Intervista di Maria
Cristina Giovannitti
Dopo le interviste a Rosario Marcianò a sostegno delle
scie chimiche, lasciamo spazio a chi – invece – ritiene queste teorie pura
fantascienza. ArticoloTre intervista due esperti del settore. Fulvio Turvani è
un tecnico aereo, si occupa di manutenzione dei velivoli e di assistenza
durante il volo, nonché lavora a
stretto contatto con piloti dell’aeronautica militare e di recente anche
dell'ex Alitalia. Insomma un conoscitore del campo aeronautico che ci spiega
come l’irrorazione chimica è una pratica impossibile.
Lei
esclude, secondo la sua esperienza, che gli aerei vengano riforniti con
sostanze tossiche – come bario e alluminio – per irrorare il cielo?
Se
parliamo di rifornimenti con carburante "adulterato" non si tratta di
escluderlo solo in base all'esperienza ma in base alla logica e alla conoscenza
della tecnica. Non si può aggiungere in percentuale rilevante qualcosa che non
partecipa alla combustione, nel carburante, senza che ciò abbia effetti
immediatamente rilevabili dai piloti e dai tecnici. Banalmente, anche senza
considerare i danni al motore, agli apparati di dosaggio del carburante ecc, se
aggiungo il 30% di una sostanza come il bario, un metallo, al carburante, per
ottenere le stesse prestazioni dal motore devo come minimo consumare il 30% in
più di carburante. Questo in ogni caso non si arriverebbe mai a verificarlo,
visto che il motore si romperebbe molto prima e anzi, probabilmente non
andrebbe mai in moto. Inoltre, l'aggiunta di una qualsiasi sostanza in percentuali
rilevanti, sarebbe immediatamente scoperta dagli addetti al rifornimento,
spesso, come nel mio caso, gli stessi tecnici che seguono l'aeromobile, già nel
più semplice dei controlli fatti sul carburante. Quello con il
termodensimentro. Ogni composto o sostanza ha una sua precisa densità legata
alla sua temperatura. I tecnici per verificare che il carburante non sia
inquinato, verificano che la densità del prodotto a loro disposizione, coincida
con quella che il cherosene deve avere a quella data temperatura. Se è più o
meno denso di quanto richiesto, significa che è inquinato. È impossibile
aggiungere qualcosa al cherosene senza variare la sua densità e quindi sfuggire
a questo semplice e banale controllo. Certo si può ipotizzare che tutti i
tecnici, gli addetti ai rifornimenti, i progettisti ecc, siano complici del
complotto. Ma stiamo parlando di un numero abnorme di persone. L'industria
aeronautica è la più grande industria del mondo. Più di quella automobilistica,
di quella ferroviaria o navale.
In
realtà, in uno studio del 2004 di Mark Purdey, è ammesso come uno dei veicoli
di contaminazione da bario (oltre i cibi e l’acqua) derivi anche dalla
dispersione di aerosol. Lei che ne pensa?
Sarei
curioso di sapere in base a quali dati ha stabilito che il bario arrivava dagli
aerei anziché da altre fonti. Mark Purdey è noto anche per le sue tesi
alternative sulla BSE (la mucca pazza). Tesi che andavano contro quelle
condivise dalla scienza, e proponevano spiegazioni alternative mai verificate.
Personalmente mi considero un feroce ecologista. Non credo però si faccia il
bene dell'ecosistema inseguendo tesi campate in aria. Non c'è bisogno degli
aerei per giustificare il bario attorno a noi. Oltre ad essere presente in
natura, è ampiamente usato dall'industria. Si utilizzano i suoi ossidi nelle
vernici, nella costruzione di componenti elettronici e addirittura nei mattoni
per la costruzione a vista perché abbiano uniformità di colore.
Come giustifica la denuncia del 2003 che il SULTA ha fatto per un anomalo traffico di aerei senza insegna?
Direi
che quella è la prova che sarebbe impossibile portare avanti operazioni come
quelle ipotizzate dai teorici del complotto, senza che qualche addetto ai
lavori renda pubbliche le anomalie delle operazioni. Se ben ricordo la vicenda
riguarda i voli segreti che la CIA effettuava a causa delle operazioni legate
alla guerra del Golfo. Furono gli stessi addetti ai lavori, che addirittura
attraverso il loro sindacato, denunciarono che questi voli facevano scalo
presso gli aeroporti italiani. Ciò dimostra che immaginare un complotto che
coinvolge tutti gli addetti ai lavori, è una follia. Così come non è pensabile
che essi si voltino da un’altra parte ogni volta che vi è qualcosa di anomalo.
Non
ritiene possibile che vi siano irrorazioni militari per il controllo del clima?
