Fonte:
L’occhio di Horus
I
soldati USA proteggono le coltivazioni di oppio afghano.
La
recente diffusione di un documento redatto dal gruppo, eloquentemente
intitolato “Le bugie di Obama”, sul traffico internazionale di cocaina, ha
suscitato una certa apprensione presso la Casa Bianca.
“La
questione afghana è una cartina di tornasole, un qualcosa che consente di
comprendere tutto ed è sconcertante come osservatori ed esperti di
narcotraffico facciano finta di non vedere. Ci sono infatti una serie di
elementi eclatanti che parlano con estrema chiarezza.
Anzitutto,
fino a prima che iniziasse il conflitto afghano – mi riferisco al periodo
precedente finanche all'invasione sovietica in Afghanistan – la produzione nel
Paese era una percentuale minima di quella mondiale. Diciamo che la quasi
totalità della produzione mondiale era tutta quanta concentrata nel Triangolo d’oro.
La produzione afghana cominciò a muoversi durante l’invasione sovietica e ci
sono molti riferimenti che indicano come gli Stati Uniti finanziassero i mujahidin all'epoca, proprio facilitando il traffico dell’oppio.
Fatto è che l’Afghanistan cominciò a produrre una parte un po’ più consistente
della produzione mondiale, portandosi intorno ad un 15-20% del totale, ma il
Triangolo d’oro continuava sempre ad essere dominante nel settore.
Quando
i sovietici si ritirarono, la produzione era ormai consolidata, e rimase tale
sino a che
nel 2000 intervenne un primo editto dei talebani. Questo editto provocò una prima diminuzione che mi pare si attestò attorno ad un 20-30% della produzione. L’anno successivo i talebani fecero sul serio, perché emisero un altro editto molto più duro che evidentemente spaventò i contadini; fatto sta che la produzione venne pressoché azzerata e si ridusse a circa un 7-8% di quello che era prima. Ora, nell'ottobre del 2001 arrivano gli americani e i loro alleati. Quello che è eclatante è seguire la curva con la quale da quel momento in poi aumenta annualmente la produzione di oppio. La pendenza della curva dimostra un aumento di produzione spaventosamente più elevato rispetto alla lenta crescita avuta durante il periodo dell’occupazione sovietica.
nel 2000 intervenne un primo editto dei talebani. Questo editto provocò una prima diminuzione che mi pare si attestò attorno ad un 20-30% della produzione. L’anno successivo i talebani fecero sul serio, perché emisero un altro editto molto più duro che evidentemente spaventò i contadini; fatto sta che la produzione venne pressoché azzerata e si ridusse a circa un 7-8% di quello che era prima. Ora, nell'ottobre del 2001 arrivano gli americani e i loro alleati. Quello che è eclatante è seguire la curva con la quale da quel momento in poi aumenta annualmente la produzione di oppio. La pendenza della curva dimostra un aumento di produzione spaventosamente più elevato rispetto alla lenta crescita avuta durante il periodo dell’occupazione sovietica.
La
produzione arriva infatti a raddoppiare o triplicare anno per anno e si arriva
ad una situazione limite intorno al 2007, anno in cui l’Afghanistan diventa
pressoché il monopolista nella produzione mondiale. E quindi qui intervengono
diversi fatti clamorosi che vanno osservati con attenzione: non soltanto l’Afghanistan
vede esplodere la sua produzione, ma al tempo stesso crolla quella del Sud-Est
asiatico. E qualcuno mi deve spiegare chi è che manovra quello che io definisco
una sorta di simbolico semaforo internazionale che diventa rosso da una parte e
verde dall'altra. Sul versante del Triangolo d’oro, d’improvviso cominciano a
funzionare tutte quelle politiche di sviluppo dell’agricoltura alternativa e la
produzione di oppio si abbatte fortemente.
In
Afghanistan invece assistiamo all'esplosione della produzione in uno dei Paesi
più controllati al mondo da satelliti, ricognizioni aeree e movimenti di truppe
terrestri. Ammettiamo per un attimo di credere alla favoletta che l’oppio si
produce soltanto nelle zone controllate dai talebani; dovremmo anzitutto
superare la contraddizione che gli stessi talebani in precedenza avevano emesso
degli editti contro la produzione. Ma anche volendo ammettere che i talebani a
loro volta, accecati dal bisogno di armarsi dettato dalla guerra, abbiano
cercato finanziamenti nel narcotraffico: è evidente che gli Stati Uniti hanno
una capacità aerea di totale controllo del Paese e che i talebani non sono
certo in grado di contrastarli dal punto di vista aereo, soprattutto nei voli
ad alta quota. Potendosi tutto ricostruire minuziosamente dai satelliti, vi
sarebbe la possibilità di distruggere le coltivazioni come per esempio gli
stessi statunitensi hanno insegnato a fare ai colombiani con le fumigazioni,
cioè gettando sostanze chimiche che cadono sulle piantagioni e le distruggono.
Come mai tutto questo non è stato mai attuato in Afghanistan?
Ma
poi c’è una seconda domanda più stringente, che supera pure il pretesto che le
coltivazioni siano solo nei territori controllati dai talebani: l’oppio coltivato deve poi essere lavorato e trasformato. Dei vari passaggi necessari il primo è la trasformazione in oppio dei fiori. Che già significa movimentare delle quantità notevoli di materia prima, che dal punto di vista di volume e peso è in rapporto di 5 a 1 rispetto all'oppio che ne verrà ricavato. La merce si sposta con camion e poi arriva nei laboratori nei quali deve essere trasformata in oppio e da oppio in eroina.
coltivazioni siano solo nei territori controllati dai talebani: l’oppio coltivato deve poi essere lavorato e trasformato. Dei vari passaggi necessari il primo è la trasformazione in oppio dei fiori. Che già significa movimentare delle quantità notevoli di materia prima, che dal punto di vista di volume e peso è in rapporto di 5 a 1 rispetto all'oppio che ne verrà ricavato. La merce si sposta con camion e poi arriva nei laboratori nei quali deve essere trasformata in oppio e da oppio in eroina.
Qualcuno
dovrebbe spiegare alla comunità internazionale per quale motivo dai report dell’ONU emerge un numero bassissimo di laboratori
di trasformazione dell’oppio in eroina in Afghanistan. Ed anche come esce
questa quantità immensa di oppio ed eroina dall'Afghanistan, visto che gli
americani in teoria controllerebbero tutto. Le questioni per la verità sono
tante e l’esplosione di produzione in Afghanistan comporta un’altra
considerazione di estrema importanza: per la prima volta in maniera eclatante
si dimostra che, decidendo a migliaia di km dai mercati di consumo che si deve
aumentare la produzione, si è comunque sicuri che quella produzione avrà buon
fine, avrà – in sostanza – sbocco nel mercato. E questo dimostra in maniera
inequivocabile che è l’offerta che determina la domanda, e quindi è almeno in
parte fallace tutta quella serie di argomenti addotti soprattutto in America
Latina per spiegare che la produzione è colpa dei Paesi che consumano.”
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