lunedì 7 aprile 2014

Io non ne sarei così sicuro

 

Intervista di Maria Cristina Giovannitti

Dopo le interviste a Rosario Marcianò a sostegno delle scie chimiche, lasciamo spazio a chi – invece – ritiene queste teorie pura fantascienza. ArticoloTre intervista due esperti del settore. Fulvio Turvani è un tecnico aereo, si occupa di manutenzione dei velivoli e di assistenza durante il volo, nonché  lavora a stretto contatto con piloti dell’aeronautica militare e di recente anche dell'ex Alitalia. Insomma un conoscitore del campo aeronautico che ci spiega come l’irrorazione chimica è una pratica impossibile.



Lei esclude, secondo la sua esperienza, che gli aerei vengano riforniti con sostanze tossiche – come bario e alluminio – per irrorare il cielo?
Se parliamo di rifornimenti con carburante "adulterato" non si tratta di escluderlo solo in base all'esperienza ma in base alla logica e alla conoscenza della tecnica. Non si può aggiungere in percentuale rilevante qualcosa che non partecipa alla combustione, nel carburante, senza che ciò abbia effetti immediatamente rilevabili dai piloti e dai tecnici. Banalmente, anche senza considerare i danni al motore, agli apparati di dosaggio del carburante ecc, se aggiungo il 30% di una sostanza come il bario, un metallo, al carburante, per ottenere le stesse prestazioni dal motore devo come minimo consumare il 30% in più di carburante. Questo in ogni caso non si arriverebbe mai a verificarlo, visto che il motore si romperebbe molto prima e anzi, probabilmente non andrebbe mai in moto. Inoltre, l'aggiunta di una qualsiasi sostanza in percentuali rilevanti, sarebbe immediatamente scoperta dagli addetti al rifornimento, spesso, come nel mio caso, gli stessi tecnici che seguono l'aeromobile, già nel più semplice dei controlli fatti sul carburante. Quello con il termodensimentro. Ogni composto o sostanza ha una sua precisa densità legata alla sua temperatura. I tecnici per verificare che il carburante non sia inquinato, verificano che la densità del prodotto a loro disposizione, coincida con quella che il cherosene deve avere a quella data temperatura. Se è più o meno denso di quanto richiesto, significa che è inquinato. È impossibile aggiungere qualcosa al cherosene senza variare la sua densità e quindi sfuggire a questo semplice e banale controllo. Certo si può ipotizzare che tutti i tecnici, gli addetti ai rifornimenti, i progettisti ecc, siano complici del complotto. Ma stiamo parlando di un numero abnorme di persone. L'industria aeronautica è la più grande industria del mondo. Più di quella automobilistica, di quella ferroviaria o navale.
In realtà, in uno studio del 2004 di Mark Purdey, è ammesso come uno dei veicoli di contaminazione da bario (oltre i cibi e l’acqua) derivi anche dalla dispersione di aerosol. Lei che ne pensa?

Sarei curioso di sapere in base a quali dati ha stabilito che il bario arrivava dagli aerei anziché da altre fonti. Mark Purdey è noto anche per le sue tesi alternative sulla BSE (la mucca pazza). Tesi che andavano contro quelle condivise dalla scienza, e proponevano spiegazioni alternative mai verificate. Personalmente mi considero un feroce ecologista. Non credo però si faccia il bene dell'ecosistema inseguendo tesi campate in aria. Non c'è bisogno degli aerei per giustificare il bario attorno a noi. Oltre ad essere presente in natura, è ampiamente usato dall'industria. Si utilizzano i suoi ossidi nelle vernici, nella costruzione di componenti elettronici e addirittura nei mattoni per la costruzione a vista perché abbiano uniformità di colore. 
                                                                                                                                                                 
Come giustifica la denuncia del 2003 che il SULTA ha fatto per un anomalo traffico di aerei senza insegna?
Direi che quella è la prova che sarebbe impossibile portare avanti operazioni come quelle ipotizzate dai teorici del complotto, senza che qualche addetto ai lavori renda pubbliche le anomalie delle operazioni. Se ben ricordo la vicenda riguarda i voli segreti che la CIA effettuava a causa delle operazioni legate alla guerra del Golfo. Furono gli stessi addetti ai lavori, che addirittura attraverso il loro sindacato, denunciarono che questi voli facevano scalo presso gli aeroporti italiani. Ciò dimostra che immaginare un complotto che coinvolge tutti gli addetti ai lavori, è una follia. Così come non è pensabile che essi si voltino da un’altra parte ogni volta che vi è qualcosa di anomalo. 

