sabato 10 novembre 2012

Pirati dell’adrenalina

Sulle strade della mia piccola città mi sposto in bicicletta, per lo più con Pupetta sul cestino davanti e spesso mi capita di rischiare d’essere investito.  La gente ha sempre fretta e le due velocità, quella dell’auto e quella della bicicletta, sembrano incompatibili. Non solo la gente ha fretta ma, una volta seduta in auto, si trasforma, facendo uscire il peggio di se stessa.
Questo è un fenomeno conosciuto, di natura schizofrenica, e non vale la pena soffermarcisi. Ciò che mi preme qui evidenziare è che ci sono giornate particolarmente sfortunate in cui le disgrazie, come diceva Shakespeare, si presentano a legioni o, come dice l’adagio, non arrivano mai sole.
Giovedì 8 novembre è stata una di quelle giornate. Come Fabio De Luigi può interpretare un film che s’intitola “La peggior settimana della mia vita”, così io posso riferirmi a quel giovedì come al peggior giorno della mia prima settimana di novembre. Ho scoperto – perché anche dalle brutte esperienze si può trarre insegnamento – che io sono un potenziale assassino, oltre che un potenziale assassinato.
Gli animalisti in queste ore stanno protestando con Mediaset perché martedì 13 verrà trasmesso quel film in cui si vede il De Luigi gettare per sbaglio un cane in una betoniera in movimento, giacché è una scena altamente diseducativa. Nel mio caso, non ci sarà nessuno che protesterà contro di me, né contro l’automobilista che ha rischiato di mettermi sotto.

Ognuno dei due, il quasi investito e il quasi investitore, se n’è andato per la sua strada, maledicendo l’altro e lanciando anche qualche bestemmia all’Onnipotente, come si suole abitualmente fare in Friuli. E anche in Toscana, a quanto mi dicono.
Per inciso, tra le altre disgrazie che abbiamo come popolo, c’è anche quella d’essere forti bestemmiatori. Comunque, mi dispiace per le persone d’orecchio sensibile e di cuore devoto, ma la bestemmia è terapeutica.
Fatta questa premessa, so che state morendo dalla curiosità di sapere perché cavolo giovedì scorso stavo per diventare un assassino. La cosa  v’interesserà senz’altro, anche perché con vostra soddisfazione ve ne state a distanza di sicurezza dall’altra parte di un personal computer, con molti Km di distanza tra me e voi. Piacevole sensazione di sicurezza.

Cominciamo dal mattino. La mia ex moglie, che al momento è mia ospite come io sono ospite di mia madre, ha chiesto di fare una lavatrice. E’ un lavoro di donne - seta, cotone, lana e colorati - e io le ho lasciate sole. Caricata la macchina, mia madre scopre che di detersivo n’è rimasto poco. Ogni giorno scopre che è finito qualcosa in casa e secondo lei dovrei andare subito a comprarlo, come se ne dipendesse della sua vita. Io le rispondo che non vado al supermercato per una cosa sola e che faccia la classica lista della spesa, con la memoria che si ritrova.

Siccome insisteva a volere i detersivi, le dico: “Manda Tina”.
Tina acconsente: le piace fare la spesa nei supermercati perché al suo paese, il Madagascar, non ce ne sono molti.
Tina mi chiede i soldi, giustamente. Io le dico: “Fatteli dare da mia madre”. E questo è stato il mio primo errore della giornata, perché non va mai dimenticato che i soldi sono lo sterco del Diavolo. La vecchia ruggine esistente tra suocera e nuora riesplode con tutta la sua virulenza. Alla legittima richiesta di denaro da parte della mia ex moglie, mia madre s’inalbera e attacca col disco dello sfruttamento, del lavoro che dobbiamo cercare, del mantenimento che lei non ci sta, dei soldi che non bastano. Una pensione per mantenere un figlio adulto, sua moglie e pure il cane. Non è possibile!
E tutti i servizi che le faccio naturalmente non vengono conteggiati. Ma, lasciamo stare! 
Tina va e compra quello che doveva comprare e poi si mette a piangere tutto il pomeriggio. Io prevedo burrasca. E’ un tipetto che passa con estrema disinvoltura dal pianto alla rabbia. L’ho già sperimentato. Mia madre dimentica, con la sua memoria da ottantasettenne. Alla sera Tina non si trova da nessuna parte. Nello studiolo c’è un biglietto scritto in grande, a penna biro: “Io vuole uccidermi da sola”.

