Un interessante e bellissimo crop circle ha fatto la
sua comparsa nei campi di frumento di Badbury Rings, nel Wimborne Minster,
Dorset (UK). La formazione segnalata il 17 Giugno 2014, è composta da 11 cerchi
concentrici disposti lungo linee che determinano un triangolo, dove nelle estremità troviamo un
cerchio ad ellisse e dalla parte opposta un semicerchio che contiene due
piccoli labirinti. Il pittogrammapotrebbe rappresentare il segno dei
cambiamenti, come ad esempio “Albero cosmico Yggdrasil ” , sostegno del cosmo e
dei mondi, che annuncierà con il suo tremolio, fonte di spaventosi cataclismi,
che la fine dei tempi è quasi arrivata e quando si abbatterà trascinerà con sé
tutto il creato.
Yggdrasil è l’albero (colonna vertebrale) che
contiene i nove mondi della mitologia norrena. I suoi rami arrivano fino al
cosmo e scava in tre radici possenti, Jottunheim, Niflheim, e Asgard. Stesso
Odino appeso per nove notti sull’albero di acquisire conoscenza divina. Nel
libro A della Golden Dawn ufficiale: la magica Pantheon: autore Pat Zalewski
riferimento a questi nove mondi a parte il quadro Kabbalahistic dove l’albero e
le diverse sfere sono concetti predominanti.
Secondo il ricercatore Red Colli, il pittogramma di
Badbury Rings, potrebbe rappresentare “Yggdrasil” detto anche “frassino del
mondo”, metafora vegetale dell’universo concepito come essere organico, emblema
del bene e del male. Simili alberi si possono trovare nei quadri mitico-rituali
dello sciamanesimo e dello stesso cristianesimo, nel caso dell’Albero
Sefirotico.
Proprio alla tradizione Sciamanica sembra richiamarsi
il nome Yggdrasil “cavallo del terribile” dove “Yggr” stà per terribile,
appellativo di “Odino” capo degli Dèi nordici e il cavallo è una metafora di
patibolo. Si allude, cioè alla storia dell’autoimpiccagione del Dio, per tanti
aspetti simile alla morte apparente richiesta all’apprendista sciamano, durante
la quale Odino acquisisce i segreti della sapienza magica.
Yggdrasill è l’albero più bello dell’universo che
sorregge l’intero cosmo, il suo tronco è molto robusto e slanciato, la sua
chioma arriva e supera il più alto dei cieli ed è impossibile scorgerne la
fine. I suoi rami sono abitati da strani animali forniti di doti magiche. Uno
di questi è un aquila gigantesca depositaria di antichissimi segreti, tra i
suoi occhi è appollaiato “Vedhrofölnir”, un minaccioso falco con uno sguardo
terrificante. La corteccia è invece minacciata da “Dainn”, “Dvalinn”, “Duneyrr”
e “Durathror”, quattro cervi dal collo ricurvo che brucano incessantemente il
fogliame del frassino fino a intaccarne le radici, senza però riuscire a fare
un minimo danno ad un albero di queste dimensioni. Lungo il suo tronco corre
“Ratatoskr” lo scoiattolo “dal dente di topo” che è latore di messaggi e
minacce dell’aquila agli oscuri abitanti delle radici dell’albero.
Yggdrasil attraversa tutti e nove i mondi, “Asgardh”
dimora degli “Asi”, principale famiglia di Dèi, ma anche il “Vanaheim” dove
dimorano gli altri Dèi, i “Vani”. Passa anche nel mondo degli “Elfi” chiari e
scuri, nella terra di mezzo “Midgard” regno dei mortali fino a spingersi agli
estremi confini del mondo nello “Jötunheim” dove regnano i giganti. Alla fine
scende nel mondo degli inferi, il “Muspellheim” dove regnano le forze del male,
passando per “Niflheim” la reggione delle nebbie perenni e per i meandri dei
sotterranei della crosta terrestre abitata dai nani.
Le radici che sorreggono il portentoso albero sono
tre e con le loro labirintiche diramazioni garantiscono la solidità del suo
fusto.
la prima radice si trova ad Asgardh. Qui è
localizzata anche la fonte di Udhr dalla quale sgorga un liquido che ha il
potere di rendere simile alla pellicola interna delle uova qualunque cosa venga
spruzzata con esso. nei pressi della sorgente rivitalizzante, si scorgono due
uccelli che abbeverandosi spesso all’acqua della fonte, possiedono uno
splendido manto candido. Essi sono i progenitori dei cigni, uccelli consacrati
per la loro purezza agli Dèi. Alla sorgente, inoltre, ogni giorno attingono le
tre “Norne”, le divinità che reggono le soti degli Dèi e degli uomini.
I loro nomi simbolizzano le varie ipostasi del tempo: “Urdhr” il “passato”, “Verdhandi” il “presente” e “Skuld” il “futuro”. Durante il giorno intagliano le “rune” (lettere dell’alfabeto usato per brevi scritta magiche e apotropaiche) su tavolette di legno, oppure tessono teli di lino o giocano tra loro mettendo in palio la sorte degli uomini. Inoltre innaffiano le radici di Yggdrasdil, che sono perciò ricoperte di un sottile strato di bianca sostanza fertilizzante.
I loro nomi simbolizzano le varie ipostasi del tempo: “Urdhr” il “passato”, “Verdhandi” il “presente” e “Skuld” il “futuro”. Durante il giorno intagliano le “rune” (lettere dell’alfabeto usato per brevi scritta magiche e apotropaiche) su tavolette di legno, oppure tessono teli di lino o giocano tra loro mettendo in palio la sorte degli uomini. Inoltre innaffiano le radici di Yggdrasdil, che sono perciò ricoperte di un sottile strato di bianca sostanza fertilizzante.
La seconda radice si trova nello Jötunheim, qui
l’albero può contare su un altra fonte dotata di poteri magici, la fonte di
“Mimir”. In questa sorgente, Odino un giorno si abbeverò e acquisì un
illimitato sapere, ma per fare ciò dovette lasciare in pegno al Dio Mimir,
custode della fonte, il suo occhio.
La terza radice si trova nei meandri degli inferi,
nelle tetre regioni dei trapassati. È infestata da moltissimi serpenti
malefici, incarnazioni striscianti delle forze del male. Questi rettili rodono
ed iniettano il loro veleno nelle ramificazionidel frassino causandogli
terribili dolori ed enormi patimenti. A capo di questi rettili mostruosi c’è
“nidhhöggr” “divoratore terribile”, un dragone abilissimo nel rosicchiare la
corteccia con i suoi denti uncinati. A nulla valgono le minaccie dell’aquila
gigantesca appollaiata tra i rami, lo sciattolo Ratatoskr corre su e giù per il
tronco inutilmente a riferirle all’indomito mostro che continuerà la sua lenta
ed estenuante opera di distruzione.
Bel cielo chimico anche sopra ai crop circles...
RispondiEliminaGià, non l'avevo notato.
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