
per cui si trovava su un pulmino proveniente dalla città giuliana. Il
suo sogno, però, era quello di diventare veterinaria.
Non potevo
farmi scappare l’occasione d’intervistarla, anche se scrivere e guardare
di lato con il pulmino in movimento mi creava nausea e non perché io
sia costituzionalmente allergico al sesso femminile, quanto per via del
mal d’auto. E si capisce perché per me è importante stare seduto
davanti. Anche quando prendo l’aereo chiedo sempre che mi diano un
biglietto nella parte anteriore del velivolo.
N.F. è un’anomalia
rispetto al contesto sociale in cui è nata, giacché, com’è noto, i paesi
musulmani sono culturalmente ostili agli animali e lei in quel momento
si trovava tra animalisti diretti a una manifestazione animalista.
Montirone ci stava aspettando, nonostante il brutto tempo.
Fin da
piccola ha provato attrazione per gli animali e io che ho fatto il
maestro elementare posso confermarlo. Dunque, anche i maledetti cinesi
che mangiano i cani, da bambini giocherellano con i medesimi. Poi
succede qualcosa che li cambia.
Il cambiamento per N.F. è stato
quello di lasciare l’Iran ed è stata una fortuna per lei. Si è
risparmiata tutte quelle brutture che succedono quotidianamente nei
paesi del Terzo Mondo, anche se Teheran non sembrerebbe una città da
Terzo Mondo, perché d’inverno le donne girano in pelliccia esattamente
come le nostre e molti hanno cani di tutte le razze come animali da
compagnia.
Anche
la famiglia di N.F. aveva due pastori tedeschi, ma servivano loro come
cani da guardia per difendere l’azienda di famiglia, che produce
medicinali. Uno dei suoi fratelli allevava cavalli e li trattava con
tutti i riguardi. Ora che il papà di N.F. non c’è più, l’azienda è
gestita dai fratelli maschi. Gestire una fabbrica non è roba per
donnicciole, anche in un paese abbastanza evoluto come l’Iran. Lei però,
stando a Trieste, dà una mano all’azienda occupandosi di import-export.
Ha volutamente lasciato ai fratelli la parte della produzione di
medicinali e non vuole neanche sapere cosa succeda dentro quei
laboratori farmaceutici, incubo di tutti gli antivivisezionisti.
Posto
che fin da piccola amava gli animaletti, con un papà che l’adorava e
che l’accontentava in tutto, all’età di quindici anni avvenne il
fattaccio. La realtà le arrivò addosso come un treno. Stava tornando a
casa da scuola e si trovò di fronte ad uno spettacolo orrendo, a cui non
era preparata. Mi ricorda molto il principe Siddharta.
Avevano
appena sgozzato una mucca. Chi non ha mai visto sgozzare una mucca, non
ha idea di quanto sangue possa venire fuori da un animale di quelle
dimensioni. Il sangue scorreva sul marciapiedi e N.F. rimase impietrita
dall’orrore. Scappò a casa e, quindicenne già donna ma ancora un po’
bambina, si gettò tra le braccia di sua madre Miriam.
Il nome
della mamma, che due anni dopo l’avrebbe accompagnata in Italia, è
fittizio ma la sua reazione è psicanaliticamente interessante. La donna
infatti negò recisamente l’evento e cercò di convincere N.F. di essersi
sbagliata. Miriam chiuse lì il discorso, ma la ragazzina non si era
sbagliata per niente. I suoi occhi inorriditi, i suoi orecchi che
avevano udito l’urlo straziante più antico del mondo, non le avevano
mentito. Sua madre sì e da certi traumi non si guarisce.
N.F. forse avrebbe bisogno di sottoporsi a qualche seduta di Costellazioni Familiari,
che pare siano molto efficaci in questi casi. Una volta messo piede su
sacro suolo italico, N.F. decise di troncare i suoi rapporti con la
madre patria, ma continuò a voler bene a sua madre Miriam, unico
sostegno del resto su cui poteva contare in un paese straniero.
Prima
d’interrogarla sulle motivazioni che la portavano a partecipare ad una
manifestazione contro le pellicce, le ho fatto qualche
domanda sulla situazione politica della sua lontana patria. Per lei
Ahmadinejad è un perfetto ignorante, una specie di George W. Bush in
versione persiana. Il che, se da una parte fa crollare l’idea che noi
studiosi del complotto ci siamo fatti di lui, come baluardo
all’imperialismo Yankee, dall’altra convalida il sospetto che anche il
piccoletto di Teheran faccia parte della Cricca massonica mondialista
che mira al Nuovo Ordine Mondiale. Se si pensa che per settant’anni ci
hanno propinato la Guerra Fredda, fittizia contrapposizione ideologica
funzionale ai loro piani, ora che il nemico non è più il bolscevico ma
l’arabo, i meccanismi possono benissimo essere gli stessi. Una falsa
contrapposizione tra Occidente capitalista e Oriente musulmano.
Se è vero che Ahmadinejad vorrebbe cancellare Israele dalle carte geografiche, è anche vero che riceve delegazioni
di ebrei ortodossi, con tanto di salamelecchi e scambi di doni.