Sebbene capisca e parli molto bene l’italiano, non riesce ancora a declinare i verbi nel modo giusto. Io avevo un appuntamento alle 17.30 con il mio cinquantasettesimo iscritto, ultimo della covata di Freeanimals, figlio primogenito del mio amico Mauro. Tina aveva promesso che mi avrebbe accompagnato ma non si trova. E’ sparito anche il suo cellulare, ma la bici è in garage. E’ uscita a piedi. Sarà andata a buttarsi nel torrente Corno? O avrà preferito qualche treno della tratta Trieste-Venezia?

Arrivo a casa di Mauro. Elias, suo figlio, mi deve aiutare a mettere i banner pubblicitari sul blog. Mauro insiste a volermi offrire qualcosa da bere, ma il mio stomaco è chiuso. Aspetto da un momento all’altro una telefonata dei carabinieri. Parlava sul serio o si trattava di una forma di ricatto morale?
Mi voleva punire per quale colpa? Per avere una madre brontolona e poco ospitale? Per essere disoccupato e non poterle offrire una vita confortevole? Sposare un bianco, per una ragazza malgascia, è sempre un rischio, perché in Madagascar noi bianchi siamo tutti ricchi, ma ritornati in Europa diventiamo di colpo dei poveracci, per dirla alla Natalino Balasso.

Con me Tina non può lamentarsi e, anche se il nostro matrimonio è finito davanti al giudice il 24 novembre dell’anno scorso, non le ho fatto mai mancare nulla, almeno tutte le volte in cui era mia ospite. Anzi, a detta dell’assistente sociale Rossana Marini, quella che le sta facendo le pratiche tramite l’O.I.M. per tornare in Madagascar una volta per tutte, Tina non dovrebbe neanche stare con me, per legge.
E invece è qui. Io non la caccio via e quando arriverà la data del suo definitivo rientro, la porterò anche all’aeroporto Marco Polo di Venezia, sperando che l’O.I.M. la faccia partire da lì. All’aeroporto troverà due funzionari che le daranno il biglietto di sola andata e le ritireranno il permesso di soggiorno, che non  potrà più riavere per i prossimi dieci anni. Visto turistico sì, ma permesso di soggiorno no, tenuto conto che le ambasciate europee in Madagascar, in primis quella francese, i visti turistici ai malgasci non li danno quasi mai.
A casa di Mauro, seduti al computer, io ed Elias, a trafficare con le aziende affiliate a Zanox, ero sulle spine. Il ragazzo muoveva il mouse con una velocità incredibile e alla fine è riuscito a mettermi quattro banner pubblicitari in fondo alla home page, prima delle copertine dei miei libri.

Non so se sono stato abbastanza attento alle operazioni e se riuscirei a rifare le stesse procedure, nel caso in cui altre aziende accettassero la mia domanda avanzata tramite Zanox. Di fatto, è stato Mauro, a cui spiego sempre le mie difficoltà,  a dirmi ad un certo punto dove avrei potuto trovare Tina.
Ed è strano che non mi sia venuto in mente prima! Infatti, finito il lavoro con Elias, che conferma quanto le giovani generazioni siano molto più brave con internet di noi vecchietti, mi sono fiondato nel mini appartamento ATER che ho a disposizione da più di due anni, ma che lascio vuoto per stare vicino a mia madre, per farle da badante.
E’ stato proprio andando dalla casa di mia madre al mini appartamento che, a una rotonda, ho rischiato d’essere investito. Pupetta non si è accorta di niente. Io pestavo sui pedali e non badavo a quella macchina che veniva a tutta velocità. La rotonda era perfettamente illuminata. Di solito, quelli che vengono da quella parte, si fermano. Questa non si è fermata e me la sono vista venire addosso. Ha frenato all’ultimo momento, con stridore di freni sull’asfalto.
Era un uomo di mezza età e alle 19.30 di sera evidentemente aveva fretta di tornare a casa. Io avevo fretta di sapere se Tina era viva con la televisione accesa o con le vene dei polsi tagliate.

