Fonte:
Il Calibro
«Da
un punto di vista qualitativo, è molto più grave l’aborto dell’abuso su un
bambino da parte di un sacerdote».
Già, perché quando viene perpetrato un atto di pedofilia, è il «futuro del
bambino a morire», mentre l’aborto è «un assassinio». È questa la sentenza di un arcivescovo messicano, mons. Fabio Martinez Castilla, dell’arcidiocesi
di Tuxtla nella regione del Chiapas, che durante la messa nella cattedrale
metropolitana di San Marcos, domenica 5 maggio, ha fatto sobbalzare sulla sedia
diversi fedeli. Certo, ha poi aggiunto, «anche se l’aborto è molto più grave,
quantitativamente le due cose arrecano un danno enorme e meritano di essere
punite». E comunque, se i preti pedofili non devono essere coperti ma
incarcerati e banditi dalla Chiesa, è altrettanto vero che essi, ha detto, non
devono essere presi di mira a causa degli abusi sessuali che hanno macchiato la Chiesa
cattolica, ma che anche «insegnanti, politici, dottori e chiunque agisca contro
il bene e la libertà di un bambino dev’essere punito».
L’arcivescovo
non è nuovo a queste esternazioni. Tempo fa definì «pazzo» il vescovo di Alcalá
de Henares, mons. Juan Antonio Reig Pla, che aveva consigliato alle coppie di
praticare il sesso anale pur di evitare gravidanze indesiderate che portassero
all’aborto; recentemente si è pronunciato contro l’utilizzo dei preservativi, «toppe»
per evadere le proprie responsabilità. «È come affermare che l’unico di modo di
fare pace sia quello di uccidere gli altri», ha detto Martinez. «La migliore
soluzione al problema della responsabilità è che i genitori siano responsabili
non solo nell’allevare ma anche nell’educare i figli».
Mons.
Fabio Martinez Castilla, 63 anni, è arcivescovo della più grande città del
Chiapas da febbraio di quest’anno. Dal 2007 è stato vescovo di Ciudad Lázaro Cárdenas.
Nessun commento:
Posta un commento