L’opinione della mia intervistata per caso, dunque, sta in piedi.
Nelle
parole di N.F. ho individuato un altro elemento di novità. A suo dire i
veri musulmani sono cattivi dentro, cioè sarebbe proprio l’istruzione
impartita nelle Madrase
a rendere cattivi gli islamici, affermazione del tutto credibile. Suo
padre, infatti, era agnostico e l’aveva mandata in una scuola cattolica.
Agli occhi di un musulmano il comportamento di suo padre rasenta la
blasfemia, ma non fu mai infastidito dalle autorità forse a causa del
suo livello economico e del potere che ne derivava, in quanto
industriale.
Ogni
tanto si sentiva la notizia di qualche iraniano ucciso sulle montagne
che circondano Teheran e i telegiornali incolpavano la comunità afgana.
Mi ricorda Nerone.
Il padre di N.F. aveva alcuni operai afgani,
alloggiati in prefabbricati messi loro a disposizione vicino alla
fabbrica. In famiglia sapevano che gli afgani sono brave persone, non
degli assassini, ma evidentemente tutto il mondo è paese e i mass-media
iraniani non sono poi molto diversi dai nostri, quando si tratta di dare
la croce, cioè, volevo dire, la mezza luna addosso agli stranieri. La Storia della colonna infame del Manzoni e la Lega Nord insegnano.
E
questo discorso capita a fagiolo perché, camminando in corteo per le
strade di Montirone che, non dimentichiamo, è in provincia di Brescia,
ho fotografato un manifesto che può essere preso ad emblema
dell’antropocentrismo. Della manifestazione che i cacciatori hanno
indetto a Montichiari per il prossimo 13 novembre sapevo, tramite
internet, ma il manifesto di cui parlo non l’avevo mai visto.
E’
interessante perché i cacciatori stanno cercando di coinvolgere
contadini e allevatori nella difesa di quella che chiamano “civiltà
rurale”. Non è la prima volta che qualcuno con il cervello troglodita
cerca di alzare barricate tra villici e cittadini. C’è stato anche il
parroco di Zuglio Don Pietro Degani,
cacciatore e uccellatore, che delirava di pallottole fischianti tra
montanari e abitanti di pianura. Cervelli rettiliani a tutto regime,
anche in veste talare!
Così, stando a questo buffo cartello, che,
dopo le foto di rito, abbiamo provveduto a scorticare (non potendo fare
la stessa cosa a chi l’aveva affisso), se gli animalisti dovessero
essere lasciati fare gli animali d’allevamento finirebbero per dormire
in camera da letto e i contadini in stalla. Già s’immaginano la
dittatura del proletariato bovino, della Stasi equina e del Min.Cul.Pop.
suino.
Poveretti! Non sanno a quale santo votarsi. Gente da
rinchiudere in quanto diffamatori e istigatori alla violenza. Oppure
dargli carta e penna e fargli scrivere libri per l’infanzia e storie di
fantascienza.
Eppure, quello che chiediamo è semplice. Abolire lo
sfruttamento degli animali, la qual cosa, come è stato detto anche a
Montirone dalle ragazze che si avvicendavano al microfono, sul camion in
testa al corteo, vogliamo far aumentare la consapevolezza etica, ovvero
cancellare ogni forma di allevamento, cominciando da quello
sfacciatamente superfluo dei visoni.
Quello del signor De Poli
Bellina è uno dei dieci allevamenti di visoni rimasti in Italia, ma a me
sembra una stima per difetto. Anche quando le ragazze spiegavano che
gli abitanti di Montirone sono stufi dell’allevamento, mi sembrava un
po’ tirata per i capelli. Io non ho visto gente del posto unirsi al
nostro corteo e, anche se il sindaco gliel’ha fatto chiudere, di sicuro
alla gente non interessa granché della sofferenza e dell’ingiustizia
patite dai mustelidi.
Se veramente fosse così, se la gente avesse
preso coscienza in massa, allora significherebbe che siamo prossimi a
quel salto vibrazionale di cui si vocifera, in relazione al presunto
catastrofico ventun dicembre 2012.
Io
posso altresì testimoniare, dall’alto della mia trentennale militanza,
che il movimento animalista è cresciuto enormemente in questi ultimi
anni, anche se tutti ci davano per spacciati e si ostinavano a parlare
di moda passeggera. Dalle manifestazioni che organizzavo ai miei tempi,
composte al massimo da una trentina di persone, si è passati ai quasi duemila di Udine del 29 settembre (contro Harlan), ai più di duemila di Correzzana
del 20 ottobre (sempre contro Harlan), ai più di cinquecento del 10
novembre a Montirone (contro le pellicce). Ora si attendono almeno diecimila a Roma
per il primo dicembre (contro il circo). La carica emotiva che si
avverte durante i nostri cortei è fortissima e se è vera la teoria delle
eggregore, ovvero delle forme-pensiero, la gente non può non rimanere
impressionata e cominciare a riflettere.