Davo per scontato che si sarebbe fermato e mi avrebbe dato precedenza. Lui aveva pensato la stessa cosa. Le rotonde faranno risparmiare il tempo perso ai semafori, ma non sono per niente sicure, perché non si sa mai a chi spetta fermarsi.
Ho preso una bella strizza, ma ho ricominciato subito a pedalare nella direzione verso cui stavo andando. L’uomo mi si affianca, abbassa il finestrino e mi urla: “Vuoi morire?”.
Io mi fermo, appoggio il piede a terra e gli dico, perentorio: “Lei deve andare piano in città!”.
Lui mi risponde con una breve frase incomprensibile che termina con “Frutin”, bimbetto.
Io non ci vedo più perché nessuno deve permettersi di chiamarmi bimbetto, dopo aver anche cercato d’ammazzarmi. Appoggio la bici al muro (Pupetta è abituata) e faccio per avvicinarmi al finestrino ancora abbassato, a muso duro e, se non avesse sgommato in un nanosecondo, gli avrei dato un pugno in faccia attraverso il finestrino, magari buttandomi a pesce dentro l’abitacolo.
Mentre sgommava, mi sono accorto di averlo rincorso per qualche metro, con il pugno alzato. Non so se ci sono stati spettatori perché alle 19.30 la gente è a casa a cenare, come avrei voluto essere io e forse anche lui. Devo aver avuto un aspetto terrificante, per mettergli tanta paura.
Sono sicuro che se non fosse scappato lo avrei preso a pugni e in ogni caso gli avrei sbattuto la testa contro il vetro dalla sua parte. Sentivo l’adrenalina circolare copiosa nel torrente sanguigno. Sono arrivato in piazza che tremavo di rabbia ed eccitazione.

Sono salito al secondo piano. Tina era chiusa a chiave in camera. Il televisore era spento. Ho cominciato a tempestare la porta di pugni ordinandole di aprire immediatamente. Cosa che per fortuna ha fatto subito, altrimenti a quest’ora dovrei cercarmi un falegname per rimettere a posto la serratura saltata. Mi è già successo di spaccare una porta chiusa a chiave, qualche anno fa nelle Marche, e anche lì c’era una donna recalcitrante dall’altra parte.
Tina ha aperto e le ho raccontato che avevano appena cercato d’investirmi, ma la cosa non la interessava più di tanto: aveva le sue paturnie a cui badare. Ha preso le sue cose, si è infilata le scarpe e siamo tornati verso la casa di mia madre. Ha fatto tutta via Roma con i legacci slacciati, come una povera drogata, ma io non l’ho obbligata ad allacciarseli. Se può servire a farla sentire meglio, ho pensato, che faccia pure. E’ un chiaro gesto di autodistruzione, camminare con le scarpe slacciate, ma per fortuna non aveva fatto gesti autolesionistici, né, una volta tornati a casa di mia madre, si è ubriacata.
Non sarebbe la prima volta, da sei anni che ci frequentiamo, che si comporta in modo squilibrato, solo perché qualcosa è andato storto nei rapporti con gli altri. Sintomo d’immaturità, secondo me.

Camminando con la bici da una parte e Pupetta al guinzaglio dall’altra, avevo modo di riepilogare l’accaduto, chiedendomi se per caso non avessi violato il codice della strada. Ma soprattutto, lasciando correre l’immaginazione, mi vedevo con il corpo mezzo fuori e mezzo dentro l’abitacolo, aggrappato al collo di colui che aveva osato chiamarmi “Frutin”, con lui che accelera e mi trascina per tutta via Roma, strisciando di proposito contro le alberature stradali, le macchine parcheggiate o i muri delle case, storpiandomi nel tentativo di farmi mollare la presa, cercando di salvarsi dalla mia furia omicida. Fino all’inevitabile, rovinoso schianto.
Mi vedevo già all’ospedale, piantonato dai carabinieri, con entrambe le gambe spezzate e il bacino fratturato. Mi vedevo già in cronaca nera sui giornali del giorno dopo: “Noto animalista accusato di tentato omicidio”. Con l’occhiello che dice: “Su una bicicletta, non aveva dato la precedenza. Il cane è stato affidato alle cure dei veterinari dell’ASL”.
Saltava la manifestazione di Montirone, per me, prevista per sabato. Mi ritrovavo in ospedale tra la vita e la morte, con Mauro al mio capezzale. Tina a lamentarsi della sua condizione di pesce fuor d’acqua e a chattare al computer con le sue amiche; mia madre a piangere disperata. La mia  reputazione distrutta una volta per tutte. La fedina penale allungarsi e il concorso d'insegnante sfumare.
E tutto per il biglietto di una donna che minaccia il suicidio, per colpa di due detersivi rinfacciati. Ma siamo sicuri che se le donne governassero il mondo non ci sarebbero più guerre?

