Testo
di Aurora Mirabella
Fonte:
Promiseland
Sabato
migliaia di persone si sono riunite per partecipare alla Marcia di protesta
contro la Monsanto per le sementi geneticamente modificate e le aziende biotech contro gli OGM.
I
motivi che hanno spinto migliaia di persone a protestare contro l’uso delle
sementi geneticamente modificate sono molti: l’UE ha recentemente vietato vari
pesticidi e diserbanti ritenendoli responsabili delle massicce morti delle api
la cui estinzione potrebbe paralizzare l’approvvigionamento alimentare del mondo.
Non meno importante il dibattito in corso se sia etico o equo per una società
civile avere dei brevetti sulla vita giacché non dimentichiamo che il seme
è vita, nonché sull’imposizione dell’uso di sementi geneticamente
modificate.
Al
di là delle questioni ambientali ed etiche, ci sono grandi preoccupazioni per
la salute umana oltre che per la modificazione genetica, oltre che
sull’esposizione a erbicidi e pesticidi. Alcuni dei cartelli di protesta più
popolari includono “Io non sono un esperimento scientifico” e “Io non sono una
cavia da laboratorio.” Gli esperti hanno collegato gli OGM e l’erbicida
(Roundup della Monsanto) con il cancro, problemi neurologici e dello sviluppo,
difetti dei feti alla nascita, morbo di Parkinson, disturbi digestivi e obesità.
L’idea
di una marcia ha preso forma grazie a Tami Canal, che ha creato una pagina di Facebook all’inizio di quest’anno. Non aveva idea che il suo
appello a protestare sarebbe cresciuto così rapidamente. La pagina ora ha più
di 154.000 fan facendo nascere l’idea di un movimento mondiale. Sembra
probabile che il successo della manifestazione porterà a proteste in scala
maggiore, con l’aumento delle richieste ai Governi dell’obbligatorietà
dell’etichettatura degli OGM in tutto il mondo.
Solo
a marzo negli eventi contro la Monsanto, secondo il giornate Huffington Post,
hanno partecipato 6.000 manifestanti che si sono riuniti a Portland, Oregon,
centinaia nel centro di Los Angeles, tanto da costringere la chiusura della
strada, e in centinaia di città tra cui New York, Johannesburg, Sydney e Buenos
Aires.
La
Marcia contro la Monsanto sta ora chiedendo la virtuale “‘invasione di
Monsanto” il primo giugno: ovvero spingere le persone ad inondare la pagina
Facebook di Monsanto con commenti volti a esporre la verità su quello che fanno
gli OGM per l’ambiente, per gli agricoltori e per i consumatori.
Aurora Mirabella
Aurora Mirabella
Nessun commento:
Posta un commento