Non ritiene possibile che vi siano irrorazioni militari per il controllo del clima? Ritengo impossibile che un numero così consistente di aerei, come quello ipotizzato dai teorici del complotto, possa percorrere il cielo senza essere notato dalle decine di migliaia di piloti civili, dai milioni di passeggeri che trasportano e da tutti coloro che per passione frequentano il cielo. Inoltre so riconoscere che gli aerei che vedo volare con scia al seguito, sono spesso aerei di voli di linea regolarmente schedulati. Magari lo stesso volo che io o lei o qualche nostro amico o parente ha preso la settimana prima o prenotato per quella prossima. Un traffico di centinaia o migliaia di aerei militari, gli unici che produrrebbero una scia, non passerebbe certo inosservato a chi in cielo ci passa buona parte della sua vita. 
                                                                                                                                                                 
Perché, però, nel quinto rapporto del IPPC, al capitolo “Clouds and aerosol” , si parla di scie persistenti?A quali scie si fa riferimento?
Non ho letto sinceramente il rapporto. Non vi è comunque bisogno di un complotto per prendere atto che i voli aerei, così come tutte le attività umane, contribuiscono all'inquinamento, all'immissione di CO2 in atmosfera ecc. Credo quindi sia naturale aspettarsi che anche il trasporto aereo abbia le sue colpe nelle variazioni climatiche dovute all'attività umana. Anche questo scambio di dati via internet da il suo contributo, ma ciò non significa che io è lei stiamo complottando per sterminare la popolazione o per cambiare il clima della terra. È un limite della nostra tecnologia. Si sa da tempo che le scie degli aerei contribuiscono all'aumento della nuvolosità. Già tempo fa la NASA aveva indicato all'incirca nel 1% l'aumento di nuvolosità dovuto alle scie di condensa. Chiaramente queste scie non sono distribuite in modo uniforme nel mondo ma si concentrano nelle zone più frequentate dagli aerei. Quindi su scala locale l'impatto può essere ben superiore. Ma ripeto, si tratta di un limite tecnologico. Non di un complotto.

In conclusione, le scie chimiche sono una bufala?
La risposta secca è sicuramente si. La spiegazione che ci fornisce la fisica è decisamente più logica e lineare di quelle che forniscono i teorici del complotto. All'interno di un motore aeronautico avviene la combustione del carburante. Questa combustione non è altro che l'ossidazione di un idrocarburo, ovvero di una molecola composta di idrogeno (H) e carbonio (C), tramite l'ossigeno atmosferico (O). Quello che si ottiene credo lo possiamo scoprire tutti rispolverando i libri di chimica organica delle superiori. H2O (acqua), e CO2 (anidride carbonica). È proprio quest'acqua che noi vediamo formare le scie. In realtà quelli che vediamo sono cristalli di ghiaccio perché a causa delle bassissime temperature presenti in quota, l'acqua espulsa dal motore sublima in ghiaccio. È inoltre interessante notare che la quantità di acqua prodotta, è superiore a quella del cherosene consumato. All'incirca 1,3 volte in peso. Questo significa che l'acqua prodotta, sarà sempre superiore a qualunque altra cosa io possa aggiungere al carburante. Inoltre chiunque può osservare che la scia non comincia mai a diretto contatto dei motori ma ad una certa distanza, variabile a seconda delle diverse condizioni. Questa distanza rappresenta il tempo necessario al passaggio di stato dell'acqua da gassoso e invisibile (vapore), a solido e visibile (ghiaccio). Chi come me ha qualche anno in più ricorderà che le auto degli anni 70-80 avevano spesso la marmitta che si bucava. Succedeva per lo stesso identico motivo (e talvolta accade anche oggi). Si bruciava benzina o gasolio (anch'essi idrocarburi) e si produceva acqua. Se si faceva viaggi corti e la marmitta non si scaldava a sufficienza da farla evaporare, quest'acqua faceva arrugginire la marmitta bucandola.

6 commenti:

  1. Una cosa è certa però. Chi si è inventata l'unità d'Italia aveva idee chiare e lungimiranti, sapeva fin dal principio che ne sarebbe uscita una grande nazione di st...zi! :-(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come disse Massimo D’Azeglio: "L'Italia è fatta. Ora bisogna fare gli str...zi che la popoleranno!".

      Elimina
    2. Infatti hanno tralasciato quel particolare lì piuttosto importante.... ma secondo me è un problema mondiale altrimenti il pianeta sarebbe stato gestito diversamente.

      Elimina
  2. La giornalista si occupa di inchieste, ma non cerca di farsi una sua opinione..., si limita a raccogliere pareri, nel caso delle chemtrails non c'è bisogno di esperti ne di inchieste... basta osservare il cielo, quindi questo modo di fare giornalismo lascia il tempo che trova.
    Anche le dichiarazioni dell'intervistato fanno ridere i polli visto che le irrorazioni vengono rilasciate da dispositivi a parte e non dai motori e poiché esiste il segreto di stato su quelle irrorazioni gli addetti non lo potranno mai ammettere e figuriamoci se lo vanno a raccontare a lui.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti, è la prima cosa che si nota. Fulvio Turvani non risponde e devia l'attenzione sulla consistenza del carburante, come se non fosse possibile che gli aerei fossero dotati di dispositivi a parte, che nulla hanno a che fare con il motore.

      Elimina