Non sono finito all’ospedale. Non ho preso per il collo quel pirata frettoloso. Non sono nemmeno caduto a terra, ma ho scoperto quanto sia facile diventare assassini, non solo con un mezzo meccanico sotto il sedere, ma anche a mani nude.
Mauro è cintura nera di karate, ma è l’uomo più pacifico che conosca. Io sono solo cintura gialla, titolo che ho conquistato almeno trent’anni fa, ma quando vengo messo nelle condizioni di subire all’improvviso l’attacco dell’adrenalina, posso diventare pericoloso. C’è un diavolo in me, cantava Zucchero Fornaciari. Io posso sottoscrivere. Da giovane non ero così, o forse non mi erano mai capitate situazioni di questo genere, ma ho letto da qualche parte che più s’invecchia e meno paura si ha della morte. O comunque delle conseguenze delle proprie azioni.

Forse, volendo dare un taglio complottista a questo episodio, che magari per me è rilevante ma che nelle grandi città è di ordinaria amministrazione, si potrebbe dire che stiamo vivendo gli ultimi tempi profetizzati dalla Bibbia e che la gente è sotto l’influsso maligno di qualche entità demoniaca, Voladores, Rettiliani, alieni grigi o bigi, demoni o chissà cos’altro. Viviamo negli ultimi tempi. I pirati della strada si moltiplicano, la gente è nervosa e i disoccupati lo sono ancora di più.
La Grecia va a fuoco. Noi, a fuoco lento, siamo capaci di scorticare vivo un uomo sconosciuto, incontrato per caso, solo perché non ci ha dato la precedenza. Non è vero che i vegetariani siano più miti dei carnivori: gli indiani dell’India, se li si fa incavolare, possono anche tirare bombe atomiche. Io, se mi s’inonda il sangue di adrenalina, mi si offusca il raziocinio e divento cattivo.

Se dovessi trovami di nuovo in una situazione simile, spero di riuscire a controllarmi, ma  so già che non ci riuscirei. Anche se quel buzzurro non rispettava il limite dei cinquanta orari - e anzi andava sui settanta - non mi sento per nulla contento di me stesso.

A volte mi faccio paura.



39 commenti:

  1. Per fortuna è andato tutto bene e altrettanto tu fai bene a trovare lo spunto comico nelle situazioni, è una filosofia di vita. Io l'ho scoperto solo da poco.
    Come descrivi le situazioni, mi fà morire dal ridere, chissà cosa pensa Pupetta in quei momenti, vorrei vedere il suo sguardo mentre ti osserva.....

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    1. Pupetta è più cattiva di me. Quando incrociamo cani condotti al guinzaglio per la strada, specie di grossa taglia, dà fuori di matto.
      E' molto territoriale e difende il cestino da un nemico inesistente. Deve aver interiorizzato i libri di Italo Calvino.
      Se poi la metto a terra, smette improvvisamente di essere territoriale e diventa socievole con gli stessi cani che solo un attimo prima avrebbe sbranato.
      Nel suo caso non posso parlare solo di misteri della psiche canina, ma anche di misteri della psiche femminile.
      E' un po' come con le congiunzioni dei pianeti: in certi casi diventano nefaste.

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  2. Che tu non sia una persona equilibrita, si evince da tanti tuoi articoli e commenti... Ma come si suol dire, conoscere i propri limiti ed esserne consapevoli è il primo passo per risolverli e superarli...

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    1. Grazie Elyah. E' incoraggiante quello che scrivi, ma da quando mio padre mi chiese se per caso ero autistico, non mi spaventa più l'idea di essere squilibrato mentalmente.

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  3. Ho chiesto di te su S.L. (e altri l'hanno fatto da quello che mi risulta) e un'utente ha dato la segnalazione... meno male! Mi sa che ti cercano in molti!
    Se fossi stato carnivoro, secondo me, una coltellata ci scappava!(battuta!) Se ti capita un'altra volta, visto l'analisi dettagliata che hai fatto, non penso commetteresti l'omicidio.. conosci già quello che ti passa in questi momenti e ti controlli di più.
    E poi scusa... se ci finisci dietro le sbarre... e che caspita! tutta sta ricerca per "rileggerti" va in fumo! Quindi trattieni gli istinti assassini e continua a pubblicare che stai facendo un gran bel lavoro alternativo.

