mercoledì 27 settembre 2017

Meglio incolpare la malaria che i vaccini



Non pochi letterati hanno espresso il concetto secondo cui nulla è più “reale” di ciò che si percepisce. Per dirla con gli inglesi, la nostra vita dura il lampo in una padella e in quel lampo c’è chi s’impegna, a volte senza rendersi conto di essere “strumento cieco d’occhiuta rapina”, a cancellare, non importa come, i fatti per sostituirli con la “realtà” dell’illusione. E sempre si tratta di un’illusione che, per ragioni che non sono mai nobili, fa comodo a qualcuno. Ultimamente, certo in maniera improvvida perché, in fondo, io non ne ricavo altro che seccature e insulti, mi sono occupato del caso di Sofia, la bambina morta a Brescia ufficialmente per malaria cerebrale. Del fatto ho parlato di persona con il dottor Claudio Paternoster, medico infettivologo responsabile del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Santa Chiara di Trento dove la bambina fu ricovera e dove le fu diagnosticata la malaria da Plasmodium falciparum. Non scriverò di nuovo ciò che ho già scritto il 10 settembre scorso (). Mi limito a confermarlo. E neanche mi soffermerò sull’ennesima battuta della ministrina Lorenzin. Se è vero ciò che riporta in virgolettato, l’ineffabile statista avrebbe detto: “Dobbiamo accertare se c'è stato un contagio di sangue o se invece la malaria può essere stata contratta in altro modo.” 

Già, se i neutrini della signora Gelmini viaggiano nei tunnel tra la Svizzera e il Gran Sasso, magari la malaria della signora Beatrice si trasmette come il suo tetano: da nonno a nipote forse per via affettiva. Detto tra parentesi, esultiamo: la Glaxo ha pronto il Mosquirix, cioè il vaccino antimalarico la cui esistenza lo scienziato Burioni nega. A volte il caso vuole che salti fuori il problema proprio mentre si rende disponibile la soluzione.


Poi ricevo un messaggio da parte di una persona che, con ogni evidenza, lavora al Santa Chiara la quale mi scrive che la bambina era stata vaccinata contro il meningococco un mese prima del fattaccio. A margine, il produttore del farmaco scrive “Non sono stati eseguiti studi prospettici sull’efficacia.” Ma, del resto, che c’importa se non sappiamo se è efficace o no? Anche se i ceppi di Meningococco sono non uno ma 17, anche se la meningite ha pure origini che nulla hanno a vedere con quei 17 tipi di batterio, è ovvio che, quando si presenta il certificato di vaccinazione con un farmaco indirizzato ad un solo ceppo e di cui non conosciamo l’efficacia, la meningite non si prende di certo. E chi, vaccinato, di meningite si ammala è meglio che si vergogni. A parte ciò, nel mio post e in ciò che dissi poi alla radio e in TV riferivo di aver ricevuto un file audio il cui autore sosteneva che Sofia era stata appena vaccinata, proprio come sostiene anche il messaggio di cui sopra. Naturalmente fui chiaro nel precisare che non avevo alcun elemento per ritenere veritiera o fasulla la testimonianza e che la riportavo per semplice dovere di cronaca. Dunque, la cosa sarebbe dovuta restare confinata a quello che era: parole senza riscontro.

E, invece, no. Un tale che dice di lavorare all’ospedale di Trento mi scrive dicendomi che il post contiene “falsità agghiaccianti”. È possibile. Io, del resto, sono stato chiaro: quelle testimonianze in voce sono solo qualcosa d'incontrollato che ho ricevuto e che riporto per pura cronaca e che sono state poi ripetute da una persona che pare essere una dipendente dell'Ospedale la quale, e lo ripeto a beneficio dei più impervi, scrive cha la bambina fu vaccinata per la meningite un mese prima, aggiungendo che all'arrivo a Trento la bambina era già ammalata di malaria. E allora? E, allora, il personaggio, allarmato non si sa da che né è chiaro quali interessi lo spingano, mi dice “veda di rimuovere o correggere questo post. Altrimenti vedremo cosa si può fare anche per vie legali.”


Davanti ad una manifestazione simile si possono prendere atteggiamenti diversi. Il primo, forse il più saggio, è ignorarlo stante l’evidenza del livello. L’altro è interessare un sociologo. Il successivo è chiedere all’Ospedale Santa Chiara d’individuarlo. L’altro ancora è pregare il soggetto di adire davvero le vie legali. Sarà interessante vedere se troverà un avvocato così disperatamente bisognoso di quattrini da sostenere non è chiaro quale tesi, non avendo io commesso il minimo reato. È ovvio che portarmi in tribunale costerà qualcosa al questo signore.

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