Magari, chi ha ventilato
la cifra di 10.000 è un inguaribile ottimista, ma se si pensa al calo
del numero dei cacciatori e degli uccellatori, alla crisi dei circhi e
alla chiusura di molti allevamenti di visoni in questi ultimi anni, c’è
da essere speranzosi. Può essere che non sia dipeso tanto da una
cresciuta consapevolezza, anche se la nostra presenza dovrebbe
dimostrare il contrario, ma da andamenti a fasi alterne del mercato.
Oggi
i cinesi stanno stravolgendo le economie del mondo occidentale e in
Cina sono due milioni i cani e i gatti che vengono uccisi per fare
inserti di pelliccia per giubbotti. Gli italiani, per non smentire la
fama di popolo bue a livello planetario, sono fra i primi compratori e i clienti vengono abbindolati con la giustificazione del pelo di wild wolf, lupo selvaggio. Italiani, brava gente di creduloni!
Le
ragazze sul palco mobile in testa al corteo dicevano anche che l’83 %
degli italiani è contrario alle pellicce. Non so a chi abbiano
commissionato queste ricerche statistiche, ma anche questa cifra mi
sembra tirata per i capelli. Ad ogni modo, anche se fosse vera, faremmo
la fine della caccia in Italia, che a detta delle statistiche vede gli
italiani contrari quasi per il 90 %. I grandi industriali, sinonimo di
malvagità pura, vanno avanti per la loro strada, a dispetto delle nostre
geremiadi. Anzi, quando si ritrovano in Romania a cacciare l’orso, la
sera festeggiano bevendo champagne alla nostra salute, ridotti, noi, ai classici menestrelli cantastorie alla corte dei nobili.
Sangue blu e sangue rosso. Sangue versato dalla mucca iraniana e sangue coagulato nei tremila visoni da gasare a Montirone.
Se
i trecento di Leonida sono gloriosamente morti per difendere la piccola
Grecia dall’invasore persiano, i tremila di Montirone moriranno
ingloriosamente per arricchire un aguzzino e per far belle certe vanesie
stagionate gentildonne.
triste,siamo ancora alle pellicce,credevo fossero superate.......
RispondiEliminavedo roby che anche tu cominci a dubitare dei falsi paesi in contrapposizione all'occidente.......ira,ma ancora di + russia e cina.........
sono tutti dentro il nuovo ordine.....
Avevo già letto da qualche parte che Ahmadinejad è membro dell'élite massonica mondiale e l'avevo anche visto in foto mentre faceva le corna, come il Papa, Bush e altri compagni di merende.
Elimina"Riconosco subito le ragazze straniere, basta che aprano bocca"...
RispondiEliminaRoberto mi sorprende la tua perspicacia !!!! :-))))
Comunque non stai facendo bene i compiti,wasp che frequenta il tuo blog,articoli che ridicolizano la chiesa e adesso dubiti di Ahmadinejad, lider istrionico degli "complotisti" !!! se continui così Don Lino non ti richiama !!!!!
comunque,non so se N.F ( Nazanin Fatima?) legerà il tuo blog,ma mi piacerebbe capire meglio la sua tesi sul fatto che "i veri musulmani"sono cativi dentro...mah,a me sembra una che andandosene via del suo paese si é fatta e straffata di leteratura hollywoodiana,se é quel che realmente ha detto,visto che eravate su un pulmino in movimento e che forse non hai capito bene la cadenza persiana...
io gli avrei chiesto chi sono i "veri"musulmani,i sciiti,sunniti,wahabiti,zaiditi,alawiti,drusi,i Sufi? perché mica tutti ci vanno alle madrase....
Insomma Roberto,una lezione anche per te,hai trovato una persiana difesora degli animali,così romperai certi pregiudizi raziali sull'amore verso i compagni di pianeta,adesso nel prossimo pulmino che prenderai,apri bene le orecchie,e non apena senti una donna con cadenza spagnola avicinateli che forse é una peruviana vegana !!!! ;-)
Martin, guarda la foto con i quattro City Angels. La piccoletta bionda in primo piano è centroamericana, ma vive a Milano. In un nanosecondo, dopo aver emesso la prima sillaba, ho capito che veniva da quelle parti. Avete una cadenza inconfondibile.
EliminaN. F. (che non è Nicoletta Forcheri) è giunta alla conclusione che a forza di studiare il Corano si diventa cattivi forse perché suo padre, agnostico, il Corano non lo studiava e lei ha naturalmente un buon ricordo del suo babbo.
Avrei scritto il suo nome e il suo cognome per esteso, ma mi ha chiesto di ometterli.
D'altra parte, avendo pubblicato la sua foto (la seconda, dov'è insieme alla donna impellicciata con la maschera), questa sua reticenza è valida fino a un certo punto.
Spero che, se leggerà l'articolo, non si arrabbi, per questo.
Non le ho fatto domande specifiche su chi siano i veri musulmani, tra quelli che tu hai menzionato, perché per sua ammissione non ne sapeva molto in proposito, essendo venuta via dall'Iran a 17 anni.
Del resto, anch'io non ne so molto, ma mi sto documentando.
Ciao
Roberto,ti consiglio di documentarti sui Sufi,e asui Dervisci.
RispondiEliminaCiao