domenica 15 giugno 2014

Lasciate che i pedofili vengano a me

 

Cosa ci può essere di più traumatico e al tempo stesso irrazionale e complesso da metabolizzare per una vittima, la quale nel momento in cui vede riconosciuto dalla giustizia il danno subito, se ne vede infliggere immediatamente un altro, sempre per mano di chi lo aveva reso vittima in precedenza ?
Parliamo di pedofilia clericale, un trauma aggravato dalla soggezione che subisce la vittima, non solo per via della posizione del sacerdote, ma anche per le pressioni sistematiche che questa comincia a subire da parte della curia nel momento in cui denuncia.


Parliamo di un caso specifico, quello di Francesco Zanardi, vittima a 11 anni e oggi presidente, di certo fastidioso, dell’unica associazione che contrasta in Italia la pedofilia nel clero. Francesco non ha voluto raccontare in prima persona questa vicenda, non dà importanza al suo specifico caso perché non lo sente solo suo. Sostiene semplicemente “adesso tocca a me e adesso è il momento di dare un contributo alla causa con questa ulteriore denuncia”.


Occupandosi di pedofilia a livello nazionale, Francesco ha una visione ampia del problema italiano, ritorsioni simili sono attuate regolarmente contro le vittime che spesso, a causa degli abusi subiti, vivono una vita già precaria. L’obbiettivo è quello di farle desistere a denunciare o a proseguire.
E’ accaduto a Daniel, sfrattato dal parroco che aveva abusato del figlio di 3 anni, ad Alessandro, licenziato dalla curia all’apertura delle indagini. Casi come quello di Ferrara, dove una bambina di 13 anni messa incinta dal parroco, ha dovuto subire per nove mesi il ricatto che se avesse parlato, il prete abusatore avrebbe sfrattato lei e la sua famiglia. E’ riuscita a mantenere il segreto solo 9 mesi.
Purtroppo l’elenco di queste violenze  è ancora lunghissimo e sono tutti casi tristemente attuali, i cui abusi sono stati confermati dalla giustizia.
Tutte vittime che mentre la legge da un lato indaga e riconosce loro il danno subito, gli stessi carnefici dall’altro infliggono una nuova violenza, conseguenza dell’aver denunciato. Tutto sotto gli occhi delle istituzioni che restano a guardare, apparentemente impotenti.

Purtroppo le denunce di Zanardi e della Rete L’ABUSO trovano triste conferma anche nelle due pesanti relazioni dell’ONU, che condannano il Vaticano per queste sue politiche criminali inserendole nel capitolo di tortura.
Infatti ciò che sta accadendo a Zanardi è particolarmente significativo perché avviene dopo queste condanne e sopratutto perché chi sta attuando altre violenze a quest’uomo è un vescovo che nella vicenda, fino ad ora, era totalmente estraneo ai fatti.

La domanda viene spontanea: come mai una persona estranea ai fatti si spinge ad un gesto stupido ed impopolare nei confronti di una vittima e in presenza di una condanna, nella quale non si ravvisa solo la responsabilità del pedofilo, ma sopratutto l’operato criminale di quella diocesi?
Una vicenda che mette parecchio in bilico anche Papa Francesco, che come hanno raccontato i giornali è al corrente dello specifico caso savonese. Apparentemente le politiche di Papa Francesco sembrano inattuabili oltre che inefficaci se quello che vediamo è il risultato di un caso arrivato fino alla sua attenzione.
Per ora Zanardi non vuole rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda, per rispetto del vincolo di riservatezza dovuto ad una trattativa tra avvocati con la diocesi savonese, che in base al provvedimento del tribunale di Savona dovrà risarcire lui e le altre vittime. Chissà se la diocesi, come suggerisce il buonsenso, accetterà l’accordo o farà anche in questo caso ostruzionismo. Staremo a vedere.
Nel frattempo Zanardi ha ricevuto la solidarietà delle vittime con le quali lavora, degli amici e anche dei colleghi statunitensi di SNAP, i quali gli hanno offerto appoggio.

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