lunedì 11 maggio 2020

In Brasile non è più tempo di carnevale


Testo di Alta Tensione

Anche se la dote della sintesi non è il mio forte, cercherò di riassumere la situazione. In pratica, da parte del governo centrale non ci sono stati dei decreti ufficiali, ma solo delle raccomandazioni da parte del Ministro della Salute. Chi in realtà ha assunto la situazione in mano sono stati i governatori dei vari stati (corrispondenti alle nostre regioni) ed i sindaci delle città. Motivo per cui si sono create quelle condizioni che, mentre in alcuni Stati sono state adottate delle precauzioni più "leggere", in altri le disposizioni sono state un po’ più simili a quelle italiane, ma non del tutto. Diciamo che ognuno si è mosso come cazzo gli pare. Io abito in una città dello Stato di San Paulo, dove è stata disposta la chiusura di tutti i negozi, centri commerciali, scuole, spiagge, chiese, cinema, palestre, o qualsiasi altro punto che fosse motivo di agglomerazione. I mezzi pubblici ed i taxi hanno funzionato e funzionano regolarmente, da sempre, anche se non a pieno regime, mentre in qualche bar si riesce a prendere un caffè, ma solo fuori dal locale.


Solo da lunedì 3 maggio è stato reso obbligatorio l’utilizzo delle mascherine. Al supermercato (ma questo fin dall’inizio e non solo adesso) si fa la fila, molto rapida devo dire, e quando arriva il tuo turno ti inzuppano le mani con un piccolo spruzzo di disinfettante ed entri, ritrovandoti insieme ad un consistente numero di persone che come te hanno avuto la necessità di dedicarsi agli acquisti per rimpinguare il loro frigorifero. A questo proposito, non riesco a comprendere la differenza fra il divieto di accedere in spiaggia, dichiarato centro di agglomerazione e quindi con alto indice di contagio, e la concessione di entrata al supermercato nello stile “liberi tutti”, dove in uno spazio ben più ristretto -rispetto alle spiagge- ci si ritrova a contatto, nello stesso momento, con un alto numero di individui.

Avrei potuto giustificare tale controsenso qualora fosse stata attuata l’entrata a “numero controllato” (esempio: 10 alla volta; con la regola di entrare quando qualcun altro esce), ovvero un accorgimento mirato a scongiurare il contatto ravvicinato fra i clienti. E allora mi sono chiesto: non è che questo virus è in ferie e quindi preferisce la salutare brezza marina, accompagnata da una fresca “batida” di cocco ed ananas, alle fragranze nauseanti dei nostri alimenti? Mah! Per quando riguarda gli ospedali sono al collasso in parecchie città. Rio de Janeiro, San Paolo, Fortaleza, Manaus e Belem sono le città più colpite, in Amazzonia la situazione è tragica per la mancanza di letti, respiratori e personale. (tutto questo non solo in Amazzonia).

Un mio amico abita nello Stato di Santa Catarina: quasi tutti i giorni va in spiaggia a fare surf. Per la cronaca: non risultano pervenuti interventi di volanti, pattuglie, elicotteri, blindati o mezzi di terra, di mare e di cielo, né tanto meno ricorsi a specifici trattamenti ospedalieri. Nella peggiore delle ipotesi un invito (anche gentile) ad allontanarti dalla zona rossa. Se doveste arrivare domani qui, perlomeno dove abito io, sicuramente mi chiedereste: Ma non vi è giunta la notizia che in giro per il mondo una pandemia gironzola minacciando l’umanità? E ribadisco, qui da me le misure sono state un po’ più rigide rispetto a molte altre zone del Brasile. Immaginate un po’ quanto questo popolo sia allegro.

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