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    1. Grazie Anonimo. Anche tu mi stai dando un positivo incoraggiamento. Mi era già capitato un flusso copioso di adrenalina qualche mese fa, quando un signore che andava a far visita a sua madre abitante al piano di sotto stava per dare un calcio a Pupetta, che in quel momento era sciolta perché stavamo scendendo le scale.
      L'uomo si è messo a bestemmiare (i friulani lo fanno di norma), io sono sceso di corsa per agguantare la piccola belva dal muso tozzo, scusandomi per l'inconveniente, ma ho sentito una tale forza nelle mie mani che, se solo l'avesse sfiorata con la punta della scarpa, si beccava uno sgannassone che lo faceva sbattere sul muro.
      In quel caso avrei avuto l'attenuante nobile di aver difeso la cagnolina, ma nell'episodio descritto forse ero io in torto (maledette rotonde!), anche se l'altro correva a 70 Km all'ora in pieno centro.

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  4. roberto,vedi il lato positivo,se ti centrava e avevi la fortuna di non soffrire......eri a posto..........fine problemi.......
    ti è andata di lusso,e ricordati.....mogli e buoi dei paesi tuoi...........
    non arrabbiarti,sto scherzando,prendila con filosofia,tanto arrabbiarsi non risolve e cambia nulla,ma fa male.

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    1. Se ho inteso bene il tuo pensiero, stai parlando di quelli che si buttano sotto le macchine degli stranieri con il motorino, per farsi investire e risarcire i "danni". E' successo a un mio amico che aveva noleggiato una macchina a Bangkok, ma credo che la tecnica sia attuata anche nel nostro Meridione.

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  5. hai visto il post sul sito di neo...sulle dimissioni elitarie???
    chissà cosa c'è in ballo...........vedremo.
    ciao e allegriaaaaaa

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    1. Il sito di Neo per te sarebbe Neovitruvian's blog?

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    2. Non so, potrebbe essere. Forse Michy ne sa di più.

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    3. no, ho appurato che non è lui. Meno male, perchè su Neovitruvian c'è un articolo sul vegetarismo che più brutto, insulso e demente non si può,nemmeno mio nonno cacciatore buonanima avrebbe scritto una cosa così squallida.

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    4. Se è come dici mi toccherà togliere Neovitruvian's blog dai siti amici.
      Mandami il link che voglio leggerlo anch'io.

      Grazie.

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  6. Roberto e tutti, ho appena letto sul corriere questa notizia allucinante, all'Ama di Roma (trattamento monnezza per capirsi)un ragazzo, Cristian Castaldi, è stato licenziato perchè ha difeso i gattini che i colleghi tra gran risate stavano uccidendo, ha cercato di difenderli ed è stato pestato, rivoltosi al capo reparto gli è stato detto che se lo meritava, dopodichè è stato licenziato. Questa Ama deve essere un posto veramente schifoso, degno di una suburra da terzo mondo. Giorni fa è saltato alla ribalta per dei filmati di dipendenti che sniffavano cocaina e facevano cori da stadio, e poi ancora su dipendenti che si rubavano il rame dell'azienda..ma dove li reclutano i dipendenti? nei manicomi criminali? Credo che questa Ama meriti un bell'intasamento delle mail da insulti a valanga...
    http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_novembre_11/gatti-torturati-rocca-cencia-2112649686007.shtml

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    1. A.M.A. è anche - ironia della sorte - l'associazione Amici del Mondo Animale.

      :-(

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    2. Alessandra, sei Sandra di sl?

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    3. Citazione dal Corriere:
      "Il ferito piange, è terrorizzato".

      Il giornalista non gli ha fatto fare una bella figura. Dopo le botte, il discredito della stampa.

      Ne viene fuori la figura di un debosciato gay amante dei gatti.

      Se mi fossi trovato al suo posto, con i miei precedeti descritti anche in questo articolo, avrei cominciato a menar le mani come una furia, con tutto che non ci sono abituato.

      Le avrei prese di brutto, ma avrei anche venduto cara la pelle.

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    4. ma perchè gay? Ha moglie e figlio piccolo! Dici gay perchè piange? Anche Obama ha pianto pubblicamente l'altro ieri..e se permetti per motivi molto più infimi...

