domenica 17 settembre 2017

La strumentalizzazione di uno scienziato defunto


Fonte: Scienza Live



Il fisico Carl Sagan è una delle menti che più hanno saputo comunicare la scienza al Mondo e, conseguentemente, più hanno influenzato il nostro progetto di comunicazione scientifica. Oltre ad essere stato uno dei più famosi astronomi, astrofisici e astrochimici dello scorso secolo, Sagan si impegnò tutta la vita per comunicare la propria conoscenza a tutti. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta fu tra gli scienziati che più si interrogarono sul legame tra scienza e società. E forse per questo, prima degli altri, aveva previsto i pericoli che possono sorgere in una società che volta le spalle alla razionalità scientifica.



Oggi, in questo medioevo postmoderno in cui sempre più persone combattono contro le vaccinazioni o rinunciano a terapie mediche di comprovata efficacia in favore di pratiche superstiziose, in cui i governi negano il cambiamento climatico antropogenico davanti all’evidenza dei dati, in cui perfino i terrapiattisti tornano alla ribalta dopo 5 secoli, in un’epoca in cui il progresso e l’innovazione vengono dipinti come nemici della gente e tutti vorrebbero tornare a vivere come una volta, in cui sui social verità e falsità acquisiscono uguale valore fino a diventare indistinguibili… beh, in questo strano cortocircuito storico in cui ci troviamo a vivere, questa previsione fatta da Sagan 22 anni fa potrà apparire a molti come profetica. Nel suo libro “Demon-Haunted World: Science as a Candle in the Dark” del 1995, il fisico scriveva:

“La scienza è più che un semplice corpo di conoscenze. È un modo di pensare. Ho un triste presentimento per quanto riguarda l’America che toccherà ai miei figli o ai miei nipoti quando gli Stati Uniti avranno un’economia basata sui servizi e sull’informazione, quando quasi tutte le industrie manifatturiere saranno spostate in altri paesi, quando i poteri meravigliosi della tecnologia saranno in mano a pochi, e quando nessuno che rappresenti il pubblico interesse si occuperà dei problemi; quando, avvinghiati ai nostri oroscopi, le nostre facoltà critiche in netto declino, incapaci di distinguere tra ciò che è vero e ciò che ci fa sentir bene, scivoleremo, quasi senza accorgercene, nella superstizione e nell’oscurantismo”.

Per poi continuare:


“L’instupidimento dell’America è ancora più evidente nel lento decadimento del contenuto sostanziale dei media più influenti, nei contenuti da 30 secondi (che si stanno già riducendo a 10 o meno), il minimo comune denominatore della programmazione, presentazioni credulone sulla pseudoscienza e la superstizione, ma più di tutto una sorta di celebrazione dell’ignoranza.”

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