Finisce l'era del cinghiale bianco

Testo di Andrea Scanzi

È stato uno dei più Grandi. Ha abitato, percorso e creato mondi alieni. Innovatore, precursore. Genio totale. Sin dagli esordi folli, sin dall’inizio pazzo, sin da quando suonava una musica che a volte capiva solo lui. Poi, la perfezione totale. Dalla fine dei Settanta a tutti gli Ottanta e larga parte dei Novanta, Franco Battiato è stato artista di inaudita e struggente bellezza. Da solo, con altri (Giusto Pio su tutti) e per altri (Milva, Alice, Giuni Russo, ma anche gli arrangiamenti enormi per Polli di allevamento di Gaber). Capace di elevare il commerciale, riscrivere l’orecchiabile e rendere lirica ogni cosa. Anche i governatori della Libia. Anche i cammelli in una grondaia. Perfino i cinghiali bianchi.

Da qualche anno era evaporato in una realtà tutta sua. Chi gli voleva bene lo sapeva e non diceva altro, perché lui e i suoi cari volevano così. Ora ha deciso di volare via fino in fondo. Magari sta già percorrendo la Prospettiva Nevski. Magari ha già incontrato Igor Stravinskij. Di sicuro sta già tracciando “Voli imprevedibili ed ascese velocissime/ Traiettorie impercettibili e codici di geometria esistenziale”. Realtà che solo lui ha visto, vede e vedrà. Perdiamo un Genio inaudito, i cui apici artistici verranno studiati nei secoli. Grazie di ogni azzardo e incanto, Maestro.