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    5. Hai ragione. Dovevo specificare che ci sono due tipi di gay: le checche e quelli che si vestono di pelle nera, tutto muscoli e ammennicoli militari.

      Il ventiseienne romano si è comportato secondo gli stereotipi della prima categoria.

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    6. Roberto, scusa ma non ti seguo proprio, secondo te uno che si lamenta perchè è stato pestato con fratture varie è una checca? ma sei fuori????
      io se fossi ricca manderei una bella cifra a questo ragazzo, per ripagarlo del lavoro che ha perso per santissima causa, ma purtroppo per lui (e per me) ricca non sono. Ho cercato di promuovere una colletta per lui sul Corriere ma quei venduti mi hanno censurato tre volte il commento.

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    7. E' molto nobile da parte tua provare solidarietà per quel ragazzo e mi aspetto che tu la proverai anche per me quando dovrò scontare i tre anni che mi hanno dato in primo grado, ma ciò non toglie che si sia comportato in modo poco virile, mettendosi a piangere.

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    8. intanto scusa ma non c'eri nè te nè io a vedere se piangeva e cosa diceva, e i giornali dicon quello che gli pare. Inoltre non si piange solo per dolore (e comunque lui pestato ne aveva ben donde, vorrei vedere te!)ma si piange anche per rabbia (ed anche per l'orrenda fine dei gattini). Da parte tua non è bello, ma visto che sei un duro, quando sconterai i tuoi tre anni saremo tutti molto tranquilli e sereni, sapendo quando sei forte e quanto sei maschio. :-)

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    9. Vabbé, ho capito.
      Oggi hai voglia di litigare.
      ....sarà la pioggia!

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    10. Roberto ha ragione Alessandra, cosa c'entra se ha pianto? Evidentemente era particolarmente provato, ha preso le botte, è stato licenziato e se è vero che ha famiglia certo non può avere voglia di ridere.

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    11. @ Roberto
      io adoro la pioggia, mi mette di buon umore al massimo, pensa un pò!
      non ho nessuna voglia di litigare, ma quando mi si dice che un uomo sensibile è una checca mi sembra di essere in Idiocracy, sai quando il protagonista chiede educatamente informazioni e i passanti gli dicono: "hei,perchè parli da finocchio? sei troppo educato" Proprio così...

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    12. Citazione:
      "mi sembra di essere in Idiocracy".



      .......adoro quel film!
      Se tu sapessi quante volte nella vita mi hanno preso per una checca, non saresti così.....cattiva con me!

      :-(

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  7. non è carino che tu me lo chieda in quanto "Anonimo"... comunque sì, credo di essere io, se non ho cloni.... :-)

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    1. hai ragione.. poi mi registro
      Un saluto
      Cat

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    2. Ah, la famosa Cat!

      Ma che ci faccio, io, alle donne?!?


      :-)

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    3. eh.. eh..
      ce lo domandiamo anche noi.. a quanto pare sei una calamita!
      ma sono certa che arriveranno anche tanti altri..
      a rileggerti presto
      Saluti

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    4. Chiamatemi Calamity Jane, d'ora in poi!

      Un saluto a te.

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    5. Cat, che piacere :-) son qua in mezzo al bosco sotto al diluvio universale, ho appena acceso il camino, e adesso dopo un'e-mail di insulti all'Ama (che se ne sbatterà le palle) cucinerò biscotti vegani, uvetta, mandorle ecc.
      Impossibile uscire, l'acqua è un muro, tutte le bestie circostanti han chiesto asilo e dormono davanti al camino.. :-)

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  8. :-) l'Arca di Noè da bambina era il mio gioco preferito...

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    1. Ecco appunto!
      Anche qui oggi chiusi in casa e domani per le strade di milano quasi tutto il giorno.. solo l'idea mi viene l'orticaria.
      Potrei invidiarti!
      Buon bosco :-)
      Cat

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  9. Ciao Cat :-) ma lo sai che fino a sette anni fa io vivevo a Milano (navigli-porta genova)? è per questo che adesso sto in un bosco! :-)

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    1. Questa poi!!!!! Io vivevo in san gottardo e lavoravo in corso colombo!! Poi mi sono spostata in brianza.. ma aihmè ancora ci devo andare anche se tendenzialmente mando i colleghi e io giro sui laghi.. ma i clienti bisogna visitarli ogni tanto... quindi mi tocca.
      A presto :-)
      Cat

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