Ritengo impossibile che un numero così consistente di aerei, come quello
ipotizzato dai teorici del complotto, possa percorrere il cielo senza essere
notato dalle decine di migliaia di piloti civili, dai milioni di passeggeri che
trasportano e da tutti coloro che per passione frequentano il cielo. Inoltre so
riconoscere che gli aerei che vedo volare con scia al seguito, sono spesso
aerei di voli di linea regolarmente schedulati. Magari lo stesso volo che io o lei
o qualche nostro amico o parente ha preso la settimana prima o prenotato per
quella prossima. Un traffico di centinaia o migliaia di aerei militari, gli
unici che produrrebbero una scia, non passerebbe certo inosservato a chi in
cielo ci passa buona parte della sua vita.
Perché, però, nel quinto rapporto del IPPC, al capitolo “Clouds and aerosol” , si parla di scie persistenti?A quali scie si fa riferimento?
Non
ho letto sinceramente il rapporto. Non vi è comunque bisogno di un complotto
per prendere atto che i voli aerei, così come tutte le attività umane,
contribuiscono all'inquinamento, all'immissione di CO2 in atmosfera ecc. Credo
quindi sia naturale aspettarsi che anche il trasporto aereo abbia le sue colpe
nelle variazioni climatiche dovute all'attività umana. Anche questo scambio di
dati via internet da il suo contributo, ma ciò non significa che io è lei
stiamo complottando per sterminare la popolazione o per cambiare il clima della
terra. È un limite della nostra tecnologia. Si sa da tempo che le scie degli
aerei contribuiscono all'aumento della nuvolosità. Già tempo fa la NASA aveva
indicato all'incirca nel 1% l'aumento di nuvolosità dovuto alle scie di
condensa. Chiaramente queste scie non sono distribuite in modo uniforme nel
mondo ma si concentrano nelle zone più frequentate dagli aerei. Quindi su scala
locale l'impatto può essere ben superiore. Ma ripeto, si tratta di un limite
tecnologico. Non di un complotto.
La
risposta secca è sicuramente si. La spiegazione che ci fornisce la fisica è
decisamente più logica e lineare di quelle che forniscono i teorici del
complotto. All'interno di un motore aeronautico avviene la combustione del
carburante. Questa combustione non è altro che l'ossidazione di un idrocarburo,
ovvero di una molecola composta di idrogeno (H) e carbonio (C), tramite
l'ossigeno atmosferico (O). Quello che si ottiene credo lo possiamo scoprire
tutti rispolverando i libri di chimica organica delle superiori. H2O (acqua), e
CO2 (anidride carbonica). È proprio quest'acqua che noi vediamo formare le
scie. In realtà quelli che vediamo sono cristalli di ghiaccio perché a causa
delle bassissime temperature presenti in quota, l'acqua espulsa dal motore
sublima in ghiaccio. È inoltre interessante notare che la quantità di acqua
prodotta, è superiore a quella del cherosene consumato. All'incirca 1,3 volte
in peso. Questo significa che l'acqua prodotta, sarà sempre superiore a
qualunque altra cosa io possa aggiungere al carburante. Inoltre chiunque può
osservare che la scia non comincia mai a diretto contatto dei motori ma ad una
certa distanza, variabile a seconda delle diverse condizioni. Questa distanza
rappresenta il tempo necessario al passaggio di stato dell'acqua da gassoso e
invisibile (vapore), a solido e visibile (ghiaccio). Chi come me ha qualche
anno in più ricorderà che le auto degli anni 70-80 avevano spesso la marmitta
che si bucava. Succedeva per lo stesso identico motivo (e talvolta accade anche
oggi). Si bruciava benzina o gasolio (anch'essi idrocarburi) e si produceva
acqua. Se si faceva viaggi corti e la marmitta non si scaldava a sufficienza da
farla evaporare, quest'acqua faceva arrugginire la marmitta bucandola.
Una cosa è certa però. Chi si è inventata l'unità d'Italia aveva idee chiare e lungimiranti, sapeva fin dal principio che ne sarebbe uscita una grande nazione di st...zi! :-(
RispondiEliminaCome disse Massimo D’Azeglio: "L'Italia è fatta. Ora bisogna fare gli str...zi che la popoleranno!".
EliminaInfatti hanno tralasciato quel particolare lì piuttosto importante.... ma secondo me è un problema mondiale altrimenti il pianeta sarebbe stato gestito diversamente.
EliminaParli di te stesso?
EliminaLa giornalista si occupa di inchieste, ma non cerca di farsi una sua opinione..., si limita a raccogliere pareri, nel caso delle chemtrails non c'è bisogno di esperti ne di inchieste... basta osservare il cielo, quindi questo modo di fare giornalismo lascia il tempo che trova.
RispondiEliminaAnche le dichiarazioni dell'intervistato fanno ridere i polli visto che le irrorazioni vengono rilasciate da dispositivi a parte e non dai motori e poiché esiste il segreto di stato su quelle irrorazioni gli addetti non lo potranno mai ammettere e figuriamoci se lo vanno a raccontare a lui.
Infatti, è la prima cosa che si nota. Fulvio Turvani non risponde e devia l'attenzione sulla consistenza del carburante, come se non fosse possibile che gli aerei fossero dotati di dispositivi a parte, che nulla hanno a che fare